CAPITOLO 77 LIETO FINE?

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CAPITOLO 78

LIETO FINE?

Harry sedeva solo, cercando di scacciare i pensieri. C'era stato un breve momento in cui aveva davvero pensato di essere felice. Era stato quando si era lasciato alle spalle quasi dieci anni di tormenti degli zii e del cugino ed era arrivato a Hogwarts dove tutto era magico, le giornate erano liete e lui aveva trovato persino qualche buon amico.

In quei primi giorni al castello un Harry molto più giovane e anche decisamente più allegro sedeva spesso in quello stesso posto, guardando le montagne con la sensazione che quella vita non fosse la sua. Quella felicità d'altronde era durata davvero poco, pochi mesi. Tanto era bastato perché fosse messo bene in chiaro che lui dopo tutto era Harry Potter e che tutti i folli del pianeta - maghi oscuri di varie epoche, troll di montagna, ex maghi trasformati in topi, fantasmi e una vasta popolazione di demoni - erano destinati a rendere a lui la vita impossibile. Da quel momento in poi Harry aveva iniziato a chiedersi ogni volta se la scelta che stava facendo era giusta, proprio come stava facendo ora, solo.

Da che parte si inizia a manomettere un portale?

Era stata una bella idea proporlo, ma ora non aveva idea di come fare. Esistevano manuali? Forse Hermione o Remus conoscevano una sezione della biblioteca proibita dedicata?

E poi, era davvero giusto farlo per davvero?

Va bene, Voldemort non meritava la loro pietà, ma cosa li avrebbe differenziati da lui?

Queste erano solamente alcune delle domande che passavano nella mente di Harry quando chiudeva gli occhi e provava a riposare. Alla fine, esausto, aveva deciso che lo doveva fare.

Voldemort era un incubo che aveva preso forma non appena aveva saputo di avere una via d'uscita dalla vita che aveva vissuto insieme ai suoi zii.

Prima ancora di riuscire a ricordare perchè, lui aveva rovinato la sua vita e quella altre persone, come Neville. Harry era passato dal magazzino delle scope dove gli zii lo avevano confinato ad una vita di inseguimenti, lotte, tradimenti, inganni dove ogni cosa era manovrata da lui: Voldemort.

Era giusto voler mettere una fine a questo incubo? Certamente si.

C'era un modo giusto oppure sbagliato con il quale farlo? Harry a questa domanda non sapeva - o forse non voleva - rispondere. Sapeva solo che voleva passare oltre.

Nell'ultimo anno aveva vissuto una vita che non gli sembrava quasi la sua. La vita di un ragazzino qualsiasi che studia, scherza e perché no, organizza qualche marachella. La vita che per tutti i suoi anni ad Hogwarts non gli era stata permessa. La vita che avevano vissuto i suoi genitori e che sarebbe spettata a lui, se solo quel dannato mago oscuro non avesse deciso di distruggere la sua vita.

Chiudendo il portale avrebbe messo fine a tutto questo, e allora perché aveva così tanti dubbi?

Una chiacchierata con Silente, forse, avrebbe messo fine a tutti i suoi dubbi ma, purtroppo, nel tempio cui erano il preside non avrebbe capito. Certo, Harry conosceva molti dei suoi segreti, ma non sarebbe comunque servito a nulla. Il Silente di quei tempi cercava lo scontro: buoni contro cattivi. Tutto il resto non lo avrebbe capito.

Alla fine Harry decise che avrebbe fatto tutto da solo. Si fece forza e andrò dal preside.

Signore, posso entrare?
Chiese Harry, bussando alla porta dello studio privato di Silente. In pochi sapevano come raggiungerlo ed ancora meno erano ricevuti senza preavviso. Eppure Harry sapeva che l'uomo non lo avrebbe mandato via.

Certo Harry, mi sorprende però la tua visita. A quest'ora non dovresti essere a letto.
Mormorò Silente, stanco. Quella notte l'anziano preside dimostrava molti più degli anni che aveva, tutti i pensieri che lo tormentavano gli gravavano sulle spalle. Harry sapeva che Silente credeva che tutto quello che era accaduto fosse colpa sua e della pietà dimostrata al povero orfano Tom Riddle.

il golden trio al tempo dei MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora