Capitolo 61

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-Non ti libererai mai più di me, Menchi, perché verrò con te.
Greta drizzò la schiena e sorrise.
-Davvero?
Domandò euforica. Mi avvicinai nuovamente a lei e le lasciai un bacio a fior di labbra.
-Davvero.

Presi il telefono e controllai un po' di notifiche mentre lei indossava di nuovo l'intimo. Bussarono alla porta e subito dopo si sentì la voce di Serena.
-Antony, posso entrare?
Chiese alzando il tono di voce per farsi sentire. Io e Greta ci scambiammo uno sguardo preoccupato spalancando gli occhi.
-No Ser, non entrare.
La sentii sospirare.
-Dai Antony sono tua sorella di che ti vergogni? Ti prego, è importante.
Sbuffai e mi voltai verso Greta che si stava rivestendo.
-Ti ho detto di no Serena!
Replicai alzando il tono di voce a mia volta. Mi mandò a quel paese e lasciò perdere.
Mi voltai verso Greta che nel frattempo stava cercando qualcosa nel mio armadio.
-Mi dispiace che l'hai cacciata, ti voleva parlare di una cosa importante.
Mi portai il labbro inferiore fra i denti e lo strinsi fissando il suo sedere coperto solamente da dei piccoli slip.
Greta si coprì in fretta indossando una mia maglietta che a lei stava lunga.
-Per Serena niente è importante, e poi non potevo certo farla entrare.
Lei si sedette sul letto e portò le ginocchia al petto appoggiandoci poi il mento.
-Sì lo so... Ma magari voleva davvero parlarti di qualcosa di importante.
Mi avvicinai a lei e le misi un braccio in torno alla spalla.
-Ci parlerò dopo, invece parliamo di noi eh.
Greta sorrise e alzò la testa verso di me.
-Non ci credo che verrai a Londra con me.
-Te lo giuro.
Affermai baciandola.
-Come lo dirai ai tuoi?
Chiese incrociando le mani.
-Non lo so, ma ormai ho 19 anni, posso benissimo andarmene.
Greta sbuffò una risata e giocò con la coperta.
-A me a 19 anni mi hanno mandato qui.
-Lo dici come se fosse una cosa brutta.
Lei alzò la testa e abbozzò un sorriso.
-All'inizio sì.
-E poi?
Domandai aspettando una risposta positiva.
-E poi... ancora, odiavo questo posto perché avevo appena conosciuto uno stupido idiota!
Esclamò lasciandomi offeso. Mostrai il labbro inferiore e lei me lo baciò.
-Sto scherzando.
Sussurrò contro le mie labbra. Sorrisi e affondai la testa nell'incavo del suo collo.
-Ti amo.
Lei mi accarezzò la schiena.
-Anch'io.

Ci alzammo dal letto e ci vestimmo.
-Io vado un po' dai miei, mi accompagni?
Propose Greta mentre uscivano dalla stanza.
-No, devo parlare con la mia famiglia di Londra, ci vediamo dopo.
Mi sforzai a dire quelle parole, era un'anno che non la vedevo eppure eccoci qui pronti a dividerci di nuovo, e chi me lo assicurava che ci saremmo visti veramente dopo?
Basta Antony sei troppo paranoico.
Greta mi lasciò un bacio sulle labbra e se ne andò.

GRETA POVS

Attraversai il vialetto di casa e venni inondata da ricordi che mi fecero sorridere.
Chi l'avrebbe mai pensato che quella città mi avesse portato tutte quelle emozioni? E pensare che se non avessi risposto di "sì" quando Sofia mi chiese di seguirla adesso non sarei qui, adesso non so dove sarei o con chi sarei.
È proprio vero che la nostra vita dipende da ogni nostra piccola scelta.

Mi resi conto di essere davanti alla porta, così bussai e quando mia madre mi aprì il suo volto si illuminò di gioia.
-Greta!
Esclamò provocando un mio sorrise.
Mi abbracciò e dall'altra parte della stanza sentii mio padre alzarsi in fretta dalla sedia.
-Che cosa ci fai qui? Perché non ci hai avvertiti?
Chiese proprio lui quando ci raggiunse.
-Beh diciamo che è una lunga storia.
Rimisi piede nella mia vecchia, dolce e accogliente casa e il mio sorriso si allargò.
-Ci sei mancata tanto, tesoro.
-Anche voi.

Pranzai con loro e gli raccontai un po' di tutto, di Londra, degli studi e del perché ero tornata, di quest'ultima cosa evitai molti dettagli.
Comunque, dopo decisi di andare in garage a trovare i ragazzi, ormai il progetto della band era finito. Ma quello sarebbe stato sempre il nostro luogo di incontro, un luogo speciale, davvero.

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora