Era pomeriggio inoltrato, ormai erano passate molte ore dal pranzo e da quando i ragazzi erano andati al villaggio.
Soli nella stanza dei ragazzi Ginny ed Harry avevano passato delle ore fantastiche insieme, era come se non si fossero mai separati. D’improvviso la paura, l’orrore e la solitudine di quei mesi era sparito. Ginny ad occhi chiusi realizzò che felicità erano momenti come quello, ma poi qualcosa improvvisamente era cambiato. Harry era diventato improvvisamente silenzioso, guardava di fronte a sé ma si vedere lontano un miglio che la sua mente era altrove. Erano sdraiati sullo stesso letto ma Ginny percepiva che non erano mai stati così lontani. Quel distacco la spaventò.
“Vorrei sapere leggere nel pensiero come Piton.. Almeno saprei a che pensi.”
Disse Ginny all’improvviso, riuscendo a destare Harry dai suoi pensieri.
“Nulla, davvero. Ti amo e sei la cosa più importante della mia vita.”
La rassicurò lui, stringendola stretta a sé. Ginny era davvero tutto per lui, non riusciva a pensare a un mondo senza lei.
“Lo so, per questo mi preoccupo per te. Voglio solo capire.”
Ribatté Ginny preoccupata. Voleva capire quello che stava passando nella mente del suo ragazzo. Stava soffrendo e lei non poteva sopportare di lasciarlo solo in un momento simile. Voleva condividere quello che lo stava facendo soffrire con lui, essergli vicina e dimostrargli così il suo amore.
“Che c’è da capire?”
Chiese Harry confuso, cercando di non guardare Ginny negli occhi. Si rendeva conto che Ginny era davvero preoccupata per lui, e non voleva. La sua Ginny aveva sofferto troppo nella sua vita, doveva solo pensare a ridere e a divertirsi ora e non dover pensare anche a lui. Non voleva dividere il peso che aveva sulla coscienza con lei. Una parte di lui diceva che era giusto, che non doveva fare preoccupare Ginny. Un’altra parte però gli rispondeva che amare è condividere tutto, anche i momenti neri.
“Perché il mio ragazzo dopo avere passato delle ore stupende con me si deprime e fissa il nulla. Ti sembra normale?”
Fece notare Ginny costringendolo a guardarla negli occhi. In quegli occhi Harry vide determinazione e paura. Davanti a quegli occhi non poteva fuggire, doveva dare loro una spiegazione.
“Non direi. Ma nemmeno la mia spiegazione lo è.”
Rispose Harry, cercando dentro di sé le parole più giuste per dare voce a ciò che lo tormentava nel profondo della sua anima.
“Sono tutta orecchi.”
Disse Ginny sedendosi sulla pancia di Harry, ancora sdraiato sul letto. Voleva che fosse lui a parlare e aveva intenzione di rispettare i suoi tempi. Dopo qualche attimo di silenzio che a Ginny parve lunghissimo Harry parlò.
“Oggi pomeriggio ho realizzato quanto ti amo e quanto mi sei mancata. Tu sei tutto il mio mondo, con te sono felice ma ho anche tanta paura di perderti. Non lo sopporterei, sai?”
Iniziò Harry, accarezzando la braccia nude di Ginny.
“Perché dovrebbe succedere?”
Chiese Ginny teneramente. Nulla l’avrebbe separata da Harry, non ora che si erano ritrovati. Erano stati divisi e messi alla prova per troppo, ora si meritavano una vita felice e insieme. Nessun altro ragazzo avrebbe potuto portarla via da lui.
“Perché questo non è un mondo sicuro. L’ha fuori il più pericoloso criminale di tutti i tempi non è ancora stato fermato. Siamo tutti in pericolo.”
STAI LEGGENDO
il golden trio al tempo dei Malandrini
Fanfictionuna storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini.