CAPITOLO 40 SULLE TRACCE DI HARRY - DOVE TUTTO è COMINCIATO

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La sala comune dei grifondoro era silenziosa come non mai. Tutti erano corsi via, oltre il castello dove potevano smaterializzarsi. Remus fissò a lungo la porta dalla quale erano usciti. Sperava con tutto il cuore che riuscissero a trovare Harry. Remus sperava molte cose, forse troppe. Desiderava essere capito dai ragazzi misteriosi e desiderava anche capire loro e il motivo che li aveva spinti a mentire su una cosa talmente importante con il benestare di Silente.

“Siamo rimasti soli piccolo. Anche tu mi odi per come mi sono comportato con il tuo padrino?” mormorò Remus al piccolo Teddy. Il piccolo era tranquillo, il caos di poco prima non lo aveva agitato. Remus guardando Teddy per un po’ dimentico tutti i suoi problemi. Era davvero un bel bambino anche se assomigliava davvero poco a Ginny. Anzi, per nulla. I suoi occhi avevano qualcosa di familiare. Remus sentiva che era assurdo ma era come se conoscesse quel bimbo da sempre. Anche Teddy si trovava bene con lui, non aveva mai pianto tra le sue braccia.

“Ghe!” rispose il bimbo guardandosi intorno tutto contento strappando un sorriso a Remus.

“Sai, a volte le persone agiscono pensando di fare bene e invece combinano disastri. Io volevo solo proteggere James e invece guarda che casino..” continuo Remus, quasi Teddy potesse davvero capire quello che gli stava dicendo. Il bimbo lo guardava interessato tenendo stretto tra le piccole manine un lembo dell’uniforme di Remus.

“ehi, ma tu parli da solo..” commentò una ragazza spuntata dal nulla. Remus sobbalzò stupito. Era davvero una ragazza strana, Remus non ricordava di averla mai vista. I suoi occhi erano di due colori diversi, uno azzurro e l’altro verde. Sembrava di guardare due persone diverse nello stesso momento. La studiò a fondo, era impossibile che non l’avesse notata prima con quegli occhi.

“No, io.. Aspetta, non ti ho mai visto. Tu chi sei?” chiese Remus fissandola a fondo. C’era qualcosa in lei di familiare. Forse i suoi lunghi capelli biondissimi, oppure i suoi grandi occhi così particolari. Doveva averla già vista.

“Che modi, mi sono persa.” rispose lei avvicinandosi un po’. Si guardava intorno come se non avesse mai visto quella sala. Sembrava persa in un mondo tutto suo.

“Ma tu non sei di grifondoro..” esclamò improvvisamente Remus. Doveva essere una ragazza del sesto anno di un’altra casa. Remus però non riusciva a capire cosa ci facesse lì.

“No, sono di corvonero. Ciao, ciao. Torno nella mia sala comune..” rispose lei sparendo all’improvviso senza dire nemmeno il suo nome.

Remus alzò le spalle e tornò a prestare attenzione al bambino dimenticando la ragazza stralunata che aveva appena fatto irruzione nella loro sala comune.

Nel frattempo Hermione correva per le vie del piccolo borgo magico alle porte del castello, cercando un luogo poco in vista in cui smaterializzarsi.

“Aspetta, non correre così!” urlò Sirius cercando di stare dietro Hermione. La ragazza era letteralmente corsa via come una pazza senza dirgli dove erano diretti e lui non aveva potuto fare altro che cercare di raggiungerla.

“Se vuoi venire insieme a me vedi di muoverti Sirius. Non c’è tempo da perdere.” rispose Hermione senza rallentare. Era molto preoccupata per il suo amico Harry. Se era davvero andato a Godrig’s Hollow non c’era tempo, dove assolutamente raggiungerlo. Quel posto era stato teatro di eventi molto dolorosi per Harry, non poteva lasciarlo solo in balia dei suoi incubi e dei suoi peggiori ricordi.

“Lo so, ma dimmi almeno dove stiamo andando e come ci arriviamo.” chiese Sirius, speranzoso di ricevere una risposta. Da quando avevano lasciato la sala comune non aveva praticamente detto nulla.

il golden trio al tempo dei MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora