CAPITOLO 37 CERCANDO HARRY

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Nella testa di Harry rimbombavano mille voci. Le parole di Remus, il viso deluso di suo padre, gli occhi spenti di sua madre e la stanchezza di Sirius. Li aveva delusi tutti, dal primo all‘ultimo. Si era comportato come un bambino viziato e non era stato all‘altezza di meritarsi il loro amore e la loro amicizia. Harry si sentiva perso. Non sapeva dove andare né che fare. Chi avrebbe potuto ascoltare i suoi deliri e suggergli come uscire da quel pasticcio? Harry sospirò. Era completamente solo, come mai prima d’ora. Il peso di tutto quello che aveva passato nella sua vita gli gravava sul cuore. Si sentiva infinitamente vecchio perché aveva passato troppe brutte esperienze e troppi dolori.

Troppo preso dai suoi pensieri non aveva badato a dove andava e si era ritrovato di fronte alla porta di Silente. Si fermò qualche istante a riflettere se entrare o meno. Se tornare o no nel suo tempo. Ormai tutto era perduto nel mondo in cui si trovava. Alla fine si decise e bussò.

[sala comune dei grifondoro]

Erano ormai ore che Hermione, Ron e Ginny cercavano Harry. I ragazzi alla fine erano tornati nella sala comune, a fare il punto della situazione.

“Dannazione è sparito!” esclamò Hermione delusa e preoccupata. Le loro ricerche si erano rivelate del tutto inutili. Harry non era in nessuno dei posti dove loro avevano guardato.

“La mappa del malandrino?” propose Ginny cullando Teddy che non voleva saperne di dormire. Il piccolo sembrava percepire la tensione e continuava ad agitarsi.

“L’aveva lui!“ ricordò Ron con voce tetra. Era distrutto anche lui, ormai era tutto perduto. Conosceva bene Harry ed era quasi sicuro che se non lo trovavano al più presto avrebbe fatto qualche sciocchezza, sempre che non fosse già troppo tardi.

“Su quella dei malandrini? Potremmo chiedere a loro..” propose ancora Ginny con una punta di speranze nella voce. Sapeva bene che non sarebbe stato semplice chiedere loro aiuto ma in fondo potevano sempre prenderla senza il loro permesso. Era disposta a tutto pur di ritrovare il suo ragazzo.

“Non compare Harry su quella.” mormorò Ron smorzando l’ottimismo della sorella.

“Cosa? Accidenti non me ne ero mai accorto.” esclamò sorpreso Sirius, comparendo alle spalle dei ragazzi. Insieme a lui c’erano anche gli altri. James appariva un po’ meno pallido di prima. Teneva stretta a sé Lily, ed entrambi avevano gli occhi velati di lacrime. Remus invece teneva la testa bassa e si sedette lontano da tutti. Quasi volesse stare solo e riflettere su quello che era successo. Sentiva che in gran parte era tutta colpa sua. D’accordo, i ragazzi avevano mentito ma lui avrebbe dovuto parlare loro con calma. Aveva passato anni a dire a James e Sirius di stare calmi e affrontare i problemi in modo razionale e poi aveva fatto l’esatto opposto. Accusandoli ed alzando la voce in quel modo aveva creato quella situazione. Se tutti stavano soffrendo era solamente colpa sua. Doveva fare qualcosa per rimediare. Ci pensò su per qualche secondo poi si alzò e lasciò la sala senza che gli altri se ne accorgessero.

“Che ci fate voi qui? Non abbiamo tempo per darvi spiegazioni.” ribatté Ginny in tono acido. I malandrini, quelle stesse persone che l’avevano messa in soggezione la prima volta che le aveva visto ora la ripugnavano. Il loro comportamento era stato vergognoso.

“Beh, se ci darete spiegazioni solo dopo che avrete trovato il vostro amico vi daremo una mano. Voglio proprio sentire la vostra storia e quello che avete da dire.” rispose James sorprendendo tutti i presenti. Nessuno si aspettava che fosse in grado di parlare con tanta calma. In quelle ore si era calmato ed era giunto alla conclusione che prima di giudicare doveva sapere quello che era successo. Voleva che fosse Harry a spiegare quanto fosse successo. In quei mesi che lo avevano creduto Stev era stato leale e comprensivo con tutti loro. Si meritava la possibilità di spiegarsi.

il golden trio al tempo dei MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora