CAPITOLO 13 NUOVI ARRIVI E NUOVI AMICI

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Il mattino arrivò in fretta, troppo in fretta per i nostri eroi o almeno così dicevano le occhiaie sui loro visi, Peter escluso. Peter era eccitato all’idea di conoscere il fratello di James e fu il primo ad alzarsi. La sua delusione fu enorme nel constatare che Steven era già uscito quella mattina.

“Si è alzato presto per andare ad accogliere i suoi amici.” spiegò tranquillamente James.

“I suoi amici?” chiese attonito Peter. Era deluso, desiderava ardentemente conoscerlo. In quelle occasioni si sentiva l’unico sfigato escluso da quello che facevano gli amici, anche se quella volta la colpa era solo sua.

“Si, Silente ha aperto un portale per portare qui anche loro.” continuò James annodandosi la cravatta. Peter e gli altri notarono il comportamento di James, era così tranquillo, a suo agio. Come se avesse ritrovato quello che aveva perso.

“Ah ecco..” mormorò sconsolato Peter.

“Suvvia Peter. Lo vedrai più tardi a lezione.” cercò di consolarlo Remus.

“Se tu fossi rimasto ieri sera lo avresti già visto e conosciuto.” aggiunse Sirius in tono aspro. Era dell’idea che Peter si fosse comportato da stupido la sera prima, e non mancava di farlo notare.

“Mi dispiace ragazzi. Mi spiace James.” mormorò Peter facendosi piccolo piccolo. Aveva colto in pieno la nota di rimprovero che c’era nella voce di Sirius e si sentiva in colpa. La sera prima James aveva bisogno del sostegno degli amici e lui non c’era.

“Eddai non c’è bisogno che fai quella faccia. È mio fratello non un Serpeverde, ed è simpatico e affascinante come me!” disse James sorridente per cercare di sdrammatizzare quella situazione e cercare di fare tornare il sorriso a Peter. Quella mattina era veramente felice, e nulla e nessuno avrebbe potuto cambiare le cose.

Nella torre di grifondoro i malandrini non erano gli unici ad avere dormito poco. Una certa ragazza dai capelli rossi era sveglia da molto tempo e guardava fuori dalla finestra con aria assorta. Era ottobre ma non faceva per nulla freddo, era come se l’estate non volesse lasciare il posto all’autunno nonostante fosse ottobre.

“Sei sveglia da molto?” chiese Alice che si era appena alzata e aveva ancora gli occhi assonnati.

“Non ho quasi chiuso occhio..” rispose la rossa senza smettere di guardare la finestra.

“Lily..” mormorò l’amica con un tono che tradiva un rimprovero.

“Lo so Ally, sono una stupida.” disse Lily voltandosi verso l’amica. Il suo sguardo era così triste e perso. Alice senti una morsa al petto. Faceva male vedere la sua migliore amica in quello stato. Non sapeva come aiutarla, cosa dire.

“No, non lo sei.” disse semplicemente.

“Si, invece. Mi sono accorta di tenere a lui solo quando l’ho perso. È troppo tardi..” si lasciò andare la ragazza abbracciando forte il cuscino desiderando fosse James.

“Non è mai troppo tardi. Hai provato a parlare con lui?” chiese ancora lei.

“Ieri sera.”rispose Lily senza lasciare il cuscino.

“Che ha detto?” chiese Alice sedendosi vicino all’amica e cominciando ad accarezzarle i capelli per calmarla.

“Che non era  il momento. Vedi, si è stancato.” rispose la rossa tuffando la sua testa sulla spalla dell’amica in cerca di conforto.

“Tesoro mi spiace. Ricordi quello che mi hai detto l’anno scorso quando Danny mi aveva lasciata? Il mare è pieno di pesci.” cercò di consolarla Alice. Non sapeva che dire e aveva una paura tremenda di avere detto una banalità che avesse fatto infuriare Lily.

il golden trio al tempo dei MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora