La settimana passò in un baleno, nessuno se ne rese conto e settembre finì. Improvvisamente era come se tutto il castello avesse dei dubbi, cercasse ovunque risposte e non si curasse del tempo che imperterrito passava. Nessuno però, in quello scorrere rapido di eventi trovava risposte, o forse qualcuno si.
Dal suo ufficio e dalla sua postazione privilegiata al tavolo degli insegnanti Silente guardava i suoi studenti, forse lui qualche risposta ce l’aveva davvero.
Forse lui sapeva perché Lily Evans non riuscisse a smettere di pensare all’amicizia persa e al suo migliore amico che si era unito ai mangiamorte. Magari lui avrebbe potuto dare una mano ad Alice a conquistarsi il suo moretto, o per lo meno le avrebbe detto che anche lui l’aveva notata ma non sapeva come avvicinarla. Tutto questo lo capiva semplicemente guardandoli, chiedendosi perché gli adolescenti non comprendono le cose che hanno a due palmi dal loro naso. Tuttavia questo movimento lo divertiva.
Il vecchio preside però si limitava a guardare le vite degli studenti scorrere e intersecarsi tra loro, cercando altre risposte che gli permettessero di fermare l’avanzata di Voldemord. Queste però non riusciva proprio a trovarle. Per quanto ancora sarebbe durato tutto questo? Guardava i ragazzi sedere a tavola ridendo con gli amici, affrontando le piccole sfide di ogni giorno, superando esami e imparando incantesimi. Sarebbe finito? Volemord avrebbe distrutto tutto questo con la sua mania della purezza del sangue?
A volte gli capitava di chiudere gli occhi per qualche istante e vedere nella sua mente delle scene in rapido movimento. Tom all’orfanotrofio, poi a scuola quando quell’aura oscura aveva cominciato a cadere su di lui, fino a qualche mese prima quando aveva bussato alla sua porta per un colloquio come insegnante nella scuola. Molte volte anche lui, il grande Silente aveva dei dubbi, si chiedeva se con il suo comportamento lo avesse influenzato, se magari si fosse comportato diversamente Voldemort starebbe seminando paura e morte per tutto il mondo magico e non?
Le voci della McGranitt e di Lumacorno che litigavano come al solito lo riportarono alla realtà. Si scosse dal quel torpore e riprese a mangiare scrutando la sala.
Il suo sguardo cadde sul tavolo di grifondoro dove sedevano tranquilli i malandrini. Stavano parlando tra loro, chissà che cosa stavano pensando di combinare. Tutto era tornato alla normalità dopo quella mattina che non si erano presentati a lezione, uno dei tanti segnali dai quali lo si poteva capire era la quantità di punizione prese da Sirius e James da quel giorno!
Al tavolo di grifondoro i malandrini al gran completo stavano discutendo di un fatto decisamente strano riguardante lo specchio di James. Per tutta la settimana non avevano fatto altro che vedere quegli occhi verdi che li fissavano.
Se all’inizio Remus pensava che fosse frutto dell’immaginazione e della mente sconvolta di James ora aveva dovuto cambiare idea. Anche lui, Sirius e Peter avevano visto.
James si era ripreso completamente da quella sera. Era stato lui stesso a raccontare quanto era successo e ripetere ciò che aveva detto la mattina a Peter quando si era precipitato in camera a cercarli. Peter aveva abbassato la testa mormorando a mezza voce qualcosa riguardo a quanto era stupido e non aveva capito nulla. Gli altri tre malandrini non avevano capito a che si riferisse ma l’importante era che tutto fosse tornato alla normalità. Ora conoscevano il segreto di James, che tuttavia era stato fin troppo vago con loro in proposito, non sapevano se fosse per lo scarseggiare o perché non ne fosse pronto, ma non era entrato molto più nei dettagli di quella storia.
Aveva detto loro solamente qualcosa a proposito di un mago, Greyback, che aveva attaccato James e il fratello mentre giocavano, James si era salvato nascondendosi in un cespuglio, Steven invece No.
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il golden trio al tempo dei Malandrini
Fanfictionuna storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini.