CAPITOLO 35 DUBBI, INDECISIONI E CHIARIMENTI

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Erano ore che Remus vagava solo per i corridoi del castello. Aveva incontrato parecchie persone che conosceva ma non aveva rivolto loro la parola. Era troppo impegnato a pensare a quello che aveva sentito. I suoi peggiori timori si erano rivelati veri e lui ora non aveva la minima idea di cosa fare. Remus sospirò. Alla fine aveva avuto ragione lui. Ron, Stev e tutti gli altri stavano davvero tramando qualcosa, tuttavia avrebbe preferito sbagliarsi. James non l’avrebbe presa per niente bene. Che doveva fare ora? Remus non sapeva se raccontare tutto agli altri malandrini oppure parlare prima con l’impostore.

Dopo molte riflessioni varco la porta della sala comune dei grifondoro. Erano tutti lì ad aspettarlo ad eccezione di Stev, o chiunque fosse in realtà.

“Eccolo qua!” urlò Sirius, correndogli incontro per abbracciarlo con fare teatrale. Sirius era sempre il solito. Sembravano anni che non si vedevano e in realtà erano solo poche ore. Se il suo umore fosse stato migliore forse Remus avrebbe sorriso dell’atteggiamento dell’amico ma in quel momento proprio non ci riusciva.

“Eravamo preoccupati!” disse Ron piano. La sua voce a Remus suonò falsa e fastidiosa. Gli ricordò di poco prima e di tutte le menzogne che gli aveva detto in quei mesi. Come si permetteva anche solo di pensare di rivolgergli la parola? Non avevano detto altro che bugie. Mesi interi passati a mentire.

“Davvero?” fece Remus sarcastico, cercando di controllare la rabbia.

“Ti sembra il modo di sparire e di saltare la cena?” chiese James, a metà tra il preoccupato per l’amico e l’arrabbiato per il modo in cui aveva risposto loro Remus. Era molto strano. Prima spariva all’improvviso e saltava la cena, poi tornava con un’aria strana, si arrabbiava e rispondeva male. Che ne era stato del vecchio Remus?

“Eravamo tutti preoccupati..” esclamò Sirius mogio.

“Che c’è, non stai bene?” chiese Lily preoccupata.

“Sto benissimo, non avevo voglia di mangiare. Mi si è chiuso lo stomaco.” spiegò loro Remus con fare vago. Non era una scusa, i discorsi che aveva sentito gli avevano fatto passare la fame. Quando era tornato nella sala comune era fermamente intenzionato a dire quello che aveva sentito agli altri malandrini e a Lily, poi aveva visto il gruppo di bugiardi e aveva deciso di riflettere prima di combinare guai. Per James sarebbe stato un duro colpo, Remus si ricordava bene come era stato male all’inizio dell’anno pensando al gemello. Voleva essere sicuro di quello che aveva sentito prima di sollevare il polverone. La logica gli suggeriva di parlare con Stev e con i suoi amici senza malandrini intorno e capire che stava succedendo ma il suo istinto non era per nulla della stessa idea. Li avrebbe presi tutti volentieri a pugni, nonostante la sua indole pacifica.

“Lo sapevo che si sarebbe ammalato qualcuno!” commentò Lily preoccupata.

“Non ti preoccupare Lily, vedrai che domani sarò in forma.” la tranquillizzò Remus, lasciando stare per qualche secondo i pensieri che lo tormentavano.

“Andiamo a letto?” propose Ron timidamente. Sirius rispose con uno sbadiglio, si era fatto decisamente tardi. Tutti si alzarono e fecero per andare a letto. Remus non si mosse.

“Sto ancora un po’ qui a leggere.” disse il ragazzo con un tono asciutto, aprendo un grosso volume di trasfigurazione e fingendo di leggerlo.

“Sei sicuro? Se non stai bene è meglio che vai a dormire.” consigliò Lily con fare materno.

“Non ho sonno.” rispose Remus sforzandosi di rimanere calmo. Era così difficile fare finta di nulla. In realtà non aveva nessuna voglia di vedere quell’impostore che per così tanto tempo si era spacciato per Stev. Non gli interessava nemmeno il motivo per cui lo aveva fatto e almeno per ora non gli andava di parlargli. Aveva deciso che si sarebbe tenuto tutto dentro, che non avrebbe detto nulla neppure ai malandrini. Era un peso che voleva portare da solo almeno fino a che la situazione non si fosse fatta più chiara.

il golden trio al tempo dei MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora