CAPITOLO 67 RINTANATI IN BIBLIOTECA

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CAPITOLO 67

RINTANATI IN BIBLIOTECA

Da una delle torri più alte del castello magico James guardava la pioggia primaverile picchiettare sul vetro, sbuffando di tanto in tanto. Negli ultimi mesi erano successe talmente tante cose che riuscire a fermarsi per tirare il fiato e fare il punto della situazione sembrava quasi strano. Era ancora chiaro, benchè fossero finite da tempo le lezioni pomeridiane. La bella stagione stava arrivando e con lei gli esami che preoccupavano gran parte degli studenti del castello, ma nessuno del loro gruppo sembrava farci troppo caso. Nemmeno Lily, Severus e Remus, i più ligi al dovere. C'era una guerra in corso nel mondo reale e loro, gli unici studenti del castello che ne erano sufficientemente coscienti, dovevano fare di tutto per fermarla prima che facesse troppe vittime. Il passato, o meglio il futuro, non doveva ripetersi. Gli altri erano impegnati con le punizioni del nuovo ed eccentrico professore di Difesa Contro le Arti Oscure. Lui, siccome ferito, era bloccato nella biblioteca a sfogliare vecchi ed impolverati volumi dimenticati dal mondo e da chiunque altro sano di mente. Parole, paragrafi e interi capitoli si susseguivano noiosi ed inutili. Persino Lily aveva deciso di seguire Harry nella ricerca di quegli aggeggi magici che li avrebbero liberati una volta per tutti da quella grandissima seccatura di Voldemord. Solo lui era rimasto indietro, immobile ed inutile quando i fantasmi che infestavano la scuola di magia ed i libri che stava sfogliando distratto. I guaritori del San Mungo erano stati chiari con James: per un mese interno avrebbe dovuto portare le stampelle, di conseguenza niente avventure per lui. Lì per lì il ragazzo non aveva trovato nulla da obiettare. Almeno non prima di aver provato ad usare quella sottospecie di aggeggi infernali per muoversi. Fin dall'inizio camminare si era rivelato difficoltoso. Una lenta agonia. James, cercando di ignorare le risate degli amici, aveva provato a contrattare una riduzione della pena. Naturalmente i guaritori erano stati irremovibili, ed il ragazzo era finito a girare da solo le pagine di vecchi tomi ingialliti dal tempo nella biblioteca del castello. Di tanto in tanto qualcuno accettava di lasciare la ricerca, fino ad ora inutile, per fargli compagnia. Lo sventurato di turno quel particolare pomeriggio era il paziente Remus.

"Credo sia assurdo. State cercando di distruggere uno dei maghi più pericolosi al mondo e io devo restare in biblioteca." brontolò James, senza alzare gli occhi dal volume che stava consultando, un enorme libro sulle famiglie magiche più note nel quale speravano di trovare indicazioni su qualche altra reliquia appartenuta alla famiglia di Tom. L'anello, così come il medaglione, si erano rivelati un buco nell'acqua. I ragazzi avevano visitato entrambi i posti, senza trovare traccia degli oggetti o degli incantesimi che Harry ricordava fossero stati messi a protezione.

"Non li ha ancora creati." Aveva concluso Frank, alzando le spalle. Quella frase era una sorta di condanna per loro. Improvvisamente si erano resi conto di non avere nessun vantaggio reale sul loro acerrimo nemico.

"Abbiamo cambiato troppo questo tempo. Potrebbe non crearli mai o crearne altri." aveva continuato Hermione, lasciandosi cadere a sedere nella sala comune. Per qualche attimo era caduto il silenzio, ma era chiaro quale fosse il pensiero comune. Se Voldemort era riuscito ad incontrare la versione adulta di Bellatrix, sicuramente gli aveva letto nella mente ed ora sapeva ogni cosa. Il vantaggio che avevano su di lui era cancellato, perso per sempre. L'unico modo per anticipare le sue mosse era studiare, capire cosa avrebbe potuto scegliere e dove nasconderlo.

"James, hai le stampelle.." rispose pazientemente Remus, senza alzare gli occhi dal libro che stava sfogliando. Il licantropo aveva scelto un volume che parlava della geografia del paese natale del signore Oscuro. Più dettagli sapevano, più sarebbe stato semplice anticipare le sue mosse. Anche quel tomo, ad ogni modo, fini a quel momento non si era rivelato molto interessante. Tutto quello che vi trovava erano descrizioni oniriche e fantasiose, dove si divagava in panorami leggendari senza dare spazio  alla realtà oggettiva. In poche parole, inutile e noioso.

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