Capitolo 55

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-Sono belle le stelle stasera.
Affermò mentre io continuavo a fissarla.
-Mai quanto te.
Greta tornò a guardarmi e si morse il labbro per trattene un sorriso, ma se continuava così il mio autocontrollo sarebbe andato a puttane.
Tirai un lungo sospiro e mi concentrai verso il cameriere che aveva iniziato a portarci gli antipasti.
Mangiammo e parlammo del più e del meno, era da tanto che non passavamo una serata così tranquilla ed ero felice. Dopo cena passeggiammo per un po' e poi riaccompagnai Greta a casa.

Mi fece entrare e notai le luci spente, che poi ovviamente Greta accese.
-I tuoi non ci sono?
Domandai guardandomi in torno.
-No, sono fuori per lavoro.
Rispose lei mettendo le mani dietro la schiena.
-Ah, che dispiacere.
Commentai sarcastico mente lei si avvicinava a me e mi accarezzava le braccia. Arrivò ai bordi della giacca aperta e si morse il labbro.
-Ti vedo molto dispiaciuto.
Affermò trattenendo una risata.
-Non sai quanto.
Mi tirò verso di lei e mi baciò con passione, arrivò con le spalle al muro e decisi di appoggiarci le mani per poi schiacciare il mio petto contro il suo.
Il nostro bacio venne interrotto semplicemente da un mio sorriso spontaneo.
-Mi ispiri... tante di quelle cose, Menchi.
Greta si inumidì il labbro inferiore e poi lo morse, questo mi fece tirare un lungo sospiro.
-Cioè?
Chiese inarcando un sopracciglio.

Tirai un altro sospiro e la afferrai per i fianchi tirandola su, salii le scale in fretta e raggiunsi la sua camera. Greta mi baciò mentre mi avvicinavo al suo letto e la facevo sedere. Mi sfilò la maglietta e si avvicinò al mio orecchio tirando lunghi respiri affannosi.
-Non hai risposto alla mia domanda.
Sussurrò riferendosi a quel 'cioè' di prima. Sorrisi e le alzai la maglietta.
-Voglio farti tante di quelle cose ogni volta che mi provochi così tanto.
Greta sorrise e mi tirò di più verso di lei mischiando le sue mani nei miei capelli.
-E allora falle.
La baciai, e mentre le nostre lingue erano impegnate a cercarsi le sfilai i pantaloncini. Appoggiai una mano sul materasso e infilai l'altra nelle sue mutandine. Iniziai a fare dei movimenti circolari con il dito, Greta iniziò a stringermi di più i capelli e le sfuggì un piccolo gemito. Sorrisi compiaciuto.
-Non ho ancora fatto niente e già stai venendo?
Lei non disse nulla e mi accarezzò la schiena, ma prima che potessi infilarle un dito dentro, suonarono il campanello della porta al piano di sotto. Mi fermai e tolsi la mano mentre Greta si metteva a sedere.
-Chi cazzo è a quest'ora?
Domandai mentre lei si alzava e si avvicinava alla finestra.

Si piegò per vedere chi era e avendo solo gli slip addosso non potei fare a meno di guardarle il sedere, ma quando si voltò distolsi lo sguardo.
-Sono i miei.
Indossò in fretta la maglietta e i pantaloncini per poi scendere di sotto.
Mi alzai dal letto e mi avvicinai alle scale ascoltando quello che stavano dicendo.
-Greta, siamo tornati prima perché la nostra riunione è stata annullata.
La avvertì quella che era sua madre.
Che fortuna, pensai.
Vidi Greta risalire le scale e quando si accorse di me spalancò gli occhi e si voltò un'ultima volta per controllare i suoi genitori.
Salì in fretta e mi spinse dentro la sua stanza chiudendo poi a chiave.
-Sei impazzito? Sai che imbarazzo se ti vedevano senza maglietta fuori dalla mia camera?
Risi e mi passai una mano tra i capelli.
-Scusa, ma perché hanno suonato?
-Avevano scordato le chiavi.
-Beh meno male, non sarebbe stato bello se fossero entrati in camera mentre ti stavo facendo un ditalino, giusto?
Greta si guardò alle spalle stringendo i denti per il terrore che qualcuno mi avesse sentito.
-Zitto! Non dirlo ad alta voce!
Si avvicinò a me mentre ridevo e mi saltò addosso allacciando le sue gambe dietro la mia schiena e le braccia intorno al mio collo. Il suo peso mi fece cascare all'indietro sul letto e lei scoppiò a ridere per poi baciarmi.
-Ma quanto sei scema?
Greta rise di nuovo per poi sospirare e sedersi sul materasso.
-Dormiamo che è meglio.
-D'accordo.
Ci mettemmo sotto le coperte e mi fermai a fissarla.
-Buona notte, splendore.
Dissi prima di baciarla.
-Buona notte.

I giorni volavano e la nostra estate diventava sempre più bella, era bello passare dei momenti con Greta e con gli altri, tutti insieme come i vecchi tempi. Ma mi ero completamente dimenticato del bambino, non vedevo Francesca quasi da un mese da quando avevamo "litigato".
Ma una mattina mi chiamò dicendomi che era pronta per l'ennesima ecografia.
Arrivai davanti a casa sua e la aspettai, quando uscì iniziò a camminare imperterrita, così la seguii.
Rallentò quando mi vide con la coda dell'occhio e questo mi sorprese.
-Ho riflettuto molto su quello che mi hai detto.
Disse quando camminai al suo fianco.
-Ah, davvero?
Lei annuì e guardò davanti a se.
-Già, grazie per essere stato così sincero, mi dispiace per tutto quello che sto causando, davvero.
Sospirai e portai le mani in tasca.
-Francesca il discorso che ti ho fatto era un altro, e poi credo che la colpa del bambino sia di tutti e due.
-Comunque ti prometto che cambierò, davvero grazie per avermi aperto gli occhi.
Si fermò a guardarmi lasciandomi un po' sorpreso a quella affermazione.
Mi guardò negli occhi e mi afferrò le mani facendomi confondere sempre di più.
-Grazie.
Ripeté continuando a fissare i miei occhi, la vidi sempre più vicina al mio volto. Mi allontanai in fretta quando sentii una tosse finta provenire da vicino a noi.
Voltai lo sguardo notando Greta che ci guardava a braccia incrociate. Lasciai le mani di Francesca e la guardai.
-Ciao.
Disse lei sospirando.
-Ehi Greta, come va?
La salutò Francesca alzando la mano e sorridendo falsamente.
Fortuna che era cambiata.
-Davvero bene, specialmente adesso che ci stai provando con il mio ragazzo.
Affermò fulminandola con lo sguardo e irrigidendo la mascella.
-Non ci sto provando con nessuno.
Si difese la riccia mentre io le guardavo senza riuscire a parlare.
-Ah no?
-Greta, non ci stava provando.
Greta mi lanciò una sguardo infiammato.
-La difendi pure?!
-Non la sto...
Greta emise un verso indignato e se ne andò.
Iniziai a rincorrerla e provai ad afferrarla per un polso.
-Dai Greta fermati!
La sentii sospirare e la vidi fermarsi, la raggiunsi e si voltò verso di me incrociando le braccia.
-Che c'è?
Domandò con tono arrabbiato.
-Piccola per favore, non ti incazzare.
-No Antony, io lo sapevo che lei stava usando questo bambino solo per avvicinarsi nuovamente a te!
Scossi la testa e distolsi lo sguardo.
-Ma dai, perché usare un bambino per questo? Non ha senso, e poi non può rimanere incinta da sola.
-Già, lo so.
Mi fulminò di nuovo e questo mi fece abbassare lo sguardo intimorito.
-Senti, non litighiamo, te lo chiedo per favore.
Tirò un lungo sospiro.
-Va bene, ma la prossima volta...
Lasciò la frase in sospeso e si avvicinò a me.
-Reagisci invece di rimanere lì impalato.



#spazioautrice
Ce l'ho fatta a portarvi un capitolo con un orario decente😂❤️
Significa che ho ispirazione, e solitamente quando ho ispirazione succedono cose brutte però ok, godetevi questi momenti😏
Amo leggere i vostri commenti carini quindi se vi va fatelo e lasciate anche delle stelline
Dubai👀❤️
~OvunqueconFede

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora