"Ale ma possibile che non ricordi?" Gli chiedo per l'ennesima volta, scoppiando a ridere.
Da più di mezz'ora che stiamo insieme e, come gli avevo detto per non destare sospetti della festa, ho dovuto portare un libro qualsiasi per studiare. I risultati sono davvero scarsi.
"Non sono un genio con le date, okay? E poi storia non mi piace! È una delle materie più noiose." Borbotta passandosi una mano fra i capelli. "9 agosto 1989?"
Mi sbatto una mano sulla fronte, scuotendo la testa. Un sorrisino compare sulle sue labbra, evidentemente divertito dalla situazione e dal mio esaurimento. È una data, una sola data.
"Lo fai apposta o cosa? Allora Ale non è difficile." Lo incoraggio mentre mi sfila il libro di storia tra le mani. "Sai bene che questa materia, e tantomeno la professoressa di questa, non piace neanche a me. Però ci sarà all'orale quindi si deve studiare per forza." Borbotto già ansiosa per l'esame che ci toccherà fare tra pochissimi mesi. "Quindi, dove eravamo rimasti? Ah sì, il muro di Berlino. Allora Ale, sono due date in croce e ce la puoi fare, io lo so. Quindi 13 agosto 1961 è la data della costruzione, okay?" Vedo che annuisce mentre scrive qualcosa sul libro. "E 9 novembre 1989 il giorno... Ale ma mi stai ascoltando?" Sbotto avvicinandomi, per vedere ciò che sta combinando su quel libro.
Non l'ha fatto davvero.
"Quindi nel mentre io mi stavo spolmonando per farti entrare in testa quelle benedette date, tu hai disegnato un...una... ma non lo so! Mi spieghi cosa diamine è?" Domando sbigottita, cercando però di nascondere un sorriso.
Scoppia a ridere portandosi una mano sulla pancia mentre il libro - che si trova sul suo petto - si alza e si abbassa per le sue risate.
"Dai Emily, si capisce palesemente! È la professoressa di storia!"
La guardo meglio e mi chiedo come un pallone con due stecche al posto delle gambe e delle braccia, con i capelli alzati e la faccia arrabbiata possa sembrare la nostra professoressa.
Beh in effetti qualche somiglianza ci sta...
"Emily! Ti ricordo che le vacanze sono finite e visto che siete riposati pretendo più concentrazione da voi! Vai fuori!" Esclama Alessio, imitando la voce della professoressa quando mi ha sbattuta fuori dalla classe solo perché mi ero distratta un momento.
"Ma professoressa non è giusto, non ho fatto nulla!" Decido di stare al gioco, sorridendo.
"Non mi interessa, vai fuori!" Grida, fingendo di arrabbiarsi.
Mi alzo dal letto su cui ero seduta e mi dirigo verso la porta, sbattendola con forza una volta uscita. Esco quindi dalla stanza d'ospedale di Alessio e mi appoggio con la schiena sulla porta di questa, sorridendo.
Sento la risata di Alessio giungermi alle orecchie e ciò non fa altro che farmi star bene. È così bello sentirlo ridere e sapere che non è più a rischio.
Entro subito dopo e vado ad abbracciarlo, d'un tratto felice come non mai.
"Che alunna maleducata." Sussurra accarezzandomi dolcemente i capelli.
"Che professoressa esaurita."
Sorride e mi stampa un bacio sulla tempia, stringendomi forte. Non vorrei rovinare questo bel momento ma voglio davvero sapere cos'è successo ad Alessio e di conseguenza il motivo per cui sta qui.
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O con te, o con nessuno. ||Alessio Bernabei||
FanfictionEmily Evans è una ragazza pugliese, quasi diciottenne, che deve affrontare l'ultimo anno di liceo. Molto presto si dovrà trasferire, insieme ai genitori, a Roma, più precisamente a Tarquinia. Nella sua terra lascia i suoi due migliori amici: Marco e...