Capitolo 50: "È stato bello finchè è durato."

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È finita.

Sono finiti tutti i nostri sorrisi,i nostri abbracci,le nostre serate a guardare un film,le nostre ore passate al telefono per parlare,i nostri consigli l'un l'altro,le nostre cavolate.... Tutto,è finito tutto.

Mi alzo dal muretto più triste e arrabbiata che mai,raccolgo lo zaino da terra e mi dirigo verso casa,visto che non riuscirei a stare in classe.

-Emily! Dove vai?- Chiede Alessio raggiungendomi e bloccandomi per un polso.

-Dove vuoi che vada? A casa,no? Non riesco a stare qua,non ce la faccio proprio.- Mormoro asciugandomi le lacrime.

-Vieni qui.- Apre le braccia e mi stringe forte. -Mi dispiace,piccola. Io non so cosa ti ha detto Marco,però ho sentito quello che gli hai detto tu. Non ti sembra di aver esagerato?- Mi chiede dolcemente.

-No che non ho esagerato.- Mormoro sul suo petto. -QUELLO STRONZO SAI CHE COSA HA DETTO,ALESSIO? HA DETTO CHE HO INFRANTO LA NOSTRA PROMESSA,QUELLA DI STARE SEMPRE INSIEME! IN POCHE PAROLE MI HA FATTO CAPIRE CHE HO ROVINATO TUTTO IO! È UNO STRONZO! LO ODIO,LO ODIO!- Grido ripensando a tutto quello che mi ha detto.

Ho gli occhi di tutti puntanti addosso ma è l'ultimo dei miei pensieri. Non me ne frega assolutamente nulla.

-Emily,calmati. L'ha detto sicuramente perché è arrabbiato. Si vede lontano un miglio che ti vuole bene,non ti fare tutti questi film mentali,amore.- Cerca di tranquillizzarmi,Alessio.

Lo abbraccio più forte che posso,singhiozzando e urlando sulla sua spalla dei ripetuti: "Lo odio,è uno stronzo!"

-Emily! Che succede,piccola?- Chiede Tayler avvicinandosi mentre mi prende per un polso,staccandomi dall'abbraccio con Alessio.

In poco tempo ci raggiungono anche gli altri,cercando di capire se sono impazzita o meno.

-Lasciala in pace.- Interviene Alessio tirandomi di nuovo verso di sè.

Intorno a noi si è creata una folla enorme che guarda attentamente quello che stiamo facendo. Ma dico io,non hanno niente da fare?

-RAGAZZI!- Grida quella pazza della professoressa di storia mentre si avvicina a passo svelto verso di noi. -Si può sapere che diavolo sta succedendo?- Continua più arrabbiata che mai.

Questa donna,secondo me,è parecchio esaurita. Avrebbe bisogno di andare da uno psicologo per sfogarsi e parlare,le potrebbe essere d'aiuto.

-Niente,professoressa. Emily non sta bene,la riporto a casa.- Le spiega Alessio,mentre mi prende per mano.

-Assolutamente no! Filate immediatamente in classe! Se sta male,chiamiamo i genitori,non è ancora maggiorenne per poter uscire da sola!- Grida,di nuovo,posando lo sguardo su di me. -Si può sapere che ti è successo?- Borbotta sbuffando.

La guardo dritta negli occhi mentre le dico: "Non sono cose che la riguardano! Si faccia gli affari suoi."

Non mi importa assolutamente niente se mi mette la nota,se l'è cercata,punto.

-Emily,mi stupisce il tuo comportamento. Sta peggiorando molto,sappilo. Cerca di darti una regolata che ti ricordo che siamo all'ultimo anno. E poi tra un po' ci sono i colloqui,lo sai,vero?- Mi avvisa.

-Lo so perfettamente. È solamente che sto passando un brutto periodo,tutto qui.- Mormoro abbassando lo sguardo.

Ha ragione,maledizione. Sono all'ultimo anno e non mi sto impegnando abbastanza sia nel comportamento che nel rendimento.

L'anno scorso avevo la media degli otto e anche qualche nove,quest'anno dei sette.

-Va bene,l'importante è che ne sei consapevole. Ora vai in bagno,sciacquati la faccia e vai in classe che a momenti inizieranno le lezioni.-

O con te, o con nessuno.  ||Alessio Bernabei||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora