Capitolo 59

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1 anno dopo

GRETA POVS

L'aeroporto di San Francisco era esattamente come lo ricordavo.
Come tutti gli aeroporti d'altronde, ma a quello ero molto affezionata. Non potevo credere di trovarmi di nuovo in quella città che per me era stata così importante.
Mi guardai in torno stringendo il manico della valigia per il nervosismo. Riuscii a trovare quegli occhi celesti in mezzo alla folla.

Era Sofia, era davvero cambiata, era più alta e i suoi capelli non erano più tanto ricci ma mossi, teneva in mano un cartello con scritto "Menchi" come si faceva con chi di solito ti aspettava all'aeroporto ma non ti conosceva.
Le corsi in contro cogliendola di sorpresa, ma allargò le braccia appena la raggiunsi.
-Ciao!
Urlò lei contro di me mentre mi stringeva in un abbraccio.
-Mi sei mancata così tanto.
-Anche tu.
Le accarezzai la schiena, quando notai un ragazzo guardarci.
Non lo riconobbi subito per il suo nuovo ciuffo castano al posto dei soliti capelli rossi.
-Lorenzo!
Lui sorrise.
-Che cazzo hai fatto ai capelli? Sono blu o sbaglio?
Gli corsi in contro e abbracciai anche lui.
-Potrei farti la stessa domanda eh.
Ci staccammo e lui si passò una mano tra i capelli, appunto.
-Allora Greta, sai il vero motivo per cui sei tornata, vero?
Sospirai e alzai gli occhi al cielo.
-Sì, è stata organizzata una mega festa per lui perché con la sua squadra hanno vinto un torneo di calcio, e volevate che tutti i suoi conoscenti venissero alla festa.
E sì, quando dicevo lui intendevo...
-Bene, allora? Sei pronta per rivedere Antony?

ANTONY POVS

-Vuoi stare fermo? Possibile che non sai metterti nemmeno una cavolo di cravatta!
Imprecò Serena mentre mi sistemava lo smoking. Roteai gli occhi sbuffando.
-Hai fatto?
Mi strattonò un'ultima volta la cravatta verso il basso e mi lasciò andare.
-Fatto.
Mi voltai a guardarmi allo specchio a figura intera e, anche se non mi convinceva il mio abito, finsi il contrario per evitare lamentele da parte di mia sorella.
-Quel ciuffo biondo non mi convince.
Commentò portando le braccia al petto.
-Deve piacere a me e non a te.
-Fanculo.
Uscì dalla stanza lasciandomi con un sorriso divertito sulla bocca.

Mi avviai anch'io di fuori e mi affacciai sul giardino della mia casa potendo notare già un bel po' di gente, tutto quello mi metteva ansia.
Scesi le scale e sgattaiolai fuori usando la porta laterale, presi una boccata d'aria camminando per il marciapiede.
-Ehi!
La voce di Francesca mi fece girare e sorridere. Stava portando il bambino con il passeggino.
-Ehi come state? Ciao piccolino, oggi fa 6 mesi giusto?
La riccia scosse la testa irritata.
-Li ha già fatti la settimana scorsa, Antony.
Replicò alzando gli occhi al cielo.
-Ah, e che ne sapevo, non posso mica ricordarmi tutto!
Mi chinai verso il bambino e sorrisi.
Eh già, erano passati già 6 mesi da quando era nato, ed erano passati sei mesi anche da quando avevo scoperto che... Il bambino in realtà non era mio.
Comunque io e Francesca eravamo rimasti amici, perché alla fine le persone si perdonano, almeno che non scappino a Londra.
Scacciai quel pensiero e mi maledii solo per averci pensato un minimo di secondo. In questo anno ero stato fiero di me stesso, ero riuscito a superare tutta la faccenda di quella ragazza che mi aveva letteralmente rubato il cuore. Ma alla fine tutto passa col tempo, no?
-Beh io devo andare, goditi la tua festa.

La salutai e presi coraggio per attraversare il giardino a cercare i ragazzi, però stranamente trovai solo Matteo. Aveva uno smoking bianco e una cravatta grigia, i suoi capelli, ormai lunghi solo da un lato, erano elegantemente pettinati.
-Che figurino, Tiberia.
Commentai facendolo voltare.
-Ti ringrazio, biondino.
Mi aveva dato quel soprannome da quando avevo deciso di cambiare e farmi il ciuffo biondo, quel ciuffo che lei amava.
Cazzo Antony che ti prende adesso?
Ogni tanto mi perdevo nel ripensarci.

Io e Matteo iniziammo a camminare lungo il giardino e notai i miei genitori sbraitare verso gli organizzatori, nemmeno fosse un matrimonio.
-Dove sono Lorenzo e Sofia?
Domandai a Matteo che si agitò in fretta.
-Non... non lo so.
Mi fermai a studiarlo socchiudendo gli occhi.
-Perché ho l'impressione che tu mi stia nascondendo qualcosa?
Il moro alzò le spalle in segno incolpevole.
-Non lo so.
Gli arrivò un messaggio e ci mise poco ad estrarre il cellulare dalla tasca dei pantaloni. Lo lesse e alzò di nuovo la testa verso me.
-Vuoi sapere dove sono andati Lorenzo e Sofia?
-Ma allora lo sai!
Matteo mi fece cenno con la testa.
-Vieni con me.
Lo seguii esitando e raggiungemmo il parcheggio vicino alla pista ciclabile.
Riuscii a vedere la macchina di Lorenzo raggiungerci e parcheggiare.
-Dove sono andati?
Domandai sospirando e portando le braccia al petto aspettando che scendessero dall'auto.
Vidi prima Lorenzo e poi Sofia, ma poi anche il terzo sportello si aprì mostrando Greta... aspetta, Greta?
Oh cazzo.

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora