Non appena arrivò la sera i ragazzi crollarono, esausti per la lunga giornata e per le troppe cose che erano accadute. Nel giro di poche ore erano passati dal fare colazione tranquilli a correre a perdifiato nell'ufficio del preside per avere notizie dei propri familiari. Come se non bastasse c'erano anche state discussioni, litigi e pianti, poi per fortuna tutto si era risolto nel modo migliore: il padre di James stava bene, la cugina di Sirius si sarebbe ripresa presto e quella piccola peste di Dora dormiva tranquilla insieme al piccolo Teddy nel letto di Remus, che li guardava incantato. In quei due piccoli corpi addormentati Remus riusciva a vedere il suo futuro e la speranza di una vita normale, senza discriminazioni. Certo, sapeva che sarebbe stato comunque difficile, ma sapeva anche che ne sarebbe valsa la pena. Il mattino successivo furono Ginny ed Hermione le prime a svegliarsi e a scendere nella sala comune, in attesa dei ragazzi. Ginny aveva raccontato all'amica della discussione che aveva avuto con Harry e che lui si era finalmente deciso a raccontarle cosa stava tramando. Hermione, che fino a quel momento era sembrata perplessa riguardo alla questione, era decisamente curiosa ed agitata e non vedeva l'ora di conoscere tutta quanta la storia nei minimi dettagli. Le due ragazze aspettarono Harry per quasi un'ora, fino a che il ragazzo non scese lentamente le scale e si sedette sulla poltrona di fronte a loro.
"Ragazzi, devo parlarvi.." iniziò Harry, grave, rivoltò a Ginny e ad una perplessa Hermione.
La rossa non gli lasciò quasi il tempo di prendere fiato.
"Che stavi facendo nel parco?" chiese Ginny, decisa ad avere tutte le risposte che il suo ragazzo le aveva promesso. Non voleva correre il rischio che l'arrivo dei malandrini interrompesse ancora quel discorso.
"Regulus.." iniziò Harry, pensieroso.
"Il fratello di Sirius?" saltò su Hermione, curiosa, facendosi più attenta.
"Sai come è andata nel nostro tempo, no?"chiese Harry, rivolto a Ginny. La rossa annuì, fremendo perché Harry andasse avanti. Era stata Hermione a raccontarle quella storia nei minimi dettagli la sera prima, dopo che lei aveva raccontato all'amica della discussione avuta con Harry. Dalle parole della ragazza era emerso un Regulus molto diverso da quello che invece emergeva dai racconti di Sirius. Ginny si era fatta l'idea che Regulus a suo modo fosse diverso dai genitori, proprio come Sirius, ma che nessuno dei due fratelli aveva mai cercato veramente di capire l'altro. Si erano limitati ad etichettarsi, io Serpeverde tu Grifondoro, evidenziando le differenze ed ignorando completamente tutto ciò che invece li univa. Ad ogni modo, se c'era anche solo una minima speranza di salvare Regulus era loro preciso dovere tentare.
"Ci hai parlato?" domandò Ginny, curiosa.
"Non ancora, per il momento l'ho solo seguito per vedere chi è ora. " spiegò Harry, raccontando alle due ragazze cosa aveva visto e cosa era riuscito ad ascoltare durante le sue spedizioni sotto il mantello dell'invisibilità. Entrambe le ragazze, esattamente come Harry, erano rimaste piacevolmente sorprese di scoprire che Regulus non si era ancora unito ai mangiamorte anche se sua cugina Bellatrix insisteva perché lo facesse.
"Sarebbe bello riuscire ad evitare che diventi mangiamorte.." sospirò Hermione, sognante. Evitare che entrasse in quell'organizzazione di pazzi avrebbe significato salvarlo senza pregiudicare il futuro.
"Si, è quello che vorrei fare."disse Harry, pensieroso. Il Regulus del tempo da cui provenivano aveva capito quanto fosse malvagio il Signore al quale si era unito solamente dopo che aveva udito il racconto spaventato del suo elfo domestico. Sarebbero riusciti a farsi ascoltare e a farlo ragionare lo stesso, anche senza quella testimonianza?
"Che ne pensi?" chiese Ginny rivolta al suo ragazzo che aveva lo sguardo fisso sul camino che scoppiettava allegro. Le parole della rossa riportarono Harry alla realtà.
"Non è come gli altri Serpeverde, è diverso." commentò Harry, cercando di spiegare alle due ragazze le proprie sensazioni riguardo al ragazzo. Più lo vedeva e più lo seguiva e più si rendeva conto che non era un Sempreverde o un Mangiamorte come gli altri, era diverso. Sembrava un ragazzo spensierato al quale era stata tolta la possibilità di essere se stesso, realizzando i propri sogni. Lui voleva solo giocare nella sua squadra, divertirsi e uscire con le ragazze mentre i suoi genitori, zii e cugini si aspettavano che disconoscesse parte della sua famiglia senza un motivo apparente, si unisse ad un pazzo e uccidesse senza prima chiedersi se fosse giusto o meno.
"Non so come potrebbe prenderla Sirius." sottolineò Hermione, riflessiva come sempre. Per Sirius Regulus rappresentava parte di quella famiglia dalla quale era scappato. In lui vedeva la stessa crudeltà dei genitori senza chiedersi se fosse veramente così.
"Dovrebbe essere contento che il fratello non sia come il resto della famiglia." esclamò Ginny, accigliata.
"Si, ma pensa se non riusciamo a salvarlo." fece notare Harry. Sapere che suo fratello era dalla loro stessa parte ma che non era riuscito a salvarlo avrebbe distrutto Sirius.
Mentre i ragazzi erano immersi in questi discorsi sentirono dei rumori sulle scale e si voltarono di scatto, terrorizzati all'idea di essere stati scoperti da qualcuno dei malandrini.
Quando il viso assonnato di Ron comparve sulla porta tirarono un sospiro di sollievo e tornarono a discutere circa il futuro di Regulus.
"Di che parlate?" chiese Ron, curioso, avvicinandosi agli amici.
"Di dove vado quando sparisco.." spiegò Harry, sorridendo in modo malizioso. Ron strabuzzò gli occhi, sorpreso.
"Ma allora aveva ragione Ginny!" esclamò il rosso, incredulo, passando lo sguardo dalla sorella al suo migliore amico. La prima era furiosa, il secondo decisamente divertito da quella situazione. Ron aveva il dono di riuscire ad alleggerire ogni situazione, strappando una risata con una battuta involontaria.
"Io ho sempre ragione." sbuffò la sorella, guardandolo male.
"Dai, raccontate anche a me." incitò Ron, curioso di essere aggiornato degli eventi. Harry e Ginny si guardarono, poi la ragazza fece segno ad Hermione di parlare.
"Regulus.." iniziò Hermione, subito interrotta dal rosso.
"Sai che avevo pensato anche io che dovremmo salvare anche lui?" esclamò Ron prima che i ragazzi riuscissero a spiegargli il resto.
"Non è così semplice." sospirò Ginny, sbuffando. Ron ascoltava i ragazzi, interessato, annuendo e facendo delle domande di tanto in tanto. Quando Hermione concluse il racconto i quattro ragazzi rimasero a guardarsi a lungo, perplessi.
"Lo so, forse dovremmo parlare con lui." propose Harry, poco convinto. Anche se poco efficace un'idea era comunque meglio di nessun idea.
"Certo, e cosa gli diciamo? Ciao Regulus, visto che diventerai un mangiamorte, poi tradirai e verrai ucciso, perché non decidi di unirti subito a noi?" chiese Hermione, ironica.
"È un'idea.." esclamò Harry, illuminandosi e scambiando un'occhiata complice con Ron.
"Harry, ti ci metti anche tu?" sbuffò Hermione, esasperata. Non bastava Ron che spesso e volentieri dava i numeri, ora ci si metteva anche Harry.
"Potremmo raccontargli la verità." spiegò meglio Harry, cercando l'approvazione degli amici ma trovando solo facce confuse e poco convinte.
"Che veniamo dal futuro?" chiese Ginny, perplessa.
"Si, sono sicuro che capirebbe." annuì Harry, convinto che dire la verità al fratello di Sirius era senza dubbio la cosa migliore. Se nel loro tempo sapere cosa stava accadendo aveva spinto Regulus a tornare dalla loro parte forse saperlo prima lo avrebbe convinto a non unirsi proprio ai mangiamorte.
"Oppure potrebbe correre da Voi-Sapete-Chi.." commentò Hermione, tetra, mostrando loro la peggiore delle ipotesi che si prospettava loro.
"In quel caso siamo fritti." esclamò Ron, sconvolto.
"No, non farebbe una cosa del genere." disse Ginny, sicura. Conosceva poco Regulus ma il suo istinto gli diceva di fidarsi di lui, di credere nella sua buona fede.
"Se va male possiamo sempre modificargli la memoria." suggerì Ron, alzando le spalle. Hermione guardò sorpresa i due fratelli, Ginny e Ron. Per la prima volta da quando li conosceva erano d'accordo su qualcosa. Quella era certamente una data da ricordare.
"Ho deciso, vado a parlargli." esclamò Harry, deciso.
Mentre i ragazzi discutevano circa il futuro di Regulus cominciarono ad avvertire nuovamente dei rumori sulle scale che gli suggerirono di cambiare argomento in fretta. Dato che loro quattro erano già lì, questa volta doveva trattarsi per forza di qualcuno dei malandrini oppure di Lily. Qualche secondo più tardi fece il suo ingresso James Potter, seguito da Sirius, Remus e un esagitato demonietto rosa che non accennava a stare fermo nemmeno per un secondo.
"Che ci fate già svegli?" chiese Sirius, sbadigliando, guardando sorpreso i ragazzi seduti sui divani che apparivano sorprendentemente svegli. Sembrava stessero parlando da ore.
"Siamo mattinieri." rispose Harry, sorridendo. Qualche minuto più tardi li raggiunse anche Lily, i lunghi capelli rossi raccolti una coda dalla quale sfuggiva qualche ciocca ribelle.
"Già tutti qui? Altri disastri in vista?" chiese Lily guardandosi attorno, preoccupata e stupita di trovare già tutti lì.
"No, niente del genere. Stavamo solo parlando del più e del meno." spiegò Hermione.
"Che facce! Avete dormito bene?" chiese ancora Lily, osservando a lungo le occhiaie sul volto dei malandrini.
"A dire il vero non abbiamo dormito proprio." specificò Sirius, stizzito.
"Dora è stata una peste. Ha passato tutta la notte a giocare a scacchi con Remus e a tormentare Sirius." spiegò meglio James, accoccolandosi su una poltrona ed appoggiando la testa tra le braccia della sua Lily.
"Perché Ron ed Harry sono così riposati?" chiese Ginny, curiosa. I due ragazzi non sembravano particolarmente stanchi e non avevano nemmeno accennato ad una notte particolarmente terribile. La cosa era decisamente strana data la poca pazienza di Ron e il caratteraccio di Harry quando veniva svegliato in piena notte.
"Abbiamo fatto un incantesimo ai nostri baldacchini." spiegò Harry, pratico.
"Geniale, avrei dovuto pensarci anche io." esclamò James, guardando il figlio sorpreso e con gli occhi pieni di ammirazione.
"Dove starà oggi la piccola, durante le lezioni?" chiese Remus, guardando Dora che stava rincorrendo il gatto di qualcuno, probabilmente una ragazzina del secondo anno.
"In infermeria con Teddy." rispose Ginny, alzando le spalle.
"No, la piccola viene con me al San Mungo dalla sua mamma." si intromise Sirius, facendo il solletico alla piccola Dora. Gli sguardi sorpresi di tutti si posarono sul ragazzo.
"La mamma! La mamma! La mamma!" cominciò a strillare la bambina, eccitata e felice.
"Vai da tua cugina?" chiese Hermione, curiosa.
"Si, Silente mi ha dato il permesso." annuì Sirius, sorridendo. Anche se cercava di non darlo troppo a vedere era decisamente in pensiero per la sua cugina preferita.
"La mamma! La mamma! La mamma!" continuava a ripetere la piccola Dora a mo' di cantilena.
"Come si spegne?" chiese Ginny, divertita.
"Non lo abbiamo ancora capito.." sospirò Sirius, ormai quasi rassegnato ai continui strilli della piccola dai capelli rosa.
"Avanti Dora, da brava, vieni in braccio a me e fammi vedere come sai cambiare colore ai capelli." disse Remus, paziente.
"Sai che riesco anche a cambiare tutta la faccia?" chiese la piccola, felice di essere riuscita ad attirare l'attenzione del bel licantropo.
"Che brava!" esclamò Remus, rapito dal piccolo demonietto.
"Il giornale è già arrivato?"chiese Lily, guardandosi intorno. Le parole della rossa misero fine a quell'incanto. Per qualche minuto era quasi parso loro di vivere delle vite normali in un mondo normale, ma la tragica consapevolezza che non era così aveva riportato tutti alla realtà fatta di continui omicidi, ferimenti, aggressioni e rapiment.
"Si, da qualche minuto. Solo, non ho il coraggio di leggerlo." rispose Hermione, indicando la Gazzetta del Profeta ancora chiusa, abbandonata su un tavolo poco lontano.
"Lascia, faccio io." sospirò alla fine Sirius, aprendo il giornale.
"Allora?" chiese Lily, impaziente.
"Niente di brutto. Nessuna morte, solo qualche ferimento." rispose Sirius, sollevato.
"Meno male." sospirò Remus, tornando a dedicare tutte le sue attenzioni a Dora.
"Notizie strane?" chiese James, serio.
"Si, una.. Un pastore babbano ha avvistato due figure misteriose che vagavano sui boschi. Ha cercato di avvicinarsi ma sono scomparsi." rispose Sirius, fissando accigliato il giornale.
"Mangiamorte?" provò ad indovinare Ron.
"Il ministero lo ha escluso. Solo, non sanno chi sono.." disse Sirius, scuotendo la testa, perplesso. L'ultima volta che il giornale parlava di una figura misteriosa alla fine era saltato fuori che si trattava di Bellatrix tornata in qualche modo dal futuro.
"Speriamo non sia qualche amico di Bellatrix." sospirò Hermione, preoccupata. Già era complicato avere a che fare con Bellatrix, figuriamoci con altri due mangiamorte arrivati dal loro tempo che sapevano come si sarebbero svolti i fatti nel futuro.
"No, è impossibile!" disse Sirius, sicuro.
"Passiamo ad argomenti più allegri?" chiese James, allentando così la tensione che si era venuta a creare e attirando l'attenzione dei presenti su di sé.
"Del tipo?" chiese Sirius, curioso.
"Mio padre è felice di averla scampata con solo un braccio ferito ed invita tutti a casa Potter per le vacanze di pasqua." esclamò James, felice.
"Wow, grandioso! Io ci sono! Posso chiedere a Zhoana?" rispose Sirius, lasciando appena il tempo all'amico di finire la frase.
"Certo, porta pure la tua bella. Mia mamma non vede l'ora di conoscerla." rispose James, sorridendo. Era sicuro che Sirius sarebbe venuto ed era altrettanto sicuro che avrebbe voluto portarsi la sua ragazza.
"Remus?" chiese Sirius, emozionato all'idea di una pasqua tutti insieme in stile Potter.
"Non lo chiedere, sai già la risposta." rispose il lupo mannaro, sorridendo. Non avrebbe detto di no ad un soggiorno a casa di James per nulla al mondo.
"Amore mio?" chiese James, teso. Era la prima volta che invitava Lily a casa sua e aveva il terrore di un suo rifiuto.
"Sicuro che vada bene ai tuoi?" chiese Lily, leggermente rossa in viso.
"Scherzi? Muoiono dalla voglia di conoscerti." esclamò James, strappando un sorriso alla ragazza che annuì quasi impercettibilmente.
"L'invito vale anche per loro, vero?" chiese Remus, fissando Harry, Ginny, Hermione e Ron.
"Certo, sono convinti che Harry sia mio cugino ma pensavo di dire loro la verità se per te va bene." disse James, tenendo gli occhi fissi su Harry in attesa di una sua reazione. Il ragazzo sorrise alle parole del padre.
"Conoscerò i miei nonni, incredibile." esclamò poi Harry, felice, sperando che a loro non venisse un colpo. Anche se era un auror non sarebbe stato per niente facile per Robert Potter accettare l'idea che lui era il figlio di James proveniente da un altro tempo.
"Mi sembra che abbiamo deciso." esclamò Ginny, sorridendo.
"Ma ci staremo tutti?" chiese Hermione, preoccupata, guardando James. Dopo tutto erano veramente tanti, dove li avrebbero messi tutti quanti a dormire?
"Scherzi? Casa Potter è praticamente un castello." esclamò Sirius.
"Esagerato.." sbuffò James, imbarazzato.
"Vedrete.." disse Remus, dando ragione a Sirius per la prima volta dopo un sacco di tempo.
Mentre i malandrini si decidevano finalmente a scendere nella Sala Grande per la colazione, discutendo animatamente su tutto quello che avrebbero fatto una volta arrivati a casa di James, il professor Anderson aspettava impaziente ed ansioso dietro la sua scrivania lo studente che aveva convocato. Una parte di sé non faceva che ripetergli che stava facendo un terribile errore, ma un'altra era decisa a fare chiarezza su quel mistero.
"Signore, mi ha fatto chiamare.." disse Piton, entrando timidamente nella stanza.
"Certo Severus, accomodati. Vuoi qualcosa da bere?" chiese il professore, affabile, alzando gli occhi sul ragazzo cercando di nascondere il disgusto che provava per quel viscido mangiamorte di Serpeverde.
"No, grazie."mormorò Piton, visibilmente a disagio. Tutti quanti sapevano che Anderson era un ex auror e che odiava tutti gli studenti che sospettava avessero contatti con la magia oscura. Essere convocati da lui, specialmente a quell'ora del mattino non era mai un segnale positivo, al contrario, era un campanello d'allarme.
"Va bene, allora veniamo subito al sodo. So che l'anno scorso hai seguito Potter e che sei venuto a conoscenza del segreto di Lupin." iniziò Anderson, parlando schietto.
"Io.. Il professor Silente mi ha proibito di parlare di questa faccenda." balbettò Piton, spaventato all'idea di andare contro il preside. Silente era un uomo pericoloso, l'unico di cui il suo signore avesse paura. Andare contro di lui era un azzardo, un'imprudenza.
"Lo so bene, ma si da il caso che anche io conosca il segreto del signor Lupin." disse Anderson, fissando attentamente lo studente seduto di fronte a lui. Sembrava quasi stesse tremando per la tensione.
"Ma questo cosa centra?" chiese Piton con un filo di voce.
"Vorrei che lei indagasse ancora sul conto dei malandrini, dietro mia richiesta. So che nascondono un altro segreto ed io vorrei capire quale. Naturalmente dovrà stare attento a non farsi scoprire."disse alla fine il professore con un tono che certamente non prevedeva una risposta negativa.
"Se qualcuno dovesse scoprirmi?" chiese Piton, spaventato.
"Beh, in quel caso penserò io a qualcosa." rispose Anderson, congedando il ragazzo.
Dopo avere lasciato l'ufficio del professore Piton vagò a lungo per il corridoi, perplesso, prima di andare a lezione. La sua testa rimase fissa per tutta mattina sulle parole del professore, fino a che non capì come poteva usarle a proprio vantaggio. Nel pomeriggio dopo la fine delle lezioni corse nella sala comune dei Serpeverde, alla ricerca di Lucius Malfoy e di Bellatrix Black. Si guardò intorno per un po', ma di loro non c'era traccia. Provò ad andare nel parco e finalmente li trovò seduti sotto un tiglio a parlare sottovoce.
"Malfoy, Black.." chiamò Piton, guardandosi intorno frenetico.
"Chi si vede, da quando ti degni di passare del tempo con noi." esclamò Malfoy, tra il sorpreso e l'ironico.
"Ho delle notizie per il Signore Oscuro." disse Piton, serio. Da quando aveva perso l'amicizia di Lily ogni suo sforzo era andato nella direzione di diventare un mangiamorte fedele, nella speranza di poter un giorno avanzare la richiesta di salvare la sua Lily o di convincere la ragazza ad unirsi a loro. Da quando Lily si era fidanzata con Potter però aveva perso ogni speranza. Essere utile alla loro causa era rimasta la sua ultima e unica consolazione.
"Vale a dire?" chiese Bellatrix, sorpresa.
"Anderson non si fida di Silente e mi ha chiesto di indagare sui malandrini." spiegò Piton, con un sorriso malizioso.
"Grandioso, con queste notizie il Signore Oscuro ti permetterà di unirsi a lui." esclamò Malfoy, eccitato, rivolgendosi a un ragazzino che fino a quel momento si era tenuto in disparte, lontano da quella conversazione.
"Regulus, tu che ne pensi?" chiese Bellatrix, cercando lo sguardo del cugino.
"Non è saggio affrettare le cose, il Signore Oscuro è un uomo pericoloso." rispose Regulus, pacato. Sembrava quasi che quel discorso lo annoiasse.
"Da quando sei diventato codardo?" chiese Bellatrix, ironica, cercando di provocarlo.
"Non codardo cugina, prudente." rispose Regulus, fissando intensamente Bellatrix.
"Spiegami quale è la differenza." lo provocò ancora lei.
"Con il Signore Oscuro non esiste una via di mezzo, o al suo servizio per la vita o morte. Vorrei pensarci un po' su prima di prendere una decisione del genere, tutto qua." spiegò Regulus senza scomporsi e senza dare soddisfazione alla cugina.
"Pensa, ma bada bene. La tua famiglia è già stata delusa da Sirius, non dar loro lo stesso dolore." commentò Malfoy, evitando lo sguardo del ragazzino più piccolo.
"E se Sirius avesse avuto ragione?" chiese Regulus, provocatorio, fissando i due negli occhi.
"Sirius è sempre stato diverso da tutti noi, anche da te." rispose Bellatrix prima di allontanarsi dal gruppo di Serpeverde.
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il golden trio al tempo dei Malandrini
Fanfictionuna storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini.