Capitolo 46

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Guardo la persona davanti a me.

Non riesco a muovermi.

Mi guarda, ma non dice nulla.

-ragazzi, non vi salutate?- dice mia zia.

-certo- dice mio cugino avanzando verso di me.

Mi tende la mano, che io stringo titubante e mi da un bacio sulla guancia.

Ritiro subito la mano e la mamma e la zia se ne vanno in cucina, lasciandomi sola con lui.

Lui mi guarda e sorride.

-mi sei mancata- dice sorridendo.

Più lo guardo più mi rendo conto di quanto cavolo è bello.

È molto più alto di me, e sulle sue braccia c'è un accenno di muscoli.
Le labbra carnose, che in questo momento sorridono e quei bellissimi occhi, di un misto fra il verde e l'azzurro.

-anche tu- sussurro lentamente.

Si avvicina e mi abbraccia.

Lo stringo e sento il suo buonissimo profumo.

Senza volerlo, mi scappa una lacrima, mentre mi ricordo del passato.

Lui mi guarda e dice:

-sei bellissima-

Lo abbraccio di nuovo.

Non ci credo.

-ehy, basta- dice asciugandomi gli occhi.

-ho saputo che sei stata adot...- dice ma lo interrompo.

-già...- dico.

-Marco, Jennifer venite!- urla mia madre dalla cucina.

Ci alziamo e andiamo da loro.
Ci sediamo a tavola e mia zia dice:

-Jennifer tesoro, come sei diventata bella!-

-grazie- dico sorridendo.

**************

La serata passa, e mia zia decide di tornare a casa con Marco.

Lui mi saluta, con un bacio all'angolo della bocca e ci scambiamo i numeri.

Mi metto il pigiama, mi strucco, e contenta mi infilo velocemente sotto le coperte.

Sento un rumore fastidioso, e mi trattengo dal spaccare la "sveglia" solo perché è il mio telefono.

Mi alzo e vado in bagno. Mi vesto, mi trucco e mi avvio a scuola.

Appena entro, vedo Austin che si bacia con una delle sue ochette.

Cerco di non guardarli e mi dirigo in classe.

Dopo 5 minuti entra il prof.

La porta si apre di scatto e appare Austin.

-scusi. Ho fatto tardi.-

Sì come no.

-siediti- dice il prof.

Lui si siede vicino a me e dice:

-buongiorno-

-vaffanculo- dico senza guardarlo, e con la coda dell'occhio, vedo che mi guarda aggrottando le sopracciglia.

-che ho fatto ora?-

-che cosa non hai fatto forse..- dico sbuffando.

La porta si apre di nuovo e sulla soglia c'è la professoressa di educazione fisica con un ragazzo.

Appena entrano riconosco subito il ragazzo e sorrido.

-buongiorno ragazzi, questo è un vostro nuovo compagno, Marco-

Lui si siede al banco dietro al mio, e il prof riprende la lezione.

Dopo due ore di storia, finalmente è ora di tornare a casa.

Arrivo all'armadietto e vedo Marco davanti a me.

-ehy- dico.

-ehy, sentivo volevo chiederti se stasera sei libera..sai, volevo..- dice, e vedendolo in difficoltà sorrido.

-certo- dico.

-davvero?-

-perché no- alzo le spalle.

-allora a dopo- dice dandomi un bacio veloce...sulla bocca.

Aspetta...sulla bocca?!

Appena si rende conto di ciò che ha fatto, spalanca gli occhi e dice:

-oh scusa io.. ecco..-

-non fa niente- sorrido e me ne vado.

-chi è quello?- mi chiede.

-cosa ti importa?- dico.

-mi importa- dice.

-il mio amico di letto- dico cercando di non scoppiare a ridere per la sua faccia.

Lui spalanca gli occhi e tossisce.

-scherzo.. è mio cugino...per modo di dire-

-perché per modo di dire?-

-i cavoli tuoi?- dico irritata e me ne vado.

-aspetta..non vuoi un passaggio?- dice.

-no- dico e me ne vado.

-dai..non posso lasciare una ragazza da sola, con tutti questi pedofili in giro- dice.

Scoppio a ridere.

-davvero? Tu ne saresti capace- dico ma me ne pento, quando lo vedo rabbuiarsi.

-ok accetto- dico cercando di farlo sorridere, ma annuisce solo.

-scusa, non volevo offenderti- dico e lui mi guarda.

-non fa niente- dice e fa partire la macchina.

Arrivo davanti casa, lo saluto con un "ciao" e scendo.

Chissà perché si è offeso.

Entro e trovo mia madre seduta sul divano che piange, con mio padre davanti a lei, in piedi.

-eccoti- dice mio padre venendo verso di me.

Mi prende per i capelli e urla:

-è l'ora di stabilire chi comanda in questa casa-

Comincia a darmi calci e pugni, con mia madre che piange e urla, cercando disperatamente di fermarlo.

Dopo un po', sento la porta sbattere, voci, e poi buio.

Mi hai stravolto la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora