Capitolo 56: "Sto arrivando."

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E ora è un bel problema.

Tayler mi sta guardando negli occhi mentre mi giura che lui non ha fatto nulla.

"E allora chi è stato? Senti,Tayler,lasciamo perdere. Sono stanca di questa storia."

"No che non lasciamo perdere! Dobbiamo scoprire chi è stato perché qui ci va in ballo la tua amicizia con Marco e la nostra. Quindi no,non lasciamo perdere." Si gratta il mento mentre sembra che stia riflettendo su chi possa essere stato.

Appoggio la testa sul banco e chiudo gli occhi per riposarmi almeno un po'.

Mi fa così male pensare che Marco metterebbe fine alla nostra amicizia, durata quindici anni, per questa stupidaggine.

Insomma, abbiamo sbagliato entrambi.

Io lo perdonerei nonostante abbia detto determinate cose che mi hanno ferita molto. Lui,invece,non perdonerebbe me che mi sono semplicemente sfogata perché lui non rispondeva né alle mie chiamate, né ai miei messaggi da ben due giorni.

"Idea!" Esclama Tayler facendomi sobbalzare per lo spavento.

Mi riprendo dallo stato di trance in cui ero caduta e mi metto seduta composta.

"Dio santo,non gridare." Borbotto mettendomi una mano sul petto.

"Chiama Valentina e fatti dare il numero del mittente del massaggio,così vedrai che non è il mio numero!" Dice ignorando completamente la mia affermazione di prima.

"Ma non hai capito che io e Valentina non parliamo con Marco? O meglio,Marco non parla con noi?"

"Non mi importa,lo chiami tu allora."

"Oh non ci penso neanche."

"Lo farai."

"No,Tayler,perché io sono andata fino in Puglia per lui, sono andata sotto casa sua e l'ho letteralmente pregato per fargli aprire la porta. E poi,come se non bastasse,ha messo fine a tutto. Quindi scordatelo,non lo farò."

Sbuffa sonorosamente e alza gli occhi al cielo.

"Emily tu tieni a lui?"

Ripenso a tutti i momenti trascorsi insieme,dalle giornate all'asilo,ai litigi perché io e Valentina volevamo giocare con le bambole e lui con i supereroi,alla sua voglia di proteggerci da tutto il male,alla sua gelosia per i bambini che mi chiedevano di giocare con loro,alle risate,agli scherzi e le serate a dormire insieme in un unico letto. Penso alla nostra panchina e alla promessa che ci siamo fatti,quella di rimanere sempre insieme. Penso a come cercava di trattenere le lacrime il giorno della mia partenza e a come cercava di essere un appoggio per me e Valentina, assorbendo così anche il nostro dolore. Penso a una mia vita senza di lui e mi vengono i brividi. Penso a Marco...a Marco e al suo ruolo fondamentale nella mia vita.

"Allora?" Richiede Tayler.

"È come un fratello." Mormoro sicura di ciò che dico.

"Allora metti da parte l'orgoglio e chiamalo,Emily. Non te ne pentirai."

La campanella suona e così Tayler si va a sedere al suo posto.

Rimango interdetta dalla sua risposta,indecisa su che fare e su come comportarmi.

"Che frustrazione." Borbotto mentre Alessio si siede al mio fianco.

"Emily,io non ti dirò cosa fare ma ti dico solo di ascoltare il tuo cuore. Ci va in ballo la tua amicizia con Marco."
Mormora Alessio.

Annuisco mentre il professore entra in classe.

* * * *

Sono passati tre giorni, tre maledettissimi giorni, e io ancora non ho deciso se chiamare Marco o meno.

O con te, o con nessuno.  ||Alessio Bernabei||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora