CAPITOLO 42 SEI SUO PADRE..

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La sala comune dei Grifondoro non era mai stato un posto così silenzioso e pieno di tensione. Non c’era traccia dei ragazzi sorridenti e solari che la popolavano di solito, al loro posto c’era un gruppo di musi lunghi che cercava di capire dove potesse essersi cacciato il loro amico Harry.

“Ragioniamo con calma.” disse Hermione decisa. Era convinta che vi fosse una soluzione logica e che riflettendoci un po’ su avrebbero senza dubbio risolto ogni cosa. Ginny però non sembrava essere dello stesso parere dell’amica.

“Non c’è tempo per la calma Hermione.” rispose Ginny agitata e rossa in viso. Sembrava davvero vicina ad un esaurimento nervoso. Ogni minuto che passava aveva sempre più paura che Harry se ne fosse andato per sempre. Doveva trovarlo al più presto e abbracciarlo stretto in modo che non potesse andarsene più.

“Correre qua e là senza ragionare non servirebbe a nulla Ginny.” cercò di farla ragionare anche Lily. Lo sguardo di Ginny era perso, impaurito. Lily intuì che tra lei e Harry ci fosse di più di quel che quei due avevano dato a vedere. In ogni caso, che stessero insieme oppure no, che si piacevano era un dato di fatto.

“Bene, che suggerite?” chiese Ginny incrociando le braccia e guardandosi intorno a mo‘ di sfida. Guardò uno ad uno i volti dei presenti. Remus, tirato e preoccupato che continuava a incolparsi silenziosamente di tutto. James e Lily, confusi e preoccupati, con le mani intrecciate. Sirius, impassibile come al solito, Ginny non era mai riuscita a decifrare i suoi sguardi come invece faceva Harry. C’erano anche Ron ed Hermione, pallido e silenzioso il primo e preoccupata la seconda.

“Non lo so, non so nulla di questo Harry. Raccontateci qualcosa così forse potremmo esservi più di aiuto.” esclamò Lily. Era frustrante non sapere nulla di quello che stava accadendo. Potevano solo fare supposizioni ma si trattava di castelli in aria a dir poco assurdi.

“Non se ne parla nemmeno.” disse deciso Ron guardando severamente i presenti. Non potevano tradire i segreti del loro amico. Con che coraggio lo avrebbero poi guardato in faccia? Doveva essere Harry a raccontare loro tutto quanto.

“Litigare ci fa solo perdere tempo.” li richiamò James. Sirius guardò sorpreso l’amico. Di solito era Remus colui che riportava la pace ed evitava le discussioni ma questa volta se ne stava in disparte senza dire nulla, come paralizzato. Hermione rimase in silenzio per un po’, concentrata a guardare un punto indefinito dritto di fronte a sé.

“Forse hanno ragione loro.” mormorò Hermione dopo un po’ guardando Ginny e Ron.

“Hermione, che dici..” iniziò Ron sorpreso dalle sue parole.

“Qualcosa glielo dobbiamo dire.” disse Ginny capendo quello che stava pensando l’amica. I Malandrini dovevano sapere chi era Harry e perché si stava comportando in quel modo.

“Siete sicure di quel che state dicendo?”chiese Ron ancora più stupito e confuso. Sembrava che Hermione e Ginny fossero impazzite improvvisamente senza una ragione precisa. Sembravano entrambe decise e sicure. Non era la paura di non trovare Harry a farle parlare, sapevano entrambe quello che stavano facendo.

“Certa, guarda Remus.” spiegò Ginny indicando Remus. Tutti i presenti si girarono verso di lui che alzò la testa sorpreso di essere stato chiamato in causa. Il tono di Ginny era dolce, non accusatorio.

“Si sta torturando per quello che è successo. Ron lo sai anche tu che non è colpa sua. Harry non è scappato per le parole di Remus ma perché non sa che fare, se tornare o restare qui.” disse Hermione senza staccare gli occhi da Ron, cercando di farlo ragionare. Remus non poteva credere alla sue orecchie. Si guardo intorno e notò le espressioni stupite dei suoi amici. Anche loro non capivano che stava succedendo.

il golden trio al tempo dei MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora