Capitolo 63

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"Basta Zack! Zack ti prego, smettila!" Grido all'ennesima spinta dentro di me.

Sono un fiume in piena, non riesco a smettere di piangere. Mi fa male, è troppo violento. Ogni tanto mi lascia addirittura qualche schiaffo in faccia, così, senza alcun motivo.

È da ormai qualche ora che va avanti così e io sto per crollare sia emotivamente che fisicamente.

"B-basta, t-ti prego Zack." Mormoro mentre avvicina le sue labbra al mio collo.

Mi ha lasciato come minimo cinque segni. Non ne posso più, voglio andare a casa.

"T-te lo c-chiedo per favore, Zack. Smettila, n-non mi sento bene."

Scuote la testa sorridendo e inizia di nuovo a baciarmi. Sono davvero disgustata da questo ragazzo, mi fa schifo.

"Merda, Zack!" Impreca Scott aprendo la porta, poi fissandomi attentamente.

"Cosa vuoi coglione? Ci stai interrompendo!" Sbotta Zack innervosito.

"Sta qui con noi da quattro ore e ormai sono le dieci di sera! Alessio la doveva venire a prendere e prima lei l'ho beccata con il telefono in mano. Ho paura che l'abbia avvisato e che lui sia andato dalla polizia. Zack lasciamola andare! La riprenderemo!"

Zack esce violentamente da me e con uno spintone mi butta a terra.

"Cosa hai fatto tu? Hai avvisato Alessio? Eh, Emily? L'hai avvisato?" Grida ancora, abbassandosi alla mia altezza.

"N-no." Mento.

Sorride amaramente e mi arriva un ennesimo schiaffo in faccia.

"Puttanella, non mentire! L'hai fatto, lo so che l'hai fatto! Altrimenti cosa facevi con il telefono in mano?"

Cerco di alzarmi con il busto ma fallisco miseramente. Non riesco a muovermi.

Tossisco e mi porto le mani alle orecchie per le sue troppe grida.

"Rispondimi!"

"No okay? Non gli ho scritto, altrimenti sarebbe venuto a prendermi!" Sbotto.

Perché Alessio non è venuto? Cos'ha fatto tutte queste ore? Dov'è stato?

Mille domande si fanno spazio nella mia mente senza ricevere alcuna risposta.

"E perché avevi il telefono in mano?" Continua a insistere.

Pensa Emily, dagli una buona risposta e ti porta a casa. Non essere troppo dura. So che è difficile ma provaci.

"Cercavo di mettermi in contatto con lui, ma Scott mi ha beccata! I-io te lo giuro Zack, non ho fatto in tempo."

Sembra crederci perché annuisce.

"Okay ora la riportiamo a casa." Dice a Scott. "Tu vestiti. Ti voglio pronta tra cinque minuti esatti." Detto ciò esce dalla camera insieme al suo amico sbattendo la porta.

Mi lascio andare e mi sfogo in un pianto liberatorio, accucciandomi su me stessa.

Cerco di alzarmi e con quel poco di dignità che mi resta riesco a mettermi seduta sul letto. Mi infilo gli slip e il reggiseno, poi continuo con la camicetta e i jeans. Mi metto le scarpe e mi alzo, facendo forza sulle braccia.

Ho un dolore fortissimo all'interno coscia, mi gira la testa e ho male ovunque.

Zack fa capolineo nella stanza, già vestito anche lui, e dopo avermi squadrata un attimo mi prende per mano e mi trascina giù per le scale.

Saliamo in macchina solo noi due e mette in moto. È nervoso, ha la mascella contratta.

"Ascoltami bene." Scandisce lentamente le parole. "Se tu ti azzardi a sporgere denuncia te la faccio pagare Emily. Dopotutto non hai nemmeno uno straccio di prove, quindi con quale coraggio puoi dire che siamo stati noi? Dirai che hai conosciuto un gruppo di ragazzi e sei uscita per prendere un caffè con loro. All'inizio si sono rivelati gentili ma poi tra una cosa e un'altra ti hanno picchiata per derubarti, e infatti ora non hai più il telefono. Chiaro, Emily? Non dire in giro altre versioni perché intanto lo vengo a sapere. Stai attenta Emily, non ti conviene metterti contro di me." Accosta al lato della strada. "Scendi qui, intanto casa tua sta vicino. Non voglio lasciare sospetti." Mi spiega.

O con te, o con nessuno.  ||Alessio Bernabei||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora