Capitolo 68-There is nothing I do better than revenge

12 1 1
                                    

Candelaria

Due anni, due anni da quando nella mia perfetta vita era arrivata lei, la perfetta e dolcissima Karol.

Con i suoi occhino dolci, i suoi sorrisi, i suoi capelli perfetti, la sua innocenza... mi ha rovinato la vita.

All'inizio era ancora sopportabile la situazione, Ruggero era ancora mio, eravamo ancora la coppia più famosa della Disney, ero circondata da persone che mi volevano bene e che mi ammiravano ed il momento in cui vivevo era ancora quello più alto in assoluto in tutta la mia carriera.

Però, non tutto è per sempre ed infatti, con il passare del tempo, Karol cominciava a rubare tutto quello che era mio: i miei amici, la mia carriera, il mio posto nella Disney e persino il mio ragazzo.

La pazienza e la calma che ho dovuto mantenere è stata tantissima e l'ho dovuta mantenere per troppo tempo: mi sono stata zitta, senza dirle niente e standomi a quello che lei stava combinando ma poi, quando Ruggero mi ha lasciato, non ce l'ho fatta più.

Appena uscì dalla porta, presi il telefono e chiamai il medico della mia famiglia:

"Dottore."

"Signorina Molfese, mi dica!"

"Per prima cosa, mi scusi per l'orario."

"Ma non si preoccupi!"

"Siete ancora nello studio?"

"Sono appena uscito, ora sono in macchina."

"Benissimo... zio!"

"Cande, dimmi pure."

"Questo fatto di doverti chiamare dottore in studio non mi piace proprio!"

"Sai che bisogna mantenere un rapporto professionale nel lavoro, non serve che te lo spieghi ancora!"

"Va bene, ma abbiamo lo stesso cognome: non ci vuole tanto per capire che siamo parenti! E poi, mica gli altri dottori si scandalizzano se ti chiamo zio!"

"Cande, te l'ho già detto mille volte: nello studio sono il dottore, e non se ne discute più!"

Sospiro. "Okay! Allora, ti ho chiamato perché mi servirebbe un favore gigante."

"Cosa, tesoro?"

"Mi devi procurare un test di gravidanza falso e delle analisi che dimostrino che sono incinta."

"Perché?"

"Sai come sono su certe cose, non posso dirti niente."

"Ti mando tutto entro stasera."

"Ma non a me!"

"E a chi mai, se non te?"

"Non te l'ho detto scusa: è tutto per me, a nome mio, ma le devi mandare in ospedale."

"E come le faccio passare dentro?"

"Ma non avevi quel tuo amico medico al pronto soccorso? Puoi chiedere a lui? Ci possiamo fidare?"

"Beh, penso di sì... anzi, non penso: sì."

"Perfetto allora."

"Avrai tutto pronto al pronto soccorso entro stasera."

"Grazie, zio!"

"Di niente amore... ora hai capito perché la gente non deve sapere che siamo imparentati?"

La sera stessa, appena attaccato con zio, presi la macchina e sono andata a fare un giro per la periferia, alla ricerca di un buon albero sul cui schiantarmi.

Quando vidi l'ambulanza che stava facendo il solito giro di controllo capii che la mia occasione era arrivata: pregando Dio di non morire, spinsi l'acceleratore e andai dritta sul grande tronco del primo albero davanti a me.

Tra sogno e realtà - Ruggarol historyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora