Capitolo 1: "State sbagliando."

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"Lasciami!" Urlo in preda al panico.

Quel cretino di Marco, il mio migliore amico, mi vuole buttare in acqua e, purtroppo per me, ci sta anche riuscendo.

Fino a due secondi fa era una delle solite giornate che trascorro al mare con i miei migliori amici: Marco e Valentina.

Stava andando tutto bene fino a quando Marco lancia un'occhiata di intesa a Valentina e mi prende in spalla. Eh ma me la pagheranno. Eccome se me la pagheranno!

"Maledetti!" Grido una volta uscita dall'acqua.

La gente mi può scambiare per una pazza isterica da rinchiudere al manicomio ma in questo momento non me ne importa assolutamente nulla.

"Ti voglio bene!" Si difende quella scema della mia migliore amica.

"No, non è vero! Altrimenti mi avresti aiutata e non avresti assecondato questo babbeo." Dico guardando Marco.

Vedo che fa una faccia dolce e abbassa lo sguardo. Non c'è niente da fare, mi conosce troppo bene e sa che non gli resisto quando fa così, infatti ogni volta la usa come una specie di arma contro di me.

"Dai cretini venite qua!" Esclamo aprendo le braccia.

Mi si fiondano subito addosso e io come una cretina vado sott'acqua.

"Va bene, va bene! Ora basta sennò affogo!" Ridacchio.

"Dai andiamo ad asciugarci altrimenti qui rischiamo di perdere Emily!" Scherza Marco ricevendo una mia linguaccia.

Tornati a riva faccio per sdraiarmi sul telo quando un fischio proveniente da un gruppo di ragazzi mi ferma. Sbuffo sonoramente e Marco si avvicina all'istante avvolgendo un braccio intorno alla mia vita.

"Sparite immediatamente." Li minaccia lui.

"Altrimenti?" Chiede uno di loro.

Vedo che Marco sta per rispondere ma gli metto una mano sul petto per allontanarlo perché so che perderebbe la calma e mi rivolgo a quegli esseri viventi senza cervello.

"Andate a farvi fottere." Dico alzando il dito medio.

All'inizio sembrano stupiti ma subito dopo si apre sul loro volto uno sorriso malizioso. La domanda sorge spontanea: Che problemi hanno?

"Aggressiva? Mi piace."

Okay sono più stupidi di quanto pensassi.

"Allora o ve ne andate o ve ne andate, scegliete." Impone Marco che sta perdendo la pazienza.

Lui è sempre così protettivo con me e Valentina, guai a chi ci tocca.

Il nostro è uno dei classici rapporti che si leggono nei libri. Ci siamo conosciuti all'asilo, abbiamo fatto le elementari insieme e così anche le medie. Abbiamo sempre condiviso lo stesso gruppo di amici e poi siamo andati al liceo. Nonostante i rari litigi ci siamo sempre stati l'uno per l'altro e sarà sempre così.

"Come siete antipatici." Borbottano andandosene e lasciandoci finalmente in pace.

Non mi piacciono queste situazioni, non mi piace attirare l'attenzione e tantomeno non mi piace passare come la vittima che si fa difendere dal proprio migliore amico.

È ovvio che mi fa piacere che Marco mi difenda ma diciamo che non mi piace fare scenate, ecco.

"Grazie." Sussurro abbracciandolo.

"Di nulla, Emily. Questo ed altro per te." Risponde stringendomi forte.

Dopo un'oretta torniamo verso casa mia parlando del più e del meno.

"Ciao ragazzi! Ci vediamo domani." Dico abbracciandoli e aprendo il cancello del mio giardino.

Entro in casa e stranamente ci sono i miei genitori. È strano perché di solito a quest'ora sono a lavoro.

Non vorrei che fosse successo qualcosa.

"Mamma, papà... Che cosa ci fate qui?"

"Oh tesoro, ciao. Uh, beh si... Noi ti dobbiamo parlare." Dice mia madre indicandomi la sedia difronte a lei.

"Certo, ditemi pure." Mi siedo mentre sorseggio un bicchiere di acqua.

"Allora..." Interviene mio padre. "Sai che tra un mese inizia scuola, no? E niente, ti dobbiamo dire che purtroppo non ci potrai andare con i tuoi amici." Mormora abbastanza triste.

"C-cosa?" Balbetto incredula. "E per quale motivo, scusa?" Alzo la voce.

"Calmati perché non dipende da noi, Emily." Sussurra mia madre facendomi arrabbiare ancora di più.

Solo a me quando dicono di stare calma mi fanno innervosire maggiormente? Forse vado controcorrente.

"Il fatto è che mi hanno dato un trasferimento per lavoro, a Roma." Dice titubante mio padre pronunciando la città in cui dobbiamo andare a vivere. "Mi dispiace, Emily, ma dovrai partire con noi." Conclude poi.

Cosa?

"State scherzando, vero? Io qui ho una vita, maledizione! Ho i miei migliori amici, la scuola e anche la maturità quest'anno! Non posso lasciare tutto così solamente perché ti hanno dato un trasferimento! State mandando a fanculo tutti i miei progetti!"Esclamo a gran voce, facendo scendere più di una lacrima.

Avevo intenzione di partire con Marco e Valentina dopo esserci diplomati. Avevo intenzione di girare l'Italia, il mondo, insieme a loro. Fare le più grandi cavolate nelle discoteche di New York, assaggiare la paella spagnola che mi dicono che è buonissima e passeggiare insieme per le strade di Berlino... Insomma, avevo vari sogni da realizzare.

Avevo, sì, perché questo maledetto trasferimento mi sta demoralizzando, e anche tanto.

"State sbagliando." Mormoro mettendomi le mani sugli occhi.

"Ci dispiace, tesoro. Però manterrai la tua amicizia con Marco e Valentina, te lo prometto. Potrete vedervi durante il week-end e potrete usare Skype. E poi lì ti farai nuovi amici e pensa che avremo una casa molto più grande di questa. Avremo il giardino e..-" Cerca di convincermi mia madre.

Sta continuando a blaterare su cose assurde come sul fatto che la scuola è migliore lì, i professori sono centomila volte meglio, avremo una villa a suo parere meravigliosa e bla bla bla.

"Q-quando partiamo?" Chiedo interrompendo il suo discorso senza senso.

"Tra due giorni, Emily. Anzi, inizia a preparare la valigia e le varie cose che ti porterai." Mormora abbozzando un sorriso.

"E quando me lo volevate dire, scusa? Il giorno stesso? Potevate avvisarmi prima, maledizione!" Sbotto pensando che mancano solo due giorni e poi dovrò dire addio a tutto.

Senza ascoltare ciò che sta dicendo mio padre, vado in camera mia e mi butto sul letto scoppiando a piangere.

Mi tornano in mente tutti i momenti passati insieme a Marco e Valentina. Dal nostro primo incontro all'asilo, alle elementari, il passaggio alle scuole medie, i giochi, gli scherzi, la gelosia di Marco, i consigli e la risata di Vale, i loro abbracci e le nostre promesse. No, non posso dire addio a tutto questo.

Li devo assolutamente avvisare.

NOTA AUTRICE ❤️
Ciao a tutti!
Questa è la prima storia che scrivo. Spero tanto che vi piaccia perché la scrittura è una mia grande passione. Fatemi sapere ciò che pensate, per favore. A presto! ❤️

O con te, o con nessuno.  ||Alessio Bernabei||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora