CAPITOLO 39 SULLE TRACCE DI HARRY - LA CASA DELL'INCUBO

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Ron si materializzò in una zona isolata della via, cercando di dare poco nell’occhio. Era così preoccupato della sparizione del suo amico Harry da non avere notato che Lily lo aveva seguito per davvero. Il panico lo assalì, era sicuro che Lily avrebbe iniziato a fare un sacco di domande che lo avrebbero messo in crisi.

“Mi hai seguito davvero!“ osservò incredulo Ron fissando Lily. La ragazza dai capelli rossi camminava a pochi passi da lui e lo fissava con aria di sfida. Ron in quel momento pensò che Harry assomigliava a sua madre molto di più di quel che sembrava ad un primo sguardo.

“Smettila di fare lo scorbutico e dimmi dove siamo prima che ti lanci una fattura.” rispose seria Lily con le mani ai fianchi. Conosceva bene quello sguardo determinato, era lo stesso che assumevano sua madre e sua sorella quando erano davvero arrabbiate. Forse si trattava di una prerogativa femminile, certo era che c’era da stare attenti.

“Bella idea lanciare una fattura di fronte a dei babbani.” fece notare Ron guardandosi intorno. Non c’era quasi nessuno in giro ma dovevano cercare di passare inosservati. Lily si guardò intorno anche lei,curiosa. Aveva passato tutta la sua vita tra i babbani e si trovava perfettamente a suo agio a camminare nelle loro città, tuttavia quel luogo la metteva in soggezione e non riusciva a capire perché. Forse perché le ricordava la sorella. L’unica zona abitata da babbani dove non si sarebbe più potuta sentire a suo agio era casa di sua sorella. Lily sospirò sconsolata cercando di cacciare quel triste pensiero dalla testa.

“Non mi ero accorta che eravamo arrivati tra i babbani.” notò Lily. “Privet Drive. Questo posto mi è familiare..” rispose Lily osservando il luogo in cui erano finiti. Si trattava di una normalissima cittadina babbana come tante, ma qualcosa le risultava familiare. Non era mai stata lì eppure quel nome lo aveva di sicuro già sentito. Il nome della via scritto sul cartello di fronte a lei la guardava beffardo, senza che lei riuscisse a capire o ricordare perché.

“Andiamo, forza.” disse Ron incamminandosi verso un gruppo di villette a schiera a poche centinaia di metri da loro. Tra quelle c’era anche il numero 14, dove abitavano gli zii di Harry. Era quella la casa in cui il suo amico aveva passato gli anni peggiori della sua infanzia, il luogo da cui aveva sempre voluto scappare e che malgrado tutto era stata anche la sua protezione. Silente lo aveva obbligato a stare lì perché l’incantesimo di Lily che proteggeva Harry non si rompesse e lui aveva sofferto molto per quell’imposizione. Ron sapeva bene che Harry lì non si era mai sentito a casa, cercarlo in quei luoghi era inutile. Non avevano quasi mai parlato degli anni che aveva passato lì, Harry non ne parlava mai. Ogni scusa era buona per cambiare argomento. Ron ricordava soprattutto i silenzi dell’amico e i suoi sguardi persi, vuoti e sempre più sconsolati man mano che l’anno finiva e gli si prospettava di tornare da loro per l’ennesima lunga e noiosissima estate.

“Perché siamo venuti proprio qui?” chiese curiosa Lily mentre camminava al fianco del ragazzo, distogliendolo dai suoi pensieri.

“Perché qui è dove Harry è cresciuto. Almeno, nel nostro mondo. Non so come sia questo posto qui.” rispose Ron cercando di essere il più diplomatico possibile. 

“Capisco. Senti, a me spiace davvero.” disse improvvisamente Lily. Ron intuì immediatamente che stava parlando di Remus e si irrigidì.

“Non ti credo.” rispose secco. Non gli andava di parlare ancora di Remus. Se erano in quella città così insulsa era solo colpa sua. Non gli andava nemmeno di dare spiegazioni su Harry. L’unica cosa che gli andava di fare era cercare il suo amico senza parlare con Lily.

“È normale che Remus abbia reagito così. Si è sentito preso in giro. Ha parlato senza pensare.” cercò di difenderlo la ragazza. Conosceva Remus da sette anni e non si era mai comportato così. Remus era la persona più buona di tutto il castello, voleva solo proteggere i suoi amici. Lily era sicura che Ron capiva le ragioni di Remus e che prima o poi lo avrebbe perdonato.

il golden trio al tempo dei MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora