Capitolo 3

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Il giorno dopo fu la solita routine.
Quando raggiunsi il garage trovai Sofia e Lorenzo che rimettevano in ordine.
-Ehi.
Loro mi salutarono e Sofia si avvicinò a me.
-Ascolta, io e Lorenzo dovremmo parlarti.
-Che succede?
Il rosso si sedette e iniziò ad accordare la sua chitarra per poi far cenno a Sofia di parlare.
-Vedi, come sai noi tutti ci conosciamo da parecchio tempo, e abbiamo imparato a sopportare Antony.
Antony. Era questo di cui doveva parlarmi?
-Ok...
La incitai a continuare. Sofia si scambiò uno sguardo con Lorenzo.
-Greta, tu sei l'unica che non ci va d'accordo e, per andare avanti con la band, ti chiediamo di farlo.
-Ascolta, la cosa è diversa, lui mi odia, io odio lui.
-Lo so Greta, ma provaci.
Sbuffai e mi alzai raggiungendo lo scaffale con gli spartiti. Lorenzo posò la sua chitarra e mi guardò strofinandosi le mani.
-Oggi tu e lui andrete a prendere le nuove custodie per gli strumenti, così risolverete i vostri problemi.
Disse lui alzandosi. Feci cascare tutti i fogli a terra.
-CHE COSA?!
In quel momento Antony entrò, come al solito nero in volto. Alzò la testa e inarcò un sopracciglio accorgendosi che lo stavamo fissando.
-Che c'è?
Chiese confuso. Lorenzo gli spiegò quello che avevano spiegato a me.
-Non ci penso neanche.
Disse infine il moro.
-Su una cosa siamo d'accordo.
Commentai io.
-Invece voi lo farete, se non volete andarvene dalla band.
Ci ricattò Lorenzo inarcando un sopracciglio.
-Cosa...
-Non puoi farlo, Paggi!
Disse Antony cominciando ad agitarsi.
-Posso farlo eccome.
Sorrise divertito e scambiò lo sguardo da me ad Antony e viceversa. Alzai gli occhi verso di lui, anche se avevo sempre paura di incontrare quelle iridi marroni.
-Va bene.
Sbuffò lui.
Però, allora non ci voleva tanto per metterlo al tappeto.
-Ok, ok, devo andare a casa a prendere i soldi.
Dovevo comprare anche un altro microfono, quello era completamente distrutto.

Io ed Antony uscimmo di fuori, quanto avrei voluto uccidere Sofia. Perché proprio lui, Dio.
Lo ignorai per tutta la camminata da casa di Lorenzo a casa mia.
Entrai in fretta seguita da Antony e salimmo di sopra, non volevo farmi vedere con lui dai miei genitori, mi avrebbero tartassato di domande.
Entrammo in camera mia e cercai il mio portafoglio. Antony si sedette sul mio letto e si guardò in torno senza dire una parola. Mi concentrai sui cassetti della scrivania ma niente, dove lo avevo messo?
-Quindi non sei mora naturale.
Disse Antony, mi girai verso di lui e spalancai gli occhi. Aveva in mano una foto, quella foto.
Mi avvicinai a lui e gliela strappai dalle mani rimettendola al proprio posto.
-Chi sono quelli? Non sembrano i tuoi genitori.
-Non sono affari tuoi.
Sputai io.
Smontai mezza camera per trovare quel portafoglio. Antony mi seguì con lo sguardo poggiandosi con le mani sul letto e tirando indietro la schiena.
-Perché non li chiedi semplicemente ai tuoi genitori?
Mi feci scappare una risata.
-Se sanno che sono in una band mi cacciano di casa.
Antony mi fissò accigliato.
-E perché?
-Perché sono dei tipi così antichi, ma... perché sto parlando con te?
Dissi scuotendo la testa. Lui sorrise divertito e si alzò dal letto guardando le altre foto che erano sulle mensole.
-Almeno posso sapere chi è quello che ti bacia la guancia?
Chiese il moro incuriosito. Finalmente trovai il portafoglio. Decisi di accontentarlo e mi avvicinai a lui guardando la foto e sorridendo, con un po' di malinconia negli occhi gli risposi.
-È Madalin... il mio ragazzo
Abbassai lo sguardo pensando a lui. Al suo sorriso, i suoi occhi azzurri.
Antony mi fissava ancora sorpreso.
-Hai un ragazzo?
-Sì, a quanto pare c'è qualcuno che apprezza il mio "carattere di merda".
-Wow, poverello, mi fa pena.
Alzai gli occhi al cielo mordendomi il labbro.
-Che c'è? Non sarai mica geloso?
Antony emise un verso strozzato.
-Cosa? Io geloso di te? Mai nella vita.
-Allora andiamo, forza.
Dissi prima di scendere di sotto.

ANTONY POVS

Quindi era fidanzata. Chi lo avrebbe mai detto.
Uscimmo di casa.
-Come mai non l'ho mai visto in giro questo Madalin?
L'espressione di Greta cambiò e capii di aver toccato un tasto dolente.
-Lui è nella mia vecchia città, New York.
Strinsi i denti.
-Ah... mi mi dispiace
Greta mi fulminò con lo sguardo.
-Certo, come se a te importasse qualcosa!
-Greta...
Aumentò il passo e non mi parlò più fino al negozio di strumenti.
Coglione Antony, sei un coglione.
Dopo aver comprato tutto tornammo in garage. Perché mi dispiaceva vedere Greta triste? Forse erano solo i sensi di colpa, perché era triste per colpa mia.

Il giorno dopo, mentre andavo a scuola, incontrai Matteo.
-Ehi, come sta andando?
Mi chiese lui mettendosi le mani nella tasca della giacca.
-In che senso?
Matteo alzò la testa verso di me.
-Con Greta, Lorenzo mi ha detto che...
-Male, la odio, mi sta proprio sulle palle!
Lo interruppi io irritato. Matteo alzò le sopracciglia.
-Bene, vedo che sei migliorato.
-Devo sopportarla in garage e adesso anche a scuola!
Mi scostai un ciuffo ribelle da davanti alla fronte mentre sbuffavo pensando a lei.
-Va bene, parliamo d'altro
Disse Matteo capendo il mio disagio.
-Ti interessa qualche ragazza in particolare?
Chiese per poi scoppiare a ridere insieme a me. Aveva detto la più grande cazzata della terra. Io non avevo interessi per una in particolare. Non andavo dietro loro, in caso era il contrario.
-Sappiamo entrambi i miei unici interessi.
Matteo rise passando una mano in mezzo alla sua chioma castana.
-Sì, non ci avevo ripensato, scusa.
Ero fortunato a conoscere Matteo e Lorenzo da sempre. Erano i miei migliori amici e gli unici che volevo.
-Permesso.
Disse una voce familiare per poi spingermi facendomi barcollare. Alzai la testa verso Greta, che non si era fermata e camminava a passo veloce verso la scuola. I suoi lunghi capelli neri si muovevano col vento mentre metteva le mani in tasca e si stringeva nelle spalle. Sorrisi inconsciamente continuandola a seguire con lo sguardo.
Matteo mi studiò.
-E quindi la odi.
Affermò lui chinando la testa. Mi concentrai su di lui.
-Sì, perché?
Lui alzò le spalle.
-No, niente.

GRETA POVS

Ero appoggiata al termosifone del corridoio mentre Sofia mi parlava. Ieri aveva litigato con Lorenzo e mi stava raccontando ogni singolo dettaglio. La mia attenzione si spostò su Antony. Stava parlando con delle ragazzine del primo anno e ogni tanto gli sussurrava qualcosa all'orecchio.
-È squallido.
Esclamai con un'espressione schifata. Sofia guardò nella mia direzione.
-Ma lascialo stare, Greta, lui è così, non possiamo farci niente.
-Sì ma... anche con quelle più piccole.
Antony rise a una cosa che una di quelle ragazze aveva detto e alzò la testa verso di me. Il suo sorriso si spense e mi fissò accigliato.
-Se non smette di guardarmi vado lì e gli faccio fare una figura di merda davanti a quelle galline.
Sofia scoppiò a ridere.
-Ti prego, fallo.
Guardai di nuovo Antony che aveva lo sguardo fisso su di me. Iniziò un vero e proprio gioco di sguardi e se ne accorsero, penso, tutte le persone che erano nel corridoio, comprese quelle matricole che prima stavano parlando con lui. Tutte e tre mi fulminarono per aver spostato l'attenzione del loro piccolo Antony da loro a me.
Una di loro prese coraggio e poggiò le sue mani sulle guance del moro, lo tirò verso di lei e lo baciò come se fossero in intimità.
Abbassai la testa infastidita e rientrai in classe. In fondo lo faceva sempre, perché mi dava fastidio? Ma che cazzo stavo dicendo, evidentemente avevo troppo sonno, facesse quello che gli pare.

Tornarono tutti in classe.
-Perché sei rientrata?
Mi chiese Sofia sedendosi al suo posto.
-Mi andava.
Risposi abbassando lo sguardo.
-Mh ok, senti, oggi vieni a pranzo con noi? Facciamo un picnic.
Sapevo che in quel "noi" era compreso anche Antony.
-Non lo so.
-Guarda che ti devi sentire importante, è una nostra tradizione.
Si intromise Lorenzo mettendo una mano sulla spalla di Sofia e procurandosi un suo bacio sulla guancia. Erano così carini, questo mi fece pensare e a quanto mi mancasse Mad.
-Ehi Menchi, perché sei scappata prima?
Chiese Antony mentre tornava al suo posto.
-Ehi Di Francesco, perché non te ne vai a fanculo?
Lui rise e si sedette, come al solito scomposto.

Le lezioni finirono e dopo le continue suppliche di Sofia decisi di andare con loro. Trovammo un parco e ci sedemmo sull'erba.

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora