Capitolo 25

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Il giorno dopo mi svegliai abbracciata a lui. Gli accarezzai il petto nudo notando che indossava di nuovo i boxer e che anch'io ero tornata in intimo. I capelli gli ricadevano disordinatamente sulla fronte, era così dolce mentre dormiva. Sfiorai con un dito il suo labbro inferiore che era leggermente distaccato dal superiore. Questo lo fece svegliare e la prima cosa che fece fu stiracchiarsi e poi sorridermi. I suoi sorrisi di prima mattina non mi facevano altro che bene.
-Dormito bene?
Chiesi sorridendo e accarezzandogli la mascella.
-Benissimo.
Rispose afferrandomi per i fianchi e tirandomi ancora più vicina a lui.
-Ok, mi fa piacere.
Commentai baciandolo passionalmente sulle labbra.
Antony sorrise nel bacio ma questo non fece staccare le nostre lingue che continuavano a cercarsi disperatamente.
Purtroppo quel momento venne interrotto dal suono del mio telefono. Antony sbuffò esasperato e si mise a guardare il soffitto mentre io mi allungavo per raggiungere il cellulare. Lo presi e lessi il messaggio di Sofia.
"Vi aspettiamo di sotto per fare colazione, sbrigatevi!"

Controllai l'orario ed era davvero tardissimo.
-Cazzo, dobbiamo sbrigarci!
Mi alzai dal letto e mi avvicinai alla valigia cercando qualche vestito.
-Ehi, che stai facendo? Quella è la mia valigia.
Affermò Antony alzandosi e avvicinandosi a me.
-Lo so, voglio una tua felpa.
Lo sentii ridere e le sue braccia mi cinsero la vita.
-Cosa, cosa? Ce l'hai già non te ne approfittare, Menchi.
Disse per poi lasciarmi dei baci sul collo in modo che mi facessero il solletico. Alzai la spalla infastidita.
-Smettila.
Gli intimai, ma lui sorrise non smettendo un secondo. Mi voltai e gli mollai un leggero schiaffo sulla spalla.
-Tanto non cambio idea.
Afferrai i miei pantaloni che stavano bene con la sua felpa e gli feci la linguaccia prima di entrare in bagno.

Dopo esserci lavati e cambiati scendemmo di sotto, afferrai qualcosa al volo dal buffet e mi sedetti poi al tavolo con Sofia e i ragazzi.
-Alla fine ieri sera non avete fatto più niente?
Domandò Sofia spalmando la marmellata su una fetta biscottata. Alzai la testa verso Antony e sorrisi.
-No, niente.
Mentii provocando anche il suo sorriso. Sofia scambiò lo sguardo da l'uno all'altro confusa.
-Ok, che è successo?
Chiese a bassa voce, la guardai trattenendo un sorriso.
-Niente, perché?
Sofia abbassò lo sguardo.
-No, niente.

La giornata passò e verso sera ci ritrovammo su un treno, pronti a tornare a casa. Mi appoggiai alla spalla di Antony che era seduto accanto a me.
-Spero che stavolta sia andata bene.
Lo sentii sospirare.
-Andrà bene.
Rispose secco. Alzai la testa per guardarlo.
-Che hai?
Lui guardò fuori dal finestrino muovendo nervosamente una gamba.
-Niente, è solo che la punizione durerà altri tre giorni e non mi va per niente di restare a casa da solo.
Lo fissai dispiaciuta pensando a qualcosa per rimediare, ma Sofia mi anticipò.
-Ho un idea!
Esclamò la bionda facendoci sussultare.
-Beh parla.
La incitò Antony ancora nervoso.
-Domani ci ritroviamo tutti a casa tua, visto che non puoi uscire verremo noi da te!
Propose lei euforica.
-Sì, non è una cattiva idea.
Rispose Antony socchiudendo gli occhi e pensandoci su.
-Così conoscerò meglio tua sorella!
Commentai sorridendo.
-Oddio sì, anch'io voglio conoscerla, me la ricordo quando era piccola e voglio troppo rivederla!
Disse Sofia facendomi ridere per il modo in cui stava urlando.
-Perfetto, così diventerà ancora più malata di quanto non lo sia già.
Sbuffò Antony frustrato e tornando a guardare il panorama fuori dal finestrino. Gli strinsi la mano per tranquillizzarlo e mi addormentai poco dopo.

Tornammo a San Francisco e il giorno dopo venni svegliata bruscamente da Sofia.
-Svegliati!
Mi urlò all'orecchio mentre ero comodamente abbracciata al cuscino. Sobbalzai e mi portai una mano all'orecchio. Mi strofinai gli occhi e le lanciai le migliori delle mie occhiatacce.
-È domenica Sofia, DOMENICA!
La bionda di sedette sul mio letto e sorrise ampiamente.
-Dai, voglio comprare qualcosa per oggi che andiamo da Antony.
Mi passai una mano tra i capelli scompigliati.
-E c'era bisogno di svegliarmi la mattina?
Sbuffai io rimettendomi sotto le coperte.
-Ma sono le 11!
Si difese lei togliendomele di nuovo.
-Ok, ok, mi alzo.
Mi alzai e iniziai a vestirmi.
-È successo qualcosa per caso?
Chiesi a Sofia, che nel frattempo chattava al telefono.
-No, perché?
Domandò confusa. Mi voltai verso di lei mentre mettevo una maglietta.
-Perché non sei con Lorenzo.
Notai iniziando a pettinare i miei capelli biondi.
-Sì, aveva da fare, ultimamente è strano.
Disse lei bloccando il telefono e mettendolo in tasca.
-Invece come va tra te e Antony?
Chiese lei incuriosita. Sorrisi e non potei fare a meno di ripensare a quella sera.
-Bene, benissimo direi.
Sofia sorrise.
-Siete così carini, specialmente quando vi dite "ti odio" sorridendo un attimo dopo.
Abbassai la testa imbarazzata.
-Non posso credere che abbiamo perso tutto questo tempo, quando in realtà ci piacevano dall'inizio.
Sofia inarcò un sopracciglio come per dire "te lo avevo detto".
-Vi piacevate? Oh, voi eravate innamorati persi. E comunque c'era Madalin, quindi anche se lo avreste capito sarebbe stato inutile.
Storsi la bocca e mi sedetti accanto a lei.
-Già, chissà che fine ha fatto Madalin.
-L'altro giorno l'ho visto.
Affermò Sofia facendomi alzare di colpo la testa.
-Davvero? E perché non me lo hai detto?
Sofia alzò le mani intimorita.
-Non sapevo fosse importante.
Abbassai di nuovo la testa.
-Avrei voluto mantenere un rapporto di amicizia con lui, rimarrà sempre una  delle persone più importanti della mia vita. Lui c'è stato quando ne avevo bisogno ed è per questo che ci tengo.
-L'unico errore è stato mettervi insieme.
Intuì la bionda facendomi annuire.
-Ok, adesso andiamo.
Cambiai discorso io alzandomi dal letto e prendendo la borsa, poi uscii di fuori seguita da Sofia.

Dopo aver comprato un po' di cibo spazzatura da mangiare, tornammo a casa e ci saremmo riviste in quella di Antony.
Io andai un po' prima per stare un po' da sola con lui. Raggiunsi la sua casa stupita di essermi ricordata la via. Quando lui mi aprì sorrisi.
-Ehi.
Mi salutò lui sulla soglia della porta.
-Ehi.
Ripetei prima di lasciargli un bacio a fior di labbra.

Mi fece entrare e salimmo in camera sua dove c'era Serena che aiutava Theo a fare i compiti.
-Ser quante volte ti ho detto che non ti voglio in camera mia?
Esclamò Antony chiudendosi la porta alle spalle. La ragazza si girò verso di noi. Aveva i capelli ramati legati in uno chignon.
-Theo aveva i libri qua, non mi andava di spostarmi.
Si difese lei sbuffando. Si alzò e mi sorrise.
-Ciao Greta.
Mi salutò allegramente provocando un mio sorriso spontaneo.
-Ciao, come va?
-Non fidarti di quel sorrisetto, in realtà è una stronza.
Si intromise Antony indicando sua sorella per poi scoppiare a ridere. Serena finse di essere offesa sapendo che stava scherzando, ed Antony la strinse in un abbraccio.
Sorrisi a quella scena, era raro vedere due fratelli andare così d'accordo.
Ci mettemmo anche noi ad aiutare Theo con i compiti quando suonarono alla porta. Scesi di sotto seguita da Antony e aprii facendo entrare una Sofia furibonda.

-Non ci posso credere!
Urlò lei, ma non ce l'aveva con noi, ma con qualcuno dietro di lei. Infatti dalla porta sbucò Lorenzo.
-Io non ci posso credere che ancora non ti fidi di me!
Replicò il rosso per poi allontanarsi dalla propria ragazza. Dopo di loro entrò Matteo con un'espressione scocciata.
-Che è successo?
Gli chiesi confusa.
-Hanno litigato, è tutto il tempo che mi subisco le loro urla, non so come faremo stasera.
Disse lui togliendosi il cappello di lana e sistemandosi i capelli.
-Te lo dico io come facciamo!
Esclamò Sofia per poi afferrarmi per un polso.
-Voi andate in camera di Antony e noi... Sofia prese anche il polso di Serena.
-In quella sua.
Continuò indicando con la testa quest'ultima.
Oh poveri noi...
Pensai prima di esclamare un:
-Che?
Ma lei non mi ascoltò e trascinò me e la ragazza più piccola di sopra. Trovai lo sguardo preoccupato, ma anche divertito, di Antony che era ancora in fondo alle scale, scossi la testa esasperata e raggiunsi la camera di Serena.

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~OvunqueconFede

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora