La stanza intorno a lui era completamente bianca, illuminata da una luce strana, irreale. James non riusciva nemmeno a capire dove finissero le pareti e iniziasse il pavimento. Era in ambiente che sembrava privo di dimensioni. Urlò, ma dalla sua bocca non uscì il minimo suono. Che stava succedendo? All’improvviso sentì una finestra sbattere, poi di nuovo silenzio. Si guardò intorno ma di finestre non ne vedeva. Come era possibile? Un altro rumore, come una porta che si apriva cigolando. Si guardò intorno ancora, di porte non ne vedeva. Non capiva cosa stava succedendo.
Cominciò a sudare freddo, poi all’improvviso una voce.
SIRIUS “ DANNAZIONE PETER è DOMENICA MATTINA TI SEMBRA IL CASO DI FARE TUTTO QUESTO BACCANO?”
James aprì gli occhi e si ritrovo nel suo letto. Era stato solo un sogno, il sogno più strano che avesse mai fatto. Sembrava così vero. Aveva avuto come la sensazione di non essere solo, ma non ricordava di avere visto nessun altro in quella strana stanza, sempre che fosse stata una stanza. Inforcò gli occhiali scuotendo le spalle, allontanando dalla mente il sogno di poco prima. Nella stanza regnava il caos, un po‘ come sempre. Al centro della stanza un allibito Frank guardava Peter scappare da Sirius, che sembrava stesse quasi abbaiando. Anche Remus guardava la scena dal suo letto vicino alla finestra sorridendo ancora mezzo addormentato. James notò che era chiusa e che non poteva avere sbattuto. La porta del bagno invece era per metà aperta. Guardò con aria interrogativa prima Remus e poi Frank, che gli spiegò velocemente che Peter aveva aperto la porta del bagno facendo rumore e svegliando Sirius, che poi aveva svegliato tutti loro con la sua voce soave.
JAMES “ buon giorno Felpato, non ho potuto fare a meno di notare che il mal di gola di ieri è passato!”
il tono di James era a metà tra l’ironico e il divertito. Anche se era domenica mattina non gli scocciava essere stato svegliato in quel modo. O meglio, se fosse stato Peter o Frank avrebbe reagito esattamente allo stesso modo di Sirius, ma trattandosi di Remus o del suo fraterno amico poteva chiudere un occhio.
REMUS “ siamo tutti felici che ti sia tornata la voce anche se avresti potuto mostrarcelo senza svegliarci”
Disse Remus cercando inutilmente di assumere una faccia scocciata a cui però non convinse nessuno, anche lui non era disturbato dal brusco risveglio. Dopo aver incrociato lo sguardo con James fece partire la più grande battaglia con i cuscini da quando erano tornati al castello. Nessuno dei due trovava giusto che si divertissero solo Sirius e Peter, anche se quest’ultimo non era esattamente al culmine della gioia. Peter era il più basso del gruppo e aveva anche qualche chilo di troppo, combinazione che non lo aiutava nello scappare da Sirius.
Terminata la lotta non aveva senso tornarsene a letto, e così dopo un ultimo attacco che vide Sirius atterrato da Remus e Frank che scendeva a fare colazione scuotendo la testa i malandrini si ricomposero. Sentirono un rumore secco, come qualcosa che batte contro la finestra e poi il gufo di James fece la sua apparizione nella stanza. La risposta che attendevano da suo padre era finalmente arrivata. Remus e Sirius si avvicinarono a James che lesse ad alta voce.
“… CIAO CAMPIONE! CHE BELLO AVERE NOTIZIE DA TE, NON TI SEI DIMENTICATO DEL TUO VECCHIO. MI SPIACE, NON ESISTE NESSUN TERZO SPECCHIO, OPPURE VE LO AVREI DATO E LO AVREBBE REMUS. A ME NON è MAI SUCCESSA UNA COSA SIMILE, NON POSSO AIUTARVI. LA PROSSIMA VOLTA CHE RICOMPARE PROVATE A PARLARE CON QUESTA PERSONA. SE AVEVA INTENZIONI CATTIVE AVREBBE Già AGITO E CONOSCENDOVI SARESTE Già ESPLULSI! MI RACCOMANDO, DATEMI NOTIZIE. ROBERT H. POTTER”
In un’altra ala del castello le ragazze erano già sveglie, ma si rigiravano ancora nel letto afflitte da troppi pensieri. Alice pensava al suo Moretto e a quello che aveva saputo da Lily la sera prima. Lily invece pensava a Piton e a Potter. Alla fine aveva detto tutto quello che le passava per la testa in quel periodo ad Alice e lei l’aveva capita alla perfezione. Era stata ad ascoltarla in silenzio mentre le raccontava di Severus, e le si era disegnato sulla faccia un sorrisino idiota mentre parlava di Potter. L’avrebbe uccisa, cosa stava insinuando. Lei non amava James. Mio dio lo aveva chiamato per nome un’altra volta. Potter, Potter, per lei era
solo Potter. Quel gran rompiscatole di Potter per la precisione.
ALICE “ Quel gran figo di Potter vorrai dire”
Lily si maledisse mentalmente per aver parlato sottovoce. Tuttavia una parte del suo cervello le disse di essere d’accordo con Alice.
Quel giorno ci sarebbe stata la prima uscita a Hogsmeade e Potter per la prima volta da molti anni a quella parte non l’aveva invitata. Di solito le stava intorno da almeno due settimane e cercava in tutti i modi, quella volta invece non ci aveva nemmeno provato. Lily era smarrita da quel cambiamento improvviso. Era come se in mondo da qualche mese a quella parte avesse cominciato a girare in modo diverso. L’anno prima era la migliora amica di Severus, e si ritrovava perennemente tra i piedi un immaturo Potter che la scongiurava in tutti i modi di uscire giurandole amore eterno. Ora invece non parlava più con Severus, Potter sembrava quasi diventato una persona seria, lei cominciava a realizzare di non essergli completamente indifferente e lui non la invitava.
Si alzò dal letto e si chiuse in bagno per farsi una doccia, sperando di riuscire a scacciare quei pensieri. Non servi a nulla. Al suo ritorno Alice era vestita e l’aspettava seduta sul letto per scendere a fare colazione.
ALICE: “che faccia scura.. È perché Potter non ti ha invitata?”
Colpita e affondata. Nonostante non riuscisse ad ammetterlo con se stessa era così. Lei era attratta da Potter, forse da sempre. Quel suo modo di starle sempre addosso la faceva sentire corteggiata, importante, le dava fiducia. Il giorno prima Lily gli era passata accanto. Lui aveva alzato la testa e l’aveva fissata a lungo. Aveva aperto la bocca per parlare ma poi l’aveva richiusa senza proferire parola.
LILY:” una parte di me lo odia, l’altra è attratta da lui. Ci sono rimasta male perché non mi ha invitata”
Cuore o testa? Doveva dare retta alla vocina razionale che le ricordava quanto fosse un pallone gonfiato, di tutte le punizioni, i duelli con Piton, le battute cattive o al suo cuore che accelerava all’impazzata non appena incontrava il suo sguardo?
ALICE “ pensava che avresti risposto di No. È quello che fai da 3 anni a questa parte.”
È vero. Da tre anni a quella parte lui le chiedeva di uscire e lei lo respingeva. Come poteva sapere che era diverso ora? Che qualcosa nel suo cuore era cambiato e forse avrebbe detto si. Era tutto così complicato. Quello che sembrava chiaro il giorno prima era sbagliato ora, e ancora giusto due minuti dopo. Non riusciva a capirsi nemmeno lei.
LILY “si, ma.. Forse questa volta sarebbe stato diverso..”
Avrebbe potuto capire qualcosa di più. D’improvviso realizzò che non sapeva nulla su di lui. Lo aveva sempre giudicato come un figlio di papà viziato, un purosangue con la puzza sotto il naso con la casa piena di elfi senza conoscerlo davvero, senza avergli mai dato la possibilità di parlarle di lui.
ALICE “ COME?
Non ci poteva credere. La sua amica stava cominciando ad ammettere la realtà.
LILY ”beh, almeno avrei potuto capire se ha ragione la mia testa o il mio cuore. Quale dei due non funziona. Comunque non c’è problema. Non mi ha invitata..”
Concluse Lily con una punta di amarezza nella voce aprendo la porta e cominciando a scendere le scale.
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il golden trio al tempo dei Malandrini
Fanfictionuna storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini.