CAPITOLO 58 COLPI DI SCENA

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Per Regulus fu strano iniziare a vivere, pensare e ragionare come un vero Grifondoro ma era lo stesso infinitamente grato a Silente per non averlo lasciato in quel covo di Serpi; non sarebbe durato un giorno di più.

Ogni volta che incrociava lo sguardo di sua cugina Bellatrix o di qualcuno dei suoi vecchi amici il ragazzo poteva avvertire chiaramente un brivido percorrergli la schiena così come poteva riconoscere sui loro visi quelle espressioni di disprezzo riservate solo ai traditori e ai servi.

“A volte credo che lo smistamento avvenga troppo presto.” aveva mormorato Silente a Regulus, fissando il vuoto.

Nonostante fissasse il ragazzino, la mente dell’uomo era lontana, persa in ricordi troppo lontani e sbiaditi. Improvvisamente il vecchio preside sospirò, conscio che pensare al passato non serviva certo a cambiarlo o aggiustarlo. Per un ragazzo che tornava dalla parte del bene ne rimanevano tanti, troppi, dalla parte sbagliata.

In compenso Neville, tra lo stupore generale, si era adattato praticamente subito ai ritmi del castello. A chiunque facesse domande circa il suo passato, tuttavia, il ragazzo rispondeva alzando le spalle e andando avanti per la sua strada con il suo grosso cane nero. Per tutti era il misterioso cugino di Frank, nessuno faceva altre domande.

“Come hai detto che si chiama?” chiese Remus, fissando perplesso l’animale che accompagnava sempre lo studente.

C’era qualcosa in lui che lo rendeva familiare ma il ragazzo non riusciva ad individuare con chiarezza di cosa si trattava. Si trattava di una sensazione che aveva provato anche le prime volte che aveva visto Harry e gli altri e che questa volta sembrava valere sia per il cugino di Frank che per il suo strano cane. Il ragazzo aveva provato a parlarne con Sirius e con James ma I due erano scoppiati a ridere per le assurdità delle affermazioni dell'amico. A detta loro era impossibile che la storia si stesse ripetendo sotto I loro occhi senza che loro se ne rendessero conto. Solo Lily era sembrata incline a credere al licantropo, ma non si esposta per evitare infinite discussioni.

“Uhm..” mormorò Neville, in difficoltà. Subito andò in cerca dell’aiuto degli amici, Sirius compreso. Per ovvie ragioni tuttavia Sirius si trovava nell’impossibilità di rispondere.

Fu Ron a prendere in mano la situazione, stupendo gli amici.

“Tartufo.” esclamò, sicuro.

“Cosa?” chiese Lily, stupita, alzando gli occhi dal libro di pozioni che stava leggendo.

Aveva sentito molti nomi bizzarri da quando frequentava la scuola di magia, ma questo sembrava batterli tutti quanti di gran lunga.

“Ieri mi avevi detto che si chiamava così, no?” balbettò Ron, rosso in volto, fissando insistentemente Neville sperando che il ragazzo gli reggesse il gioco.

“Si, lo ricordo anche io.” intervenne Hermione, mentre Neville esitava a rispondere.

“Oh, si.” esclamò Neville improssivamente, evitando con cura lo sguardo del padre.

Mentire ai suoi genitori era terribile almeno quanto lo era averli di fronte a lui, finalmente sani e lucidi, e non poter dire loro quanto era orgoglioso di tutto quello che avevano fatto per lui e per fare in modo che potesse vivere. Sua nonna non avrebbe approvato il suo comportamento. Probabilmente lo avrebbe guardato in modo severo e avrebbe brontolato, dandogli del codardo e dello smidollato.

Dopo le parole del ragazzo per qualche istante cadde il silenzio, poi tutto sembrò tornare come prima. Sirius dal canto suo sembrava contento della risposta, tanto che prese a scodinzolare. Teddy invece, eccitato da tutto quel movimento cominciò a fare versetti come per ricordare la sua presenza e poter ottenere la sua dose quotidiana di coccole.

il golden trio al tempo dei MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora