CAPITOLO 17 UN PIANO MALANDRINO

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I malandrini erano da ore chini su un tavolo della sala comune a perfezionare il loro piano. Quella sera sarebbero entrati di nuovo in azione. Tutti gli studenti giravano loro alla larga. Sapevano bene che quando erano chini su quel tavolo a confabulare era per organizzare qualcosa di illegale e preferivano non averne nulla a che fare. Certo, ogni tanto qualche ragazzino che li venerava si avvicinava per cercare di sentire i loro discorsi ma veniva allontanato da Sirius e dai sorrisi comprensivi di Remus. In genere non si presentavano più la volta successiva. Quel pomeriggio tutta la sala comune era incredula. Inizialmente i quattro malandrini erano soli come loro solito, poi un ragazzo con i capelli rossi si era avvicinato. Tutti i ragazzi erano pronti a vedere come lo avrebbero allontanato ma sconvolgendo ogni previsione i malandrini gli fecero posto e lo lasciarono sedere con loro.

Era la prima volta che qualcuno poteva sedere con loro. Alcuni ragazzi del quinto anno notarono che il ragazzo dai capelli rossi era nuovo, probabilmente l’amico di quell’altro strano ragazzo arrivato da poco. Il misterioso Steven Potter, gemello di James. Nessuno riusciva a spiegarsi come James non avesse mai parlato del fratello per più di sei anni e perché questo cominciasse a frequentare la scuola solo al settimo anno. I diretti interessati, soprattutto James, erano restii a rispondere a queste domande. In genere il malcapitato che si arrischiava ad avvicinarsi a James per chiedere in merito al fratello veniva allontanato con toni poco gentili.

I malandrini sembravano soddisfatti e sorridenti, tranne Ron e James che continuavano a guardarsi intorno chiedendosi dove fosse finito il sesto malandrino.

“Allora, tutto chiaro. Stasera ci divertiremo. I malandrini di nuovo in azione.”

Concluse Sirius sorridente non facendo caso al broncio di James. Ron aveva detto loro che si era fermato a parlare con qualcuno. Dalle poche informazioni che avevano ottenuto da lui dedussero che si trattava di una ragazza ma nulla di più.

“Mi sono perso qualcosa?”

Chiese il sesto malandrino raggiungendo gli amici. Aveva una faccia strana. Ron comprese che era andato tutto come aveva previsto Hermione, almeno la prima parte. Ora bisognava aspettare il matrimonio e convincere Lily che amava ancora James.

Era impossibile che i guai li perseguitassero ovunque, anche in un altro tempo. Ron si chiese se fosse più difficile sconfiggere il più grande mago oscuro di tutti i tempi o far mettere insieme i propri genitori se tua madre pensa di essere innamorata di te. Inutile dire che non riuscì a darsi una risposta.

“Si, tipo tutto il piano.. “

Commentò con tono leggermente annoiato James.

“Scusate..”

Disse Harry a testa bassa. Aveva notato il tono di James e si sentiva terribilmente in colpa. Sapeva che non l’avrebbe presa bene. Doveva dirgli tutto prima che lo sentisse da qualcun altro e desse fuori di matto. L’ultima cosa che voleva era litigare con suo padre a causa di sua madre. Guardò ancora una volta il padre e si chiese se non avesse già capito tutto, se quel tono annoiato e scocciato fosse per lui. Harry scosse la testa. Non era possibile, avrebbe dovuto leggergli nella mente.

“Figurati, Ron ha detto che stavi parlando. Allora, chi è? È carina? Anno? Casa? Non è una serpe vero?”

Chiese Sirius, fermamente deciso a scoprire tutto. Sotto quel punto di vista Sirius a volte riusciva a essere peggio di una vecchia portinaia. Harry arrossì. Non poteva dire che stava parlando con Lily Evans. James l’avrebbe presa male. Doveva spiegargli molte cose e voleva che fossero solo loro due. Decise di non rispondere e di rimandare le confessioni al padre a più tardi. La cosa a cui pensare era lo scherzo. Era incredibile poter partecipare a uno dei loro mitici scherzi. Sembrava di essere in uno dei racconti di Sirius e del professor Lupin.

il golden trio al tempo dei MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora