Nonostante Ron ed Hermione avessero bollato l'idea di Harry come assurda, il suo piano come folle e gli avessero quasi tolto il saluto, Ginny aveva deciso di dare una possibilità al suo ragazzo.
Dopo la discussione, Neville si era semplicemente rifiutato categoricamente di tornare sull'argomento. Voldemord era cattivo, loro i buoni. Punto, fine della discussione. Trattare con lui voleva dire buttare alle ortiche i sacrifici dei suoi genitori e di tutti coloro che avevano creduto nell'ordine della fenice, battendosi e morendo per esso.
Ron era confuso, Hermione silenziosa. Entrambi conoscevano abbastanza Harry da escludere che fosse impazzito improvvisamente. Ci doveva per forza essere dell'altro che Harry non aveva detto loro. Un dettaglio insignificante che sfuggiva loro e che non permetteva di comprendere il piano di Harry.
Ginny invece voleva credere in lui. Era Harry, l'amore della sua vita ed il futuro padre dei suoi figli e lei doveva concedergli quella possibilità. Lo avrebbe aiutato ad uscire dal castello, in cambio lui avrebbe riportato a casa la pelle e non avrebbe permesso al loro nemico di fare del male ad altre persone. Tutto sarebbe finito e loro avrebbero potuto godersi il loro lieto fine e quella vita tranquilla e noiosa che agognavano tanto.
Lo scambio sembrava ragionevole ed Harry aveva accettato.
"Come farai a trovarlo, una volta fuori dal castello?"
Aveva chiesto Ginny, ansiosa. Che ne sarebbe stato di Harry una volta uscito dal castello?
"Sarà lui a trovare me."
Aveva ribattuto Harry, sfiorando delicatamente con la mano la guancia della ragazza per tranquillizzarla. Trovare il suo nemico era l'ultimo dei suoi problemi, da che era al mondo era sempre stato lui a cercarlo per ucciderlo. Lo avrebbe trovato anche questa volta, non avrebbe mandato uno dei suoi sottoposti a fare il lavoro sporco al suo posto.
Ginny annuì con forza cercando con quel gesto di scacciare tutte quante le sue paure. Harry stampò un delicato bacio sulle sue labbra.
"Torno presto."
Mormorò a bassa voce, prima di sparire dalla vista della ragazza. Ginny rimase sola nella stanza buia a riflettere su quelle parole. Le ultime che aveva sentito uscire dalla bocca del ragazzo che amava se qualcosa fosse andato nel modo sbagliato.
Il ragazzo che era sopravvissuto sgattaiolò veloce fuori dal castello. Voleva scappare da Ginny prima di ripensare al suo piano.
Perchè doveva essere per forza lui a decidere le sorti di questo mondo?
Per un momento non desiderò altro che essere uno studente qualsiasi, non Harry Potter. Sospirò, poi scacciò quel desiderio e si concentrò sul suo piano. Se doveva affrontare il suo peggior nemico tanto valeva farlo bene. In fondo lui aveva un vantaggio su di lui, sapeva ogni cosa e poteva quasi prevedere ed anticipare le risposte di Tom Riddle.
Harry si concentrò ed improvvisamente si ritrovò a Godrig Hollow, dove tutto era iniziato. Guardò la casa dei suoi genitori - ancora in piedi, ben lontana dal crollare sotto in peso delle maledizioni di Voldemord - e sorrise. C'era qualcosa di rassicurante in tutto quello che stava accadendo. Le cose si sarebbero concluse là dove erano iniziate.
Qualche ora dopo la profezia di Harry si era avverata. Aveva sentito un rumore alle sue spalle e aveva avvertito chiaramente una presenza oscura nella stanza.
"Ciao Tom."
Salutò Harry, senza nemmeno girarsi verso il nuovo arrivato. Sapeva benissimo chi era il nuovo arrivato e perchè si trovava lì.
"Scocciatore."
Ringhiò l'altro, mascherando con la rabbia la sua sorpresa nell'essere sfidato da un ragazzino, un giovane uomo che non aveva ancora terminato gli studi e che era tanto impertinente da chiamarlo per nome. Proprio come faceva quello scocciatore del suo vecchio professore Albus Silente.
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il golden trio al tempo dei Malandrini
Fanfictionuna storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini.