Capitolo 60

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-Purtroppo non si può, però possiamo ricominciare da capo. Tu vuoi che io sia meno coglione? Che sia più umile e sincero? Bene, cominciamo da adesso, ti dirò tutto quello che sto pensando adesso, con tutta la limpidità possibile.
Greta Menchi, smetti di morderti il labbro perché mi manca fare sesso con te, e se non ci fossero tutti adesso, ti sbatterei per strada.
Greta sorrise e concentrò il suo sguardo a terra.
-Sai, hai appena detto questa cosa con la consapevolezza di ricevere un mio pugno, ma l'hai detto, davvero ti ammiro.
Sbuffai una risata e mi appoggiai con un gomito allo schienale della sedia.
-Sapevo che non mi avresti fatto niente, non fare tanto la santarellina che queste parole ti piacciono.
-Non è quello il punto, è che non posso credere che dopo un anno tu riesca ad essere così... strafottente e provocatorio come le prime volte.
-Ehi è passato un anno, ok. Ma adesso ci siamo nuovamente rivisti, e non c'è niente di più bello. Greta io non starò qui a dirti quello che devi fare, di perdonarmi o meno, so che ce l'hai con me, e fai bene, tutto qui.
E detto questo mi alzai e la lasciai da sola.

Mi avvicinai al buffet e scelsi qualcosa da mettere sotto i denti.
-A me puoi dirlo eh, che avete fatto in macchina?
Lorenzo comparse alle mie spalle e la sua voce bassa e roca mi fece spaventare.
-Non abbiamo fatto niente, coglione.
Il rosso mi studiò con un sopracciglio inarcato.
-Allora ha fatto lei qualcosa per te, eh?
Chiese dandomi una gomitata amichevole.
Sospirai e mi appoggia al tavolo portando un bicchiere riempito d'acqua, alla bocca.
-Non è successo niente.
Lorenzo mi guardò deluso.
-Nemmeno un bacio?
Chiese come ultimo tentativo.
-Nemmeno un bacio.

Dopo un po' risalii in camera mia stanco ed annoiato da tutto e da tutti.
Mi tolsi la giacca e la lanciai sul letto, mi avvicinai allo specchio cercando di snodare inutilmente il nodo della cravatta.
-Come cazzo si toglie questa merda!
Sputai infastidito. Sentii qualcuno bussare alla porta socchiusa e dallo specchio vidi il riflesso di Greta entrare.
-Ehi.
La salutai girandomi a guardarla mentre strattonavo la cravatta.
-Stavo andando via e volevo salutarti.
Mi fermai a guardarla.
-Tornerai a Londra?
-Non lo so, per adesso starò un po' con i miei genitori visto che è da tanto che non li vedo.
Abbassai la testa e mi guardai le scarpe che per tutto il giorno avrei voluto sostituire con quelle da ginnastica.
La mia mente mi urlava "riprenditela Antony, e non se ne andrà".
Strinsi i pugni per liberarmi da quei pensieri.
-Vuoi che ti aiuti a... ?
Alzai la testa e la vidi indicarmi la cravatta.
-Ah sì, grazie.
Risposi mentre si avvicinava a me.
Greta rise e provò a sciogliere il nodo.
-Guarda che hai combinato.

Sorrisi e la fissai a lungo visto che era vicina a me e potevo farlo benissimo.
Non riuscivo ancora a credere che fosse lì, mi era mancata tantissimo.
Era così bella, dio.
-Nemmeno un bacio?
Domandai ad alta voce ripensando al discorso di prima con Lorenzo.
Greta si fermò e mi guardò allargando leggermente la bocca confusa.
Rinunciò a slacciarmi il nodo e prima che potessi ragionare mi tirò a se per la cravatta, baciandomi.
Questi baci inaspettati erano i migliori, davvero. Mi aspettavo che Greta mi avesse riso in faccia ma non era così.
Il cuore mi batté forte come la prima, la seconda, e tutte le volte in cui l'avevo baciata. La mia mano cedette ad accarezzarle i fianchi e poi a vagare sul suo sedere. Greta si tirò indietro continuandomi a tirare e a baciare, si appoggiò al muro e la schiacciai contro il mio petto.
Ci staccammo per riprendere fiato e non potei fare a meno di sorridere.
-Te lo ripeto: mi sei mancata.
Greta affondò la testa sul mio petto.
-Anche tu, davvero tantissimo.
Lei si avvicinò al mio orecchio.
-Mi è mancato proprio tutto di te.
Affermò raggiungendo la cerniera dei miei pantaloni.
Tirai un lungo sospiro e mi morsi il labbro.
-Dio, Greta.
La afferrai per i fianchi e la tirai su, la baciai mentre lei incastrava le gambe dietro la mia schiena.
Raggiungemmo il mio letto e il resto venne da se...

-Te lo saresti mai aspettato che sarebbe finita nuovamente così?
Domandai io portando le braccia dietro il collo e guardando Greta, che era in intimo seduta sopra di me. I miei boxer aspettavano solo di essere tolti. Lei sorrise e mi accarezzò il petto nudo.
-No, e tu?
Rispose trattenendo una risata.
-No, non sapevo nemmeno che venissi.
Mi tirai su e sorrisi, le spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio sfiorando la sua pelle sudata.
-Spero che tu abbia capito che mi sono pentito, sono un coglione, lo sai.
Greta sospirò.
-Lo so che sei un coglione.
Affermò ridendo. Sorrisi e le accarezzai la guancia per poi baciarla. Scesi a baciarle il collo e un gemito lasciò le sue labbra.
-Finiamo quello che avevamo cominciato.
Sussurrai provocando un suo sorriso contro la mia pelle.
Greta si sdraiò aggrappandosi alla mia schiena che era pronta a subire i suoi prepotenti graffi.
Si tolse il reggiseno e la guardai sorridendo.
-Fai tutta da sola adesso?
Domandai ridendo. Lei mi accarezzò i capelli e mi tirò verso di lei.
-Antony.
Disse mentre le sfilavo gli slip.
-Dimmi.
Mi appoggiai sopra di lei e in fretta mi tolsi i boxer.
-Ti amo.

Il giorno dopo mi svegliai felice, davvero.
Non c'era sensazione più bella nel risvegliarsi accanto a lei. Mi era mancata, mi era mancata così tanto.
Sospirai sorridendo e mi misi a sedere.
-Buongiorno.
Dissi lasciandole un bacio sulla fronte. Greta si stiracchiò e si rigirò nel letto. Mi sdraiai nuovamente ed appoggiai il braccio sul materasso e di conseguenza la mano resse la mia guancia. Lei mi diede le spalle e iniziai a giocare con una ciocca dei suoi capelli.
-Perché mi devi sempre svegliare quando ti svegli tu?
Mormorò con voce soffocata contro la coperta. Risi e mi avvicinai a lei abbracciandola da dietro.
-Veramente è un bel po' che non succedeva.
Le lasciai dei lenti e leggeri baci sulla schiena fino a quando non si girò verso di me.
-È stata una bella notte ok, ma che hai intenzione di fare?
Domandai prendendo coraggio. Greta mi guardò confusa.
-Per cosa?
-Tornerai a Londra o resterai qui?
Greta si accigliò.
-Non lo so, però per un po' di giorni io starò qui quindi...
-No Greta! Non voglio rimandare, dimmi quello che vuoi fare, adesso.
Ordinai mettendomi a sedere e allungando il braccio verso i boxer.
Greta si morse l'interno della guancia e fissò il materasso.
-Io... devo tornare per forza, non volevo dirtelo subito perché non so che fare per non perderti di nuovo.
Sbuffai una risata e lei mi guardò confusa.
-Perché ridi?
-Non ti libererai mai più di me, Menchi, perché verrò con te.




#spazioautrice
Ok adesso ho zero ispirazione ma molto probabilmente la storia è quasi alla fine, almeno che non mi venga in mente un'altra cosa da far succedere.
Comunque se la storiella vi piace lasciate tante stelline e commenti e ci rivediamo alla prossima.❤️
~OvunqueconFede

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora