Capitolo 21

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-Mi hai cambiato completamente, e non sempre in meglio. Eppure mi hai reso anche felice, come non lo ero mai stato.
Greta sorrise mordendosi il labbro.
-Smettila.
Disse imbarazzata e facendomi sorridere.
-Di fare cosa?
-Di essere semplicemente tu.
Mi afferrò la mano, mi tirò e tornammo in garage.

Beh a quanto pareva questo Enzo stava simpatico a tutti perché lo fecero restare come batterista di riserva. Mi avvicinai a lui costretto a chiedergli scusa dai ragazzi.
-Ciao, sono Antony, mi dispiace.
Mi scusai non mostrando un minimo di emozione nella voce. Enzo mi porse la mano e gliela strinsi.
-E così sei tu quello di cui Greta parlava, beh sei fortunato, non farla soffrire.
Lo squadrai accigliato, chi cazzo era lui per dirmi di non farla soffrire? Lo strattonai verso di me e scandii delle parole nel suo orecchio.
-Tu Greta non devi nemmeno pensarla.
Mi allontani da lui che mi fissava contorcendo la mascella.
Raggiunsi i ragazzi e Greta si avvicinò a me.
-Che gli hai detto?
Chiese incrociando le mani.
-Gli ho dato il benvenuto.
Dissi per poi lanciare un ultimo sguardo di avvertimento verso il ragazzo dagli occhi verdi.

Salutai i ragazzi e accompagnai Greta davanti casa sua. Arrivammo davanti alla soglia ed ero pronto a salutarla.
-Come primo giorno insieme non è andato poi così male.
Commentai io mettendo le mani nelle tasche posteriori dei jeans. Greta sorrise avvicinandosi a me.
-Direi di no.
Affermò lei strofinandosi le spalle imbarazzata.
-Domani i miei genitori cercheranno un modo per farmi tornare a scuola, dici che mi ammetteranno agli esami?
Domandai, curioso della sua opinione.
-Non lo so, hai saltato tre lunghi mesi, dovresti studiare davvero tanto.
Alzai le spalle.
-Potresti aiutarmi, tanto sei una secchiona.
La presi in giro io beccandomi una sua occhiataccia.
-Vuoi un pugno?
-Preferirei un bacio.
Affermai sorridendo.
Lei si avvicinò di più a me poggiando le mani sul mio petto e ricambiando il sorriso. Si avvicinò lentamente al mio volto ma la sua porta di casa si aprì e lei si voltò improvvisamente dall'altra parte.
-Mamma.
Mormorò Greta a denti stretti, questo mi fece alzare la testa e guardare la donna sulla soglia della porta.
-Oh, scusami tesoro.
Si difese la signora prima di chiudere la porta.
Iniziai a ridere e Greta tornò a guardarmi.
-Adesso devi dargliele per forza le spiegazioni.
Commentai.
-No, potevo anche stare ad abbracciare un amico.
-Un amico?
Domandai offeso inarcando un sopracciglio.
-Sì, ci vediamo domani, amico.
Disse sorridendo e accarezzandomi un braccio.
Si avvicinò alla porta di casa mentre la fissavo, era così bella.
-Aspetta amica, ho dimenticato una cosa.
Mi avvicinai a lei prendendole il mento e baciandola, baciare quelle labbra che per me erano come una droga. Mi staccai da lei guardandola negli occhi a pochi centimetri dai miei.
-Buona notte.
Greta sorrise. Mi farà impazzire con quel sorriso, se non lo ha già fatto.
-Buona notte.

GRETA POVS

Il giorno dopo mi svegliai e scesi di sotto dove i miei genitori erano intenti, come al solito, a lavorare e a preparare la colazione.
-Buongiorno.
Cercai di mostrare quanta allegria avevo e magari evitare domande imbarazzanti su Antony.
Del tipo: "che ci faceva quel ragazzo in camera tua?", perché la gente non può pensare che avevamo solo dormito?
O forse ero io che mi facevo troppi film mentali.
-Greta.
La voce di mia madre mi fece tornare alla realtà.
-Sì?
-Ti ho chiesto se vuoi il caffè.
Balbettai qualcosa che nemmeno io riuscii a capire.
-Sì, grazie.
Dissi infine.
Sentii lo sguardo di mio padre bruciare addosso.
-Che c'è?
Gli chiesi infastidita da quel suo fissarmi.
-Non sto dicendo niente.
Rispose facendomi tirare un sospiro di sollievo.

Raggiunsi la scuola notando una persona a me familiare con il suo solito zaino grigio scuro. Era Antony, era tornato a scuola e vedevo anche che le ragazze che gli erano in torno non avevano perso tempo a dargli il ben tornato.
-Ehi, Greta!
Mi salutò Sofia, che era con i ragazzi nel solito posto dove ci incontravamo tutte le mattine.
-Ehi.
La salutai continuando a guardare Antony con quelle oche.
Lorenzo guardò nella mia direzione e rise.
-Sbrigati a fargli una scenata di gelosia.
Commentò il rosso divertito beccandosi un "smettila" di Sofia. Quest'ultima si avvicinò a me.
-Tutto bene? Dai, stanno solo parlando.
Mi spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio nervosa.
-Lo so, anch'io vado solo a parlare.
La avvertii prima di andare verso di loro.

Mi avvicinai al gruppetto che circondava Antony e mi sporsi in mezzo a loro. Lui sorrise mentre le altre mi squadravano. Avete presente? Del tipo: "chi è questa?" "guarda come si veste, non è al nostro livello".
Beh menomale che non ero come loro, che per andare a scuola si mettevano la minigonna e la canottiera scoperta, ok che a San Francisco faceva caldo, ma non esageriamo.
-Ehi Menchi.
Mi sorrise Antony come se fossimo amici, o forse era un impressione mia. Per quanto ci provassi come potevo fargli una "scenata"?
Non so, lo sguardo di quelle ragazze mi intimoriva, non sarei mai stata come loro, queste erano le ragazze che piacevano a lui. Antony continuò a fissarmi e quando si accorse che la mia espressione era cambiata mi afferrò per un polso portandomi via da loro.
-Che c'è?
Chiese gentilmente.
-Niente... stai pure con loro, ti dico solo che io non sono una di quelle ragazze a cui sta bene che tu te ne vada con più di una, io non sono come loro quindi non starò ai tuoi giochetti, ok?
Antony trattenne una risata, tentai di riprenderlo ma mi interruppe.
-Allora, uno: stavamo solo parlando.
Due: è un bene che tu non sia come loro, Greta, tu sei intelligente, bella, mi hai preso in pieno e mi piaci così come sei. Non sei mai stata insicura di te stessa e non voglio che lo diventi adesso, solo per quelle ragazze che sono belle soltanto per un quintale di trucco e indossano dei vestiti attillati che mettono in risalto le curve. Greta, tu sei perfetta così, ti ho vista senza trucco e sei meravigliosa, a me piace quella ragazza a cui non importa del giudizio altrui, quella ragazza che tinge i capelli così tante volte e non le importa se sta per diventare pelata, a me piaci tu.
E tre: sei bellissima quando sei gelosa.

Mi lasciò a bocca aperta. Il bello era che diceva quelle parole con quella non calanche, mantenendo sempre quel tono da "duro" che poi duro non era per niente. Ma mi piaceva così, infondo era dolce e mi piaceva davvero tanto quel suo modo di fare. Abbassai lo sguardo sulle mie mani sentendomi un po' in imbarazzo.
-Mi fa piacere sentirlo, scusa se ho pensato che ci stessi provando con loro.
Antony fece spallucce.
-Te lo ripeto: sono loro che ci provano, ma stavolta non me le sono filate.
Disse per poi avvicinarsi a me e alzarmi il mento.
-Avevo in testa solo te.
Affermò prima di trovare le mie labbra, ogni volta era la stessa storia, il mio cuore batteva forte, quasi volesse uscire dal petto. Lui non mi piaceva semplicemente, io mi stavo innamorando, e non c'era cosa più bella.
Quando ci staccammo lo abbracciai avendo la necessità di lui, del suo corpo caldo stretto al mio.
-È bello vedervi insieme.
Commentò Sofia mentre si avvicinava con Lorenzo e Matteo. Sciolsi l'abbraccio e strinsi istintivamente la  mano di Antony.
-Vaffanculo raga, siete tutti fidanzati tranne me, farò sempre la candela!
Commentò Matteo frustrato provocando le risate di tutti.
-Visto che Enzo ti sta tanto simpatico potresti metterti con lui.
Disse Antony ironico ma anche con un pizzico di fastidio nella voce.
-Parlate di me?
Chiese Enzo, che avevo scoperto di origini brasiliane, avvicinandosi a noi.
-No bello, non ti si caga nessuno.
Sputò Antony beccandosi un mio pugno sul braccio.
-Lascialo perdere.
Dissi ad Enzo prima di tirare Antony per un braccio e trascinarlo dentro scuola.

-Scusa che significa "lascialo perdere"?
Domandò Antony infastidito.
-Perché lo tratti male? Che ti ha fatto?
Lui distolse lo sguardo contorcendo la mascella.
-Senti, non accetto che la batteria sia stata occupata da lui, Greta da quando sei entrata nella band quel posto è diventato ancora più importante per me, quando cantavi guardavi sempre lì, era il tuo punto di riferimento e mi dà fastidio solo il pensare che guardavi Enzo.
Mi lasciai sfuggire una risata nervosa sorpresa dalla dolcezza nascosta di Antony.
-Antony, se ti fa stare meglio, io non ho mai guardato la batteria da quando te ne sei andato, e poi non l'ho mai guardata, ho sempre guardato te, sei uno stupido.
Antony sorrise lievemente e si strofinò la nuca imbarazzato.
-Ah, beh io...
Mi avvicinai a lui non lasciandolo finire e baciandolo. Non avevo pensato che eravamo nel bel mezzo del corridoio scolastico, ora mezza scuola sapeva della nostra relazione. Ma alla fine non mi importava, mi importava solo di lui e che stessimo bene assieme. Gli presi la mano e sorrisi.
-Adesso andiamo o facciamo tardi.
Entrammo in classe ignorando lo sguardo di tutti.
Perché la gente non lasciava passare? Solo perché Antony era come dire "popolare" dovevano spettegolare su di me? Ma a me non importava, avevo lui e non c'era cosa più bella.

#spazioautrice
Ciao a tutti, volevo avvertirvi che cambierò nome della storia perché questo non mi piace.
La chiamerò "Ugly heart", ve lo volevo dire così non vi sareste sorpresi di leggere un altro nome.
Comunque se la storia vi è piaciuta lasciate tante stelline e commenti e ci rivediamo alla prossima.✨❤️
~OvunqueconFede

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora