"Sì Ale, ti ho scritto un messaggio. Non ho fatto in tempo a spiegarti bene ma avevo scritto 'Zack'. Speravo che avessi capito ma a quanto pare no."
"Ma Emily, a me non è arrivato nessun messaggio! Altrimenti avrei fatto qualcosa! Sono andato ovunque a carcarti Emily, ma mai ho pensato a casa di Zack. Mio Dio, che idiota!" Esclama dando un pugno sul lavandino.
Finisco di lavarmi e dopo poco sono già seduta sul letto accanto a lui. Lo abbraccio di colpo, bisognosa delle sue braccia.
"Mi dispiace per tutto quello che hai passato lì Emily. Dio mio, non voglio nemmeno immaginare." Sussurra con la voce spezzata.
Nasconde la testa nell'incavo del mio collo e in questo momento mi fa estremamente tenerezza.
"Pezzi di merda! Ma ora vedranno con chi hanno a che fare! Emily domani andiamo subito a denunciarli." Quasi grida all'improvviso, staccandosi dal nostro abbraccio.
"Alessio aspetta! C'è un problema." Mormoro abbassando lo sguardo.
Ho davvero paura di quello che potrebbero fare, delle conseguenze.
"Cioè?"
"Zack mi ha detto che non avrei dovuto far parola con nessuno di quello che è successo, che non li devo denunciare, anche perché non ho uno straccio di prove e-"
"Straccio di prove Emily? Il tuo corpo è la prova più grande delle cose che ti hanno fatto!" Sbotta alzando la voce.
"Alessio per favore non gridare. Oggi lo hanno fatto così tanta volte che ti giuro non ne posso più." Mormoro esausta.
Voglio solamente rilassarmi e non pensare alla giornata trascorsa, se possibile.
"Va bene Emily, scusami. Dai ne parliamo domani, ora hai bisogno di riposarti." Afferma mentre si distende sul letto. "Vieni qui dai." Apre le braccia e io mi ci fiondo subito, senza farmelo ripetere due volte.
Mi accoccolo a lui rilassandomi completamente e beandomi della sensazione di protezione di cui avevo estremamente bisogno.
"Emily domani li denunciamo per forza. Anche i tui genitori vorranno farlo, di certo non si faranno intimidire da loro due. Quindi penso proprio che tu dovrai parlare di ciò che è successo, di quello che ti hanno fatto. Te la senti, piccola?" Mi chiede bisbigliando dopo qualche minuto di silenzio.
Sono pronta a roccontare ciò che è accaduto oggi? No, non lo sono nemmeno un po'.
"No." Dico sincera.
"Lo immaginavo Emily ma è l'unica soluzione. Starò al tuo fianco piccola, non ti lascio."
Annuisco leggermente più tranquilla senza dire nulla.
"Grazie." Sussurro prima di cadere tra le braccia di Morfeo.
ALESSIO.
Ancora non riesco a capacitarmi di ciò che le hanno fatto.
Hanno toccato Emily, la mia piccolina, le hanno fatto del male e pagheranno cara per questo.
In questo momento sta dormendo tra le mie braccia, è mezzanotte e dieci ma il sonno non si fa sentire minimamente, anche se ho passato tre ore a cercarla ovunque.
La stringo un po' più a me, come per non farla andare via, e le stampo un bacio sulla fronte.
"Non ti faranno più del male, te lo prometto." Sussurro anche se so che non mi può sentire visto che dorme.
Bussano piano alla porta e dopo qualche secondo quest'ultima si apre lentamente. I genitori di Emily fanno capolineo nella stanza guardandoci sorridendo.
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O con te, o con nessuno. ||Alessio Bernabei||
FanfictionEmily Evans è una ragazza pugliese, quasi diciottenne, che deve affrontare l'ultimo anno di liceo. Molto presto si dovrà trasferire, insieme ai genitori, a Roma, più precisamente a Tarquinia. Nella sua terra lascia i suoi due migliori amici: Marco e...