Capitolo 24

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Passarono due giorni e siccome Lorenzo aveva già prenotato hotel e tutto per i provini, Antony fu costretto a scappare di casa.
La mattina presto ci ritrovammo alla stazione del treno tutti in ansia e mancava solamente lui.
-Ma dove cavolo è?
Domandò Lorenzo tamburellando nervosamente le dita sul manico del suo trolley.
-Spero solo che non abbia avuto problemi con i suoi genitori.
Commentai a bassa voce, quasi volessi tenere quel pensiero per me. Mi guardai in giro e notai la sagoma di Antony sbracciare e correre verso di noi.
-Eccolo, meno male!
Esclamai facendo tirare a tutti un sospiro di sollievo. Finalmente Antony ci raggiunse e salimmo sul treno rilassandoci per quell'ora di viaggio.

Parlammo del più e del meno mentre il treno scorreva veloce lungo i binari.
-Stasera si sboccia?
Propose scherzosamente Lorenzo.
-No!
Esclamai ricordando quanto avessi vomitato l'ultima volta.
-Perché? Sei astemia per caso?
Domandò Enzo. Sentii Antony trattenere a stento una risata. Gli lanciai un'occhiataccia e poi tornai a guardare Enzo.
-No, ma è meglio che non esageriamo.
-Santarella.
Mormorò Antony guadagnandosi un mio pugno.

Finalmente raggiungemmo l'hotel e stavolta fui contenta di ritrovarmi in camera con Antony.
-Quindi stasera che facciamo? Niente?
Chiese lui mentre aprivo la porta della camera.
-Non lo so.
Risposi posando le chiavi sul comodino e buttandomi a peso morto sul letto.
-Non mi va di uscire stasera, scusa.
Antony si sedette accanto a me e sorrise lievemente.
-Non fa niente, troveremo qualcosa da fare.
Affermò accarezzandomi la guancia, poi si avvicinò al mio orecchio e il suo fiato sul mio collo mi fece rabbrividire.
-Forse ho già un idea.
Sussurrò facendomi fremere ancora di più.

Scendemmo di sotto per mangiare e in più chiacchierammo fino a tarda sera. Sofia e Lorenzo decisero di andare a fare una passeggiata per conto loro, mentre Enzo e Matteo tornarono nelle loro camere, cosa che facemmo anche noi.
Mi misi a sistemare la valigia mentre Antony usava il telefono.
-Indovina? Ho portato la tua felpa!
Esclamai prendendo l'abito e mostrandolo ad Antony.
-Te la regalo.
Disse lui mettendosi a sedere sul letto e sorridendomi.
-Davvero?
Lui annuì alzandosi e raggiungendo il mini frigo.
-Grazie.
Lo ringraziai stringendo quella calda felpa contro il mio petto. Antony si voltò e sorrise stappando una lattina di Coca-Cola.
-Lo sai, sei bellissima. Rimarrei ore a guardarti, magari mentre ridi e ti porti la mano davanti alla bocca coprendola con la mia felpa. Magari mentre mi prendi in giro dicendo che mi odi, quando non è vero. Magari quando ti trucchi, anche se sei bellissima pure senza. Magari quando ti tingi i capelli. E niente, ti guarderei in tutti questi modi ed altri mille diversi, perché amo guardarti.
Abbassai la testa e sorrisi, ogni volta non sapevo cosa rispondergli, era così dolce.
-Sei incredibile.
Riuscii a dire mentre lui si avvicinò a me e mi baciò appassionatamente.
Ci staccammo e gli sorrisi, avrei voluto ringraziarlo per tutti quei sorrisi che mi faceva spuntare, ma non sapevo come.
-Ti metteresti la mia felpa? Voglio fare una foto solo nostra e vorrei che la indossassi.
Disse lui allontanandosi da me e prendendo il telefono.
-Ok.

Mi avvicinai di nuovo alla valigia e disfai le ultime cose.
-Ehi Greta, posso farti una domanda? Mi sorge spontanea da quando ti conosco.
Chiese Antony ancora incollato al display del suo cellulare.
-Dimmi.
Risposi voltandomi verso di lui.
-Ma tu, sei vergine?
Trattenni una risata da quella domanda così inaspettata e forse arrossii anche.
-Cosa? Perché questa domanda?
Antony sorrise alzando le spalle.
-Dai, rispondi.
Continuai a trattenere risate e mi sistemai delle ciocche di capelli dietro l'orecchio.
-Ehm no, non sono vergine.
Antony annuì.
Tutto qui? Pensai.
-Come mai questa domanda?
-Perché ti ho sempre considerato una santarella e mi andava di sapere.
-Una santarella?
Ripetei inarcando un sopracciglio.
-Sì.
Rispose sorridendo e avvicinandosi a me. Lo trovai a pochi centimetri dal mio volto.
-Ho capito il tuo giochetto.
Esclamai lasciandolo confuso.
-Giochetto?
-Volevi entrare nell'argomento e poi... boom!
Antony ritirò le labbra per non scoppiarmi a ridere in faccia.
-Che intendi con boom?
Chiese mordendosi il labbro.
-Lo sai benissimo, sappi che non te la do'.
Antony scoppiò in una fragorosa risata.
-Grazie, non la voglio.
Rispose trattenendo un sorriso mentre io continuavo a guardarlo male.
-Bene.
Esclamai fingendomi incazzata, ma in realtà stavo ridendo dentro e sarei esplosa.
-Bene.
Si atteggiò lui muovendo la testa e dandomi le spalle.

Antony scattò e prima che potessi rendermene conto si era già voltato e mi aveva spinto contro al muro.
-Quanto durerà ancora questa cosa?
Chiese lui avvicinandosi sempre di più e schiacciando il suo petto contro il mio.
-Quale... cosa?
Chiesi con un filo di voce mentre la sua bocca si avvicinava al mio collo e il suo fiato premeva contro la mia pelle.
-Quella che fingi di essere incazzata con me.
Mi misi ad ammirare il suo petto che si alzava e si abbassava a seconda del suo respiro. Sentirlo così vicino a me mi metteva così a disagio, non riuscivo a muovermi. Antony iniziò a baciarmi il collo e la situazione non migliorò. Sentivo i suoi denti e la sua lingua sfiorarmi la pelle e dalla mia bocca uscì un leggero gemito. Il ragazzo sorrise compiaciuto e mi lasciò dei baci sulla guancia fino ad arrivare alle mie labbra. Sorrisi perdendomi nelle sue iridi marroni.
-Sai qual è la verità?
Domandò a bassa voce e l'unica cosa che riuscii a fare fu scuotere la testa.
-Che voglio baciarti... da per tutto.
Sussurrò al mio orecchio. Poggiai le mani dietro il suo collo e lo tirai verso di me baciandolo con più passione. Dal collo scesi alle spalle e iniziai a togliergli la felpa. Antony sorrise a quel gesto e subito dopo mi prese per i fianchi sollevandomi e continuando ad assaporare le mie labbra. I suoi denti si incastrarono con il mio labbro inferiore e lo tirò mentre mi faceva sedere sul letto. Le nostre labbra si staccarono e per un attimo i nostri respiri furono l'unica cosa che spezzava il silenzio di quella camera. Sulla bocca di Antony spuntò un altro sorriso che fece sorridere anche me. Riprese a baciarmi il collo, le sue dita trovarono il bordo della mia maglietta e iniziarono a sollevarla mentre io sbottonavo lentamente i suoi skinny. Alzai le braccia per aiutarlo a sfilarmi completamente la t-shirt così rimasi solo in reggipetto. Antony mi fissò per qualche secondo e tirò un lungo sospiro. Gli accarezzai la nuca e lo baciai di nuovo, lo sentii rabbrividire. Si tolse la maglietta e ci mise poco a sfilarmi anche i pantaloni, come se lo avesse già fatto altre mille volte. Lui salì sopra di me e mi baciò la clavicola facendomi sdraiare mentre io mi reggevo alla sua schiena. Si avvicinò al mio orecchio mentre le sue mani vagavano lungo i miei fianchi.
-Sai perché ti ho fatto quella domanda prima?
Chiese sussurrando e trasmettendomi sicurezza con la sua voce che era stranamente calma.
-No.
Riuscii a dire tra un respiro affannoso e l'altro. Antony sorrise e mi lasciò l'ennesimo bacio sul collo.
-Mi sarebbe piaciuto... essere la tua prima volta.
Disse per poi baciarmi le labbra. Lo guardai perdendomi, come tutte le volte, nei suoi occhi e gli accarezzai la guancia.
-Non fa niente, questa è la nostra prima volta e credo di capire quello che provo per te.
Lo rassicurai io facendolo sorridere.
-Ok.
Mi sfilò anche gli slip e mi baciò di nuovo prima di entrare in me. I nostri corpi si unirono, e in quel momento c'era solo lui nella mia mente, il pensiero delle sue labbra che continuavano ad assaporare la mia pelle mentre spingeva sempre di più dentro me. In quel momento il dolore era l'ultima cosa che contava, adesso esistevano solo il piacere e la passione. Continuammo a scambiarci baci bagnati, mentre la nostra pelle si scontrava. Ogni mia parte del corpo tremava e non c'era sensazione più bella. Le mie mani stringevano così forte la sua schiena da lasciargli alcuni piccoli graffi con le unghie. Entrambi continuavamo a gemere i nostri nomi, mentre i nostri corpi erano completamente incastrati tra loro. Antony non voleva staccarsi da me, ma decise di riprendere a lasciarmi baci sul collo scendendo giù fino al seno. Le nostre mani si intrecciarono ed il suo sguardo era perso nel mio. Fare l'amore con lui era indescrivibile, lo amavo, sì, lo amavo davvero. Antony si staccò e sfinito poggiò la sua fronte sulla mia, mentre io avvolsi con le braccia la sua schiena sudata, prima che lui crollasse accanto a me completamente senza fiato. Sospirai e mi strinsi a lui mentre la notte si faceva sempre più scura fuori dalla finestra.


#spazioautrice
HEY I'M BACK.
Per festeggiare la rivelazione dei Jafia sono tornata, sono troppo felice per loro e tra un po' tocca a i Grentony😏😍
Comunque lasciate tante stelline e commenti e ci rivediamo alla prossima, mi siete mancati!❤️
~OvunqueconFede

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora