Capitolo 7

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Raggiungemmo il campo dove dagli spalti potevo vedere i giocatori riscaldarsi. Vidi subito Antony e ci pensò Lorenzo a farsi notare.
-Uuh vai Antony, spacca i culi!
Urlò con entrambe le mani ai lati della bocca. Antony si girò verso di noi muovendo le gambe per sciogliersi. Sicuramente adesso stava pensando: "perché Greta è qui", ma mi limitai a sorridergli.

La partita iniziò e dire che la squadra di Antony faceva schifo mi pareva brutto, ma era così. Forse era lui che non era in forma e quindi trasmetteva negatività al resto del gruppo. Era come se qualcosa gli impedisse di giocare e mi dispiaceva per lui.
-Che cos'ha Antony? Non è da lui.
Sentii mormorare da Matteo.
Quando finì il primo tempo avevano già preso due goal, vidi Antony rientrare negli spogliatoi mentre si rimproverava con se stesso.

-Greta, vado a prendere qualcosa da mangiare.
Mi urlò Sofia per farsi sentire sopra il rumore della folla.
-Ok, io vado al bagno.
Scendemmo dagli spalti e cercai invano il bagno facendomi il giro di tutti gli spogliatoi.
Passai davanti a una porta socchiusa e quando scorsi Antony mi fermai di colpo. Aprii lentamente la porta e lo guardai dispiaciuta. Era seduto a testa bassa e stringeva la fascia di capitano.
-Antony.
Dissi entrando abbastanza preoccupata dai suoi singhiozzi soffocati. Lui alzò il volto di colpo.
-Menchi, che ci fai qui?
-Beh, cercavo il bagno.
Mi sedetti accanto a lui e appoggiai i gomiti sulle gambe continuando a fissarlo.
-Che ti succede? Non ti ho mai visto giocare, ma se sei il capitano ci sarà un motivo.
Antony alzò gli occhi e li incastrò con i miei e non riuscii davvero a distogliere lo sguardo.
-Non lo so, oggi mi sento strano, e poi loro sono troppo forti, è impossibile batterli.
Rispose asciutto con il suo solito tono. Scossi la testa.
-No Antony, niente è impossibile, sono sicura che sei forte, più di loro.
Lui tirò un lungo sospiro e giocherellò con la fascetta che aveva tra i polsi.
-Non ci riuscirò mai.
Mi misi dritta con la schiena e lo rimproverai con lo sguardo.
-Non devi arrenderti mai, è la mia filosofia di vita e odio quando la gente dice il contrario.
Antony mostrò un lieve sorriso e sperai di avergli risollevato il morale.
-Forse hai ragione, ma non posso comunque, ho le mani gelate.
Disse scherzando.
Che idiota che era. Senza pensarci gliele presi e le chiusi tra le mie. Antony sorrise di nuovo a quel gesto, ma poi riassunse la sua solita espressione.
-Adesso non hai più scuse, e poi a calcio non servono le mani.
Lui inarcò un sopracciglio.
-Ah adesso fai pure l'esperta.
Sorrisi e mi alzai. Lui mi imitò e si rimise la fascia di capitano.
-Ah e se ti consola...
Dissi per poi avvicinarmi al suo orecchio.
-Sei sexy con i pantaloncini corti.
Gli sussurrai provocando un suo sorriso, mi allontanai dal suo orecchio e lo trovai a pochi centimetri dal mio volto.
-Antony!
Un ragazzo entrò facendoci sobbalzare e allontanare l'un l'altro.
-Finalmente ti ho trovato, forza, la partita sta per ricominciare.
Poi guardò me storcendo la bocca e mi sentii parecchio a disagio.

Tornai sugli spalti dove c'era Sofia con due contenitori di pop-corn in mano. Mi sedetti accanto a lei che me ne passò uno.
-Quanto ci hai messo per trovare il bagno?
-Ho avuto un piccolo contrattempo.
Affermai guardando verso il campo mentre i giocatori rientravano. La partita rincominciò e vedere il vero Antony giocare bene mi fece sorridere. Adesso nel campo c'erano solo lui, i suoi compagni e la palla, tutti i suoi problemi li aveva lasciati alle spalle.
Fece due passaggi molto importanti che portarono alla rimonta della loro squadra. Adesso erano 2-2 e non poteva sbagliare.
-Dai che se vincono festeggiamo e ci ubriachiamo in garage!
Esclamò Lorenzo battendo le mani sulle ginocchia. Sofia fulminò il suo ragazzo mentre io cercavo di non ripensare di nuovo alla festa.
Antony nel frattempo aveva raggiunto la porta ed era riuscito a sorpassare gli altri difensori. I ragazzi cominciarono ad agitarsi e finalmente ecco il suo goal, davvero stupendo. Lorenzo e Matteo iniziarono a urlare ed ero abbastanza sicura che non avrei mai più sentito dall'orecchio destro.
Antony non esultò ma si limitò a guardare gli spalti e cercare il mio sguardo, quando lo trovo sorrise e mimò un "ti odio" con le labbra. Sofia mi guardò continuando a sgranocchiare i suoi pop-corn.
-Greta, posso dirti una cosa?
-Dimmi.
Risposi continuando a guardare gli ultimi passaggi dei giocatori.
-Ho visto molte partite di Antony, e ho notato che non guarda mai gli spalti per tutto il tempo.
Mi girai a guardarla confusa.
-Ma se lo ha appena...
-Appunto.
Mi interruppe lei inarcando un sopracciglio. Continuai a non capire.
-Ti ha dedicato il goal, Greta.
Scoppiai a ridere mentre l'arbitro fischiava la fine della partita e i ragazzi esultavano.
-Ma che dici Sofia.

Scendemmo dagli spalti e andammo di fuori aspettando Antony che finiva di farsi la doccia. Dopo un po' uscì vestito pesantemente e mentre beveva da una bottiglia d'acqua.
-Sei stato grande stasera!
Dissero i ragazzi all'unisono lasciandogli una pacca sulla spalla.
-Come hai fatto a riprenderti?
Gli chiese Matteo ancora euforico.
-Beh, diciamo solo che mi hanno aiutato.
Rispose Antony mentre mi guardava. Sorrisi, e penso che se ne accorsero tutti e tre, ma non mi importò.

Dopo un po' Matteo tornò a casa, mentre Lorenzo e Sofia andarono da una parte perché lui aveva una sorpresa per lei. Presi coraggio e mi girai verso Antony.
-Perché mi hai guardata dopo che hai segnato?
Antony alzò la testa verso di me e ci mise un po' a rispondere.
-Perché è grazie a te e ai tuoi consigli che ho segnato, sei stata il primo pensiero dopo che la palla è entrata.
-Beh grazie, mi fai sentire importante.
Mostrò un ghigno divertito.
-Non ti ci abituare, Menchi, era solo per ringraziarti, da domani le cose torneranno come prima.
Alzai la testa e mi morsi il labbro.
-Meglio così.
-Ci vediamo.
Si avvicinò a me e mi diede una spallata, poi sparì nella notte.

Il giorno dopo arrivai in classe pronta per una nuova giornata di scuola. 
-Greta.
Sofia mi raggiunse e si sedette accanto a me battendo il libro sul banco.
-C'è il compito di fisica.
Continuò lei mentre apriva il libro.
Iniziammo a ripassare, quando entrò Antony con dei nuovi succhiotti sul collo, che novità. Si sedette al suo banco e venne circondato dai ragazzi.
-Oh, ieri sera hai festeggiato per bene!
Disse Matteo ridendo e provocando anche la risata degli altri due.
-Sì, le avevo detto di non farmi i succhiotti sul petto a quella troia, ma non mi ha ascoltato, quindi adesso li ho da per tutto.
Si vantò Antony. Cercai di ignorarlo ma continuava a parlare di ieri sera e mi stava urtando.
-Antony, io a differenza tua ci tengo alla scuola quindi per favore, abbassa la voce.
Sbottai abbastanza irritata. Lui alzò la testa, mi fissò accigliato e riprese a parlare alzando la voce per darmi ancora più fastidio. Feci un respiro profondo per cercare di mantenere la calma ma non riuscivo a concentrarmi. Lui alzò ancora di più la voce iniziando quasi ad urlare. Mi alzai e sfogai tutta la mia rabbia sullo schiaffo che gli tirai. Feci alzare dei cori e delle risate da tutta la classe. Antony allargò la bocca con la guancia completamente rossa, ma prima che potesse reagire, entrò la professoressa.
-Mi servirebbero due alunni che accolgano i ragazzi delle terze medie.
Tutti alzarono la mano solo per saltare il compito.
-Greta, tu che sei in piedi, vieni, e anche tu Antony, tanto ci sei o non ci sei fa niente.
Disse la prof indicandoci. Antony si alzò guardandomi male per lo schiaffo e uscimmo.

Durante la camminata per il lungo corridoio che ci avrebbe portato nell'aula magna, Antony mi fiancheggiò avvicinandosi al mio orecchio.
-Questa me la paghi, Menchi.
Sussurrò provocandomi dei brividi lungo la schiena. Mi girai verso di lui continuando a camminare.
-Ho proprio paura.
Lo provocai alzando le sopracciglia. Lui trattenne la rabbia stringendo i pugni.
Entrammo nell'aula e ci appoggiamo entrambi sul bordo della cattedra, che era in rialzo, mentre le professoresse spiegavano a quelle che erano due classi delle medie.

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora