Capitolo 69

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La sveglia continua a suonare da ormai 2 minuti, ma non ho ne la voglia, ne la forza di spegnerla.

Ad un certo punto mi innervosisco, allungo la mano, e gli do un pugno facendola cadere, e smettere di suonare.

Mi sdraio rilassata, e mi godo il calore del lenzuolo che mi avvolge.

In uno scatto, apro gli occhi di corsa e guardo a destra.

Merda. Merda. Merda.

Il telefono è la sveglia. Ho dato un pugno al telefono.

Cazzo.

Raffinata la ragazza insomma..

Mi alzo di scatto, prendo il mio amato cellulare in mano e perlustro attentamente ogni singolo millimetro dello schermo.

Solo un graffio, per fortuna.

Mi trascino in bagno, e ripenso alle parole di mio cugino.

Sto lavorando per cercare di guadagnare quei soldi, ma non ce la faccio; sono davvero troppi. Mi hanno dato un'altra settimana di tempo.

Io, da stupida che sono, gli ho detto che lo aiuterò a guadagnare quei soldi.

È per questo che da ieri lavoro in un piccolo bar vicino la scuola.

Mi lavo velocemente, mi vesto, mi trucco e scendo a fare colazione.

Austin ha detto che oggi non sarebbe venuto a scuola, per risolvere una questione. Non ho voluto essere invadente e non gli ho chiesto di quale questione si tratti.

Ma la curiosità mi sta divorando. Stamattina sarà uscito presto, dato che non c'è traccia di lui.

Sbuffo frustrata, e dopo aver mangiato una mela, corro fuori dato che sono in "leggero" ritardo.

*****************

La giornata passa troppo lentamente, e per giunta non è venuta neanche Lily.

Quei due non me la raccontano giusta.

Sono giorni che parlano al telefono, discutono su non so cosa, e se manca uno manca l'altro.

Mi stanno facendo leggermente preoccupare.

E se...

No. Lily non mi farebbe mai una cosa del genere, giusto?

Giusto.

O almeno spero.

Appena metto piede fuori dal territorio scolastico, mi ricordo che fra esattamente un'ora devo esattamente sere a lavoro.

Che palle.

È il mio secondo giorno, e già mi sono stufata.

Vado a casa per mangiare.

Mentre poso qualcosa nell'armadio, noto nel fondo una lettera.

Quella lettera.

La riapro, e la rileggo un'altra volta.

Sento le lacrime agli occhi e mi rendo conto di quanto io sia stupida.

E se Austin mi stesse tradendo di nuovo?

In questi giorni è distante, e non mi presta tante attenzioni.

Strappo il foglio in mille pezzi, e mi asciugo la lacrima che mi è uscita dagli occhi.

Esco, e mi dirigo verso il bar.

Alle 6:00 p.m., quando finalmente finisco di lavorare torno a casa.

Nel tragitto, vedo Lily e Austin seduti su una panchina, che chiacchierano.

Subito mi viene un groppo in gola, e mi nascondo dietro un cespuglio per sentire.

-non deve assolutamente sapere- dice Lily.

-si infatti in questi giorni la vedo un po' pensierosa, ma sono sicuro che non sospetta nulla- dice Austin.

Stanno parlando di me?

-stamattina le ho detto che dovevo risolvere una questione, ha abboccato- dice lui.

-la nostra Jennifer avrà una bellissima sorpresa- dice Lily ridendo.

Spalanco gli occhi, e mi trattengo dal non andare li e darle una sberla.

È quello che sto pensando?

Non ci credo.

Sento le lacrime scorrere velocemente sulle guancie, e mi trattengo dall'alzarmi e andare a dirgliene quattro.

Appena se ne vanno corro a casa e aspetto il ritorno di Austin.

Mi tradisce con Lily.

Sono le uniche parole che sento nella testa da quando ho sentito la loro conversazione.

Alle 8:00 finalmente la porta si apre, ed Austin fa il suo ingresso.



Mi hai stravolto la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora