CAPITOLO 76 STASI

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CAPITOLO 77

STASI

Era bastato davvero poco perché la voce girasse e tutti quanti venissero a sapere del piano di Harry e dell'accordo che aveva stretto con il nemico. Non tutte le reazioni erano state controllate, in particolar modo quella di James Potter e della sua combriccola.

Di fronte alla rabbia dei malandrini Ginny, Hermione e Ron avevano deciso che non si sarebbero espressi per non fomentarli inutilmente. Conoscevano Harry, così come conoscevano il suo vissuto e come lui erano esasperati da quella situazione che ormai era statica da troppo tempo. Nessuno di loro aveva mai avuto un'infanzia normale. Gli anni di Hogwards, gli anni della crescita che per tutti erano stati anni di divertimento e svago erano stati per loro anni di lotta. Emarginati, guardati come pazzi e spesso derisi.

Neville non ebbe la minima esitazione e si schierò con loro. Non importava come, dovevano mettere fine alla guerra prima che la carneficina si potesse ripetere.

Sirius Black - il padrino di Harry - da parte sua ebbe una reazione davvero inaspettata, esplodendo in un ruggito di rabbia che fece tremare Hermione.

"Hai incontrato quel folle da solo? Avrebbe potuto ucciderti!"

Tuonò Sirius Black, mentre alle sue spalle Ginny annuiva. Per quanto raro fosse, era completamente d'accordo con l'uomo. Era d'accordo con il piano di Harry ma anche lei aveva trovato semplicemente stupida l'idea di incontrarlo da solo.

"Non sarebbe certo la prima volta che ci prova"

Commentò Harry sarcastico, ripensando a tutti gli incontri che aveva avuto con Voldemord nel corso della sua vita. Dal primo, di cui non ricordava nulla se non quello che aveva visto durante la visione a Godrig Hollow quando la sua bacchetta si era spezzata, per finire con l'ultimo, ad Hogward, quando aveva finalmente chiuso i conti senza sapere quello che sarebbe accaduto di lì a pochi mesi.

Sirius rimase un attimo a rifletterci prima di concludere che il piano di Harry fosse immorale, ma che valori come la lealtà e la moralità fino a quel momento erano tornate utili solamente ai funerali per consolare parenti affranti e per giustificare con "l'amore per la patria e per la giustizia" insensate morti di ragazzi appena più che ventenni.

"Chiudiamo questa storia e riprendiamo a vivere. Sono stanco."

Aveva concluso alla fine l'uomo, sentendo sulle spalle il peso di tutti gli anni passati a lottare per cercare di riconquistarsi un pizzico di felicità. Dopo aver pronunciato quelle parole era uscito, più cupo e tetro che mai. Harry aveva pensato per un attimo a seguirlo, per parlargli, ma non poteva certo lasciare soli i suoi amici. Con i malandrini infatti la musica era stata diversa. Sui loro volti Harry vedeva dipinta un'espressione di disgusto che sarebbe stata difficile da dimenticare.

"Fare un accordo con lui significa arrendersi, riconoscere che non c'è altro modo per noi di vincere questa guerra.

Aveva esclamato James, deluso. Agli occhi del ragazzo tutto appariva bianco o nero, giusto o sbagliato ed era impossibile per lui comprendere la sfumatura di grigio che aveva imboccato Harry con quell'accordo che aveva stretto con il loro nemico e che avrebbe chiuso quella storia senza né vinti né vincitori.

"Forse hai ragione, ma questo vuole dire salvare molte vite che altrimenti sarebbero andate sprecate.

Aggiunse Hermione, cercando di fare capire a James e agli altri malandrini quanto fosse importante fermare quella guerra prima che ci andassero di mezzo altre vite innocenti. Uomini, donne e bambini. Magici o babbani, con la sola colpa di essere quello da cui Tom Riddle aveva cercato di scappare per tutta la vita.

il golden trio al tempo dei MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora