EMILY.
Ho appena finito una videochiamata con Marco e Valentina dove ho spiegato loro che mi sono fatta male alla caviglia. Mi hanno fatto davvero piacere tutte le loro raccomandazioni. Il giorno in cui Zack mi aveva scritto quei messaggi mi hanno detto che si erano spaventati a morte e, quando dopo essermi calmata li ho chiamati per avvisarli che stavo bene, entrambi sono scoppiati in lacrime. Questa reazione da parte di Marco mi ha stupita, e tanto anche, e non ho potuto non provare una gioia immensa di averli al mio fianco.
Ora, comunque, sto sul mio letto a guardarea tv mentre mamma è di sotto in cucina che prepara la cena. Sono le otto e Alessio ancora non mi ha chiamata. Mi ha detto che lo avrebbe fatto dopo aver finito delle commissioni ma mi sembra strano che ancora non l'abbia fatto.
Gli mando un messaggio in cui gli chiedo se va tutto a posto e poi decido di andare a farmi una doccia per rilassarmi. Faccio fatica a lavarmi dato che la caviglia mi fa ancora male ma dopo all'incirca un'ora mi sto asciugando i capelli. Sempre avvolta nell'asciugamano zoppico fino al letto per vedere se Alessio ha risposto al mio messaggio.
14 chiamate perse da Elisa, qualche altra chiamata da parte dei ragazzi e 58 messaggi sempre da parte loro. Ma nessuno da parte di Alessio.
Mi spavento all'istante e quando faccio per chiamare Elisa, ricevo un'altra chiamata : Antonella, la mamma di Alessio.
Con le mani tremanti accetto la chiamata e porto il telefono all'orecchio con un brutto presentimento.
"Antonella?"
"E-Emily, s-stai bene?" Mi chiede e sento benissimo che sta piangendo.
"Sì, tutto apposto, tu invece? Perché stai piangendo?"
"Puoi venire a-al pronto soccorso?"
Il battito cardiaco sembra fermarsi, il respiro diventa irregolare mentre le mani mi tremano così tanto che a malapena riesco a tenere il telefono in mano.
"Che cos'è successo?" Riesco a dire con un filo di voce mentre metto il vivavoce per non perdere tempo e iniziare a vestirmi.
"Alessio è stato trovato su una panchina, svenuto. Sembra che sia stato picchiato." Mormora a bassa voce, ricominciando a piangere.
Sussulto e mi porto una mano alla bocca per lo stupore, mentre sento le forze mancarmi.
"I-io... arrivo subito!" Quasi grido, presa dal panico, mentre chiudo la telefonata.
Mi infilo velocemente un paio di leggins neri mentre mi asciugo le lacrime che scendono sul mio viso. Guardo l'ora dall'orologio appeso in camera mia e vedo che sono le nove e dieci.
Non trovando e non avendo tempo per cercare una felpa, indosso semplicemente una maglia a maniche lunghe e una felpa con la zip, di Alessio. Infilo lo scarpe da ginnastica, con più cautela alla caviglia dolorante, e afferro il telefono di mamma che per il momento uso io. Lascio i capelli bagnati dato che non li ho asciugati bene e scendo le scale più velocemente che posso.
"Mamma, papà, qualcuno di voi mi deve assolutamente portare al pronto soccorso! Alessio è stato picchiato." Esclamo in preda al panico.
Se gli succedesse qualcosa di grave non ce la farei a superarlo.
"Oh Dio, Emily! Chi te l'ha detto?" Mi domanda mamma lasciando perdere la cena.
"Non ha importanza, devo andare!" Grido sentendo altre lacrime scorrere lungo il viso.
Non prendo neanche la briga di asciugarmele, non mi importa. Voglio solo andare da Alessio.
"Okay, andiamo."
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O con te, o con nessuno. ||Alessio Bernabei||
FanfictionEmily Evans è una ragazza pugliese, quasi diciottenne, che deve affrontare l'ultimo anno di liceo. Molto presto si dovrà trasferire, insieme ai genitori, a Roma, più precisamente a Tarquinia. Nella sua terra lascia i suoi due migliori amici: Marco e...