Capitolo 14

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Finalmente arrivammo a Miami.
Parcheggiammo la macchina davanti al nostro hotel e Greta scese seguita da me.
-Non mi sento più le gambe.
Si voltò verso di me e sorrise.
-Io invece sto tanto bene, sei comodo per essere un idiota.
Ridacchiò lei passandosi una mano tra i capelli.
-Stronza.
Continuai a guardarla sorridendo ma mi sentii tirare per una manica. Abbassai la testa e vidi Theo.
-Antony, io voglio andare in camera con Matteo.
In tutto il viaggio Theo si era affezionato a Matteo e ora lo voleva in camera. Guardai Matteo.
-Per te va bene?
Lui allargò le braccia sentendosi costretto.
-Va bene.

Entrammo dentro l'hotel, Lorenzo andò alla reception e ritornò con tre chiavi. Ne porse una a Matteo.
-Sono 3 camere da due.
Mi informò il rosso porgendomi la chiave.
-Quindi: io e te, Sofia e Greta?
Lorenzo e Sofia si scambiarono uno sguardo di intesa.
-Ehm, no.
Disse Sofia prendendo la mano di Lorenzo e passandomi la chiave davanti alla faccia.
-Io sto con Lorenzo e tu con lei.
E quando indicò Greta allargai la bocca e spostai lo sguardo su di lei che aveva avuto la mia stessa reazione.
-Tu, Sofia Viscardi, tu stai scherzando, non è vero?
La bionda scosse la testa.
-Mi dispiace Antony, non è colpa mia se io e Lorenzo stiamo insieme.
Disse per poi guardarlo intensamente negli occhi.
Fanculo tutti. Mi avvicinai a Theo che stava già salendo in ascensore con Matteo.
-Theo amore della mamma, tu non vuoi stare con il tuo fantastico cugino?
Lui scosse la testa lasciandomi a bocca aperta. Qualcuno mi prese le chiavi dalle mani.
-Devi accettarlo, Antony.
Disse Greta per poi entrare in ascensore con gli altri.

Arrivammo al nostro piano e trovammo la nostra camera. L'unica cosa decente era che almeno i letti erano separati. Greta si sedette distrutta e buttò la valigia accanto a lei. Mi appoggiai al comodino sbuffando.
-Devo farmi una doccia.
Affermai io passandomi una mano sulla faccia. Greta si alzò di colpo.
-Anch'io, il bagno è mio!
Corse verso la porta del bagno.
-No!
Cercai di prenderla ma era già entrata. Che palle, ci avrebbe messo un eternità.
-Vaffanculo Menchi!
La sentii ridere e questo fece sorridere anche me.

Rimasi per un secondo a fissare la porta come se potessi guardarci attraverso, beh sarebbe stato fantastico. Scacciai via quel pensiero e mi avviai di sotto dove c'erano mio cugino e Matteo. Mi sedetti accanto a quest'ultimo.
-Sei una merda Tiberia, potevi andarci tu in camera con Greta.
Matteo si voltò verso di me.
-Beh a me avrebbe fatto piacere, a differenza tua.
Commentò lui malizioso inarcando un sopracciglio. Lo fulminai con lo sguardo.
-Che hai detto?!
Sbottai provocando la sua risata.
-Perché ridi?!
-Perché sei geloso, sappi che stavo scherzando, è tutta tua.
Mi sentii avvampare.
-Non dire ca... cavolate, Tiberia.
Dissi io ricordandomi che Theo ci stava ascoltando.
-Va bene, io mi vado a preparare così dopo cena usciamo.
Disse lui alzandosi dalla poltrona e porgendo la mano a Theo che la afferrò in fretta.
-Nemmeno mi saluti?
Chiesi scherzando a mio cugino.
-No, perché sei cattivo, tratti male Matteo.
Mostrai il labbro inferiore.
-Ma come cattivo?
Il bambino rise e mi lasciò un bacio sulla guancia.
-Ci vediamo dopo.
E seguì il moro in cima alle scale.

Risalii in camera sperando che Greta avesse finito. Appena entrai alzai la testa e la trovai solamente in intimo. Spalancai gli occhi mentre la mia faccia andava a fuoco.
-Antony!
Urlò lei mentre cercava di coprirsi inutilmente.
-Mi giro, mi giro.
Mi difesi io mentre mi voltavo con le guance ancora in fiamme e un sorriso da ebete in faccia.
-Credevo rientrassi più tardi.
Disse lei molto più in imbarazzo di me.
-E meno male che sono rientrato prima.
Mormorai continuando a sorridere.
-Guarda che ti ho sentito, coglione.
Disse lei irritata.
-Ah, tanto questa situazione non può essere più imbarazzante di così.
-Ho fatto.
Mi avvertì lei facendomi finalmente voltare a guardarla.
Si era messa la canottiera e i pantaloncini corti e cercava ancora tra i vestiti evitando il mio sguardo. Era rossa in faccia e quando trovò i miei occhi il suo rossore aumentò. Rimasi ancora incantato quando lei mi sbloccò dal mio stato di trance.
-Ma non dovevi fare la doccia?!
-Ah, sì sì.
Presi i vestiti puliti ed entrai in bagno.

GRETA POVS

Mi ero messa le prime cose che avevo davanti, così appena Antony entrò mi vestii come volevo veramente. Ripensai a quello che era successo e arrossii di nuovo.
Sei una stupida Greta, esiste il bagno per cambiarsi.
Indossai degli skinny neri e una t-shirt semplice. Dopo un po' Antony uscì, aveva i capelli leggermente bagnati e questo mi riportò a quel giorno, quando ci eravamo baciati.
-Certo che fa freddo qui dentro.
Commentò lui mentre si metteva il gel nei capelli.
-Già, io ho portato tutte cose leggere, mi sto congelando, sta notte non so come farò.
Commentai io strofinandomi le braccia.
Antony sospirò, si avvicinò alla sua valigia e prese una sua felpa colorata. Non lo avevo mai visto con cose colorate, di solito indossava sempre il nero o il grigio.
-Tieni.
Disse porgendomela.
-C-cosa?
Chiesi balbettando. Antony mi incitò a prenderla.
-Non voglio sentirti lamentare, mettiti questa felpa.
-Ah, d'accordo.
La presi e me la misi, il profumo di Antony e il calore di quella felpa mi invasero facendomi sentire meglio. Sorrisi a quel piccolo gesto così gentile, a volte proprio i piccoli gesti sono i migliori. Tirai leggermente su le maniche facendole arrivare ai palmi.
-Grazie.
Dissi ad Antony che nel frattempo mi guardava sorridendo.
-È caldissima, non te la ridarò mai più, lo sai questo?
Chiesi scherzando mentre mi alzavo dal letto. Antony rise inarcando un sopracciglio.
-Cosa? No io con quella felpa ci dormo, già è tanto che la terrai questi tre giorni.
Disse lui avvicinandosi a me.
-Mh, invece la terrò più di tre giorni.
Risposi continuando a ridere.
Antony si morse il labbro e cercò di prendermi come se volesse togliermela. Cercai di scappare ma riuscì ad affermarmi per un gomito.
Si avvicinò sempre di più a me mentre io mi allontanavo.
-Dai, scherzavo.
Mi difesi io fingendomi intimorita. Antony mi prese per i polsi e mi appoggiò delicatamente contro il muro.
-Lo sai, della felpa non me ne frega niente, puoi tenerla quanto vuoi.
Fantastico, lui e i suoi sbalzi di umore. Continuai a guardarlo mentre si avvicinava sempre di più a me e io non potevo fare niente, essendo con le spalle al muro.
Bussarono alla porta e questo ci fece allontanare e ritornare alla realtà.
-Ragazzi, è ora di cena!
Ci avvertì la voce di Sofia.

Scendemmo di sotto e la bionda mi studiò tutto il tempo.
-Questa felpa non ti sta un po' grossa?
Commentò lei mentre ci portavano il cibo. Spostai lo sguardo su Antony ma lo distolsi in fretta.
-È di Antony.
Sofia spalancò la bocca.
-Antony ti ha prestato la felpa? Oh ma allora è proprio cotto.
Esclamò lei lasciandomi sorpresa.
-Che?!
Lorenzo, che aveva sentito tutto, si intromise cambiando discorso.
-Raga, io e Sofia abbiamo un idea su che fare stasera.
Ci informò il rosso mentre riempiva un bicchiere d'acqua.
-Andremo in un locale, no?
Chiese Antony mentre tagliava la carne.
-E Theo dove lo lasci? Per questo resteremo qui.
Rispose Lorenzo.
-Cosa?
Esclamò Matteo che per tutto questo tempo ci aveva ascoltato in silenzio.
-Tranquilli, aspettiamo che il bambino si addormenti e so io che faremo.
Disse Lorenzo scambiandosi uno sguardo divertito con Sofia. Oddio già sapevo che sarebbe finita male.   

Dopo cena entrammo tutti in camera di Lorenzo e Sofia. Theo crollò subito sul letto e quando successe Sofia si alzò e cacciò fuori una bottiglia di Vodka. Lo sapevo io. Ci mettemmo per terra in cerchio mentre la bionda ci consegnava degli shot.
-Giochiamo a 'Non ho mai'?
Chiese Antony ovvio.
-Sì.
Rispose Sofia sedendosi accanto al suo ragazzo. Antony, che era vicino a me, sorrise divertito.
-Ah, interessante.
Commentò studiandomi.
-Ok, comincio io.
Disse Matteo incrociando le mani e iniziando a pensare.
Per chi non conosce il gioco: in sintesi una persona deve dire qualcosa che non ha mai fatto, e se altre persone invece lo hanno fatto devono bere.
-Mh, io non ho mai... fatto un succhiotto.
Fantastico, ecco che il primo bicchiere andava giù. Chi, a parte Matteo, non aveva mai fatto un succhiotto?
Infatti tutti noi prendemmo il bicchiere e lo portammo alla bocca. Mandai giù tutto d'un fiato ed ecco che la gola mi andava a fuoco.
-Tocca a me.
Disse Lorenzo eccitato mentre Sofia riempiva i nostri bicchieri.
-Ok, io non ho mai... picchiato qualcuno fino a mandarlo in ospedale.
Lo sguardo mi cadde su Antony che prese il bicchierino e lo strinse nervoso.
-Fottiti, Paggi.
Disse prima di bere anche quello e ingoiare l'alcol come fosse acqua.

Più il tempo passava, più stavo perdendo il conto di quanto avevamo bevuto. Alla fine non si sapeva chi aveva vinto, ma avevo scoperto tante cose di molti che non avrei mai detto.
Non successe niente di "emozionante" visto che eravamo in hotel e non potevamo fare tanto casino.

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora