Capitolo 13

1.7K 116 15
                                    

ANTONY POVS

Greta non era venuta a scuola e Sofia mi stava assillando su cosa le fosse successo. Uscimmo da scuola per mangiare a casa di Lorenzo mentre la bionda provava per l'ennesima volta a chiamarla al cellulare.

Dopo pranzo scendemmo in garage.
-Greta finalmente hai risposto!
La voce di Sofia mi fece alzare di scatto la testa.
-Che ti è successo? Vieni alle prove?
L'espressione di Sofia cambiò mentre Greta parlava, da preoccupata iniziò a sorridere.
-Ah, allora scusami se ti ho disturbata, ciao Greta.
E riattaccò.
-Che cosa ha detto?!
Chiesi io alzandomi dalla batteria.
-Ah tranquilli, è con Madalin.
Quella risposta mi spiazzò letteralmente, il mondo mi crollò addosso. Lorenzo e Matteo si voltarono istintivamente verso di me per vedere la mia reazione. Anti sgamo tutti e due. Sofia ci studiò accigliata.
-Che succede?
Chiese lei. Lorenzo scosse la testa e ritornò a guardare la sua ragazza.
-Niente, perché pensi ci sia qualcosa?
Le chiese il rosso agitato. Alzai gli occhi al cielo, era proprio un coglione.
-Ascolta Sofia, sono affari miei, non te lo dirò mai perché tu hai la bocca larga.
Sofia mi guardò offesa da quelle parole.
-Allora che dobbiamo fare? Niente prove oggi?
Loro scossero la testa all'unisono.
Fanculo, lei e il suo fottuto ragazzo con i capelli più falsi di lui.

Il giorno dopo andai a scuola sempre con la voglia a mille. Entrai in classe con l'intenzione di dare fastidio a Greta, come facevo sempre. Ma appena la vidi mi mancò il fiato, ero così debole di fronte a lei. Era bella, come al solito.
-Buongiorno.
Mi salutò sorridendo, il suo sorriso faceva invidia al mondo intero.
-Ciao.
Mi limitai a dire prima di raggiungere il mio banco che era all'angolo dietro la fila di Greta.
-E quindi ieri hai fatto sega, ti credevo una santarellina.
Le sussurrai mentre la prof entrava. Greta si voltò verso di me e mostrò un ghigno.
-Ci sono molte cose che non sai di me.
Disse appoggiandosi al mio banco.
-Tipo?
-Imparerai a conoscermi.
E con quella frase si rigirò, lasciandomi mille pensieri in testa.

Dopo le lezioni tornai a casa e poi andai al garage. La persona che trovai mi fece cambiare umore, se prima ero incazzato, adesso lo ero ancora di più.
-Il primo bacio glielo ho dato sotto le stelle.
Disse Madalin ai ragazzi mentre entravo. Ah quei due erano il vomito in persona, beh sappi che io glielo ho dato sotto la pioggia, cornuto.

Iniziai a sistemare la mia batteria mentre con la coda dell'occhio guardavo Mad che teneva un braccio in torno alle spalle di Greta e parlava con gli altri.
Mentre Sofia prendeva i suoi spartiti mi avvicinai a lei.
-Che ci fa lui qui?
Chiesi facendola voltare verso di me.
-Ha accompagnato Greta, può assistere alle prove.
Strinsi la mano in un pugno.
-Lui non fa parte della band.
Sofia alzò le spalle.
-Neanch'io, eppure sono qui.
Sbuffai.
-Sì ma tu non dai fastidio, lui sì.
Sofia si mise di lato per guardarmi meglio.
-Ah, e a chi darebbe fastidio?
Diventai rosso dalla rabbia e distolsi lo sguardo. Sofia mi diede una pacca sulla spalla.
-Senti non sono stupida, lo so che ti piace Greta.
Mi girai un'altra volta verso di lei e cercai di intimorirla il più possibile.
-A me non piace proprio nessuno!
Sofia annuì falsamente.
-Ti conosco, Antony.
Disse per poi raggiungere i ragazzi.

-Oddio!
Urlò dopo un po' la bionda facendoci sobbalzare.
-Che succede?
Chiese Matteo.
-Mi è arrivata l'email da parte del concorso di band!
Ci informò Sofia eccitata.
-Beh che aspetti? Leggila!
Sputai io. Sofia aprì l'email e la lesse ad alta voce.
-... vi informiamo che, siete passati al prossimo turno!
Disse per poi essere accompagnata dalle nostre esultanze.
Sorrisi soddisfatto e per un secondo incrociai lo sguardo di Greta. Sofia continuò a leggere facendomi distogliere lo sguardo.
-Il prossimo turno si terrà a Miami!
Disse Sofia finendo di leggere.
-Fantastico!
Esultò Lorenzo seguito dagli altri.
-Prima di cominciare a provare, Greta viene con me al bagno.
Ci informò Sofia afferrando Greta per un braccio e trascinandola di sopra. I ragazzi iniziarono a tirare fuori gli strumenti mentre io sistemavo le ultime cose.
-Mi spieghi che cosa ti ho fatto?
Mi girai verso chi aveva parlato e mi trovai di fronte un Madalin confuso. Mi accigliai e lo squadrai dall'alto al basso.
-In che senso, scusa?
-Da quando sono venuto non fai che trattarmi male, dimmi dove sbaglio, perché mi odi?
Povero ciccio, lo trattavo male.
-Ascolta, Madalin...
Dissi il suo nome esitando, non essendo sicuro della pronuncia.
-Io non ho niente contro di te, il problema è solo uno.
Il biondo incrociò le braccia e mi incitò a parlare.
-E quale sarebbe?
Ovviamente prima che potessi rispondere, le ragazze tornarono. Greta si accorse che stavamo parlando e ci guardò confusa ma anche preoccupata.
-Niente, lascia stare.
Dissi per poi raggiungere la mia batteria.

Passarono i giorni e finalmente arrivò il giorno della partenza per Miami. Lorenzo mi passò a prendere con la sua macchina dove già c'erano Sofia e Matteo.
-Indovinate? Mi hanno appioppato Theo!
Esclamai fingendomi contento mentre io e il bambino salivamo in auto.
-Ma come Antony, ho prenotato l'hotel per 5 e in macchina non entriamo tutti.
Disse Lorenzo guardandomi dallo specchietto retrovisore.
-In hotel troveremo un modo e... Greta si ficcherà da qualche parte.
Sofia, che era nel sedile davanti, si voltò sorridendo maliziosamente.
-Mh, siccome è per colpa tua che non entriamo tutti, io avrei un idea.
Mi faceva quasi paura.

Raggiungemmo casa di Greta, per fortuna questi sarebbero stati tre giorni senza Madalin tra le palle. Greta ci raggiunse e appena aprì lo sportello assunse un'espressione delusa.
-E io dove mi metto?
Chiese lei.
-Con le valigie.
Commentai beccandomi il suo pugno sul braccio.
-Sopra ad Antony, visto che è quello vicino allo sportello.
Disse Sofia.
Vidi Greta arrossire e forse anch'io avvampai. Beh, in effetti poteva stare solo sopra a me, visto che Matteo stava in mezzo e Theo era troppo piccolo. Sbuffai rumorosamente e drizzai la schiena.
-Forza allora.
Greta si sedette sulle mie gambe e finalmente partimmo.

All'inizio eravamo entrambi a disagio, ma poi Greta si rilassò iniziando a parlare con Sofia e gli altri. Durante il viaggio notai che gli occhi le si stavano chiudendo e questo mi fece sorridere.
-Non hai dormito stanotte, Menchi?
Lei non aveva nemmeno la forza di guardarmi male, si limitò a sbadigliare portandosi una mano alla bocca. Si appoggiò alla mia spalla facendomi saltare un battito, chiuse gli occhi e si addormentò. Mossi leggermente la testa per guardarla meglio, potevo sentire il profumo dei suoi capelli e potevo guardare bene ogni singolo dettaglio del suo volto, era perfetta, come era possibile che una persona così bella esistesse davvero?
La macchina si fermò in un parcheggio di un autogrill.
-Devo andare al bagno, voi?
Chiese Lorenzo girandosi a guardarci. Tutti scesero dalla macchina per andare in bagno e per prendere qualcosa da mangiare. Tutti tranne me e Greta, era una visione angelica vederla dormire, non mi andava di svegliarla.
Allungai la mano e le accarezzai i capelli giocando con le punte. Greta alzò leggermente la testa e socchiuse gli occhi.
-Antony... che stai facendo?
Chiese ancora mezza intontita.
-Niente, non posso guardarti?
Chiesi mentre le spostavo una ciocca nera dietro l'orecchio. Lei alzò ancora di poco la testa facendo scontrare i nostri nasi. Con una mano si strofinò gli occhi impastati dal sonno e mi guardò, era pericolosamente vicina a me e non sapevo per quanto ancora avrei resistito.
-Sei particolarmente bella stamattina.
Commentai io incastrando il labbro inferiore tra i denti.
-Grazie.
Rispose lei sorridendo leggermente. Sospirai per trattenere la mia tentazione nel baciarla. Poggiai la mia mano sulla sua guancia e sfiorai le sue labbra con il mio pollice. Greta si avvicinò ancora di più a me avvicinando le nostre labbra e facendo scontrare le nostre fronti. Ma proprio in quel momento, quello in cui la nostra distanza stava per essere spezzata, lo sportello della macchina si aprì facendoci sobbalzare.
-Eccoci!
Ci avvertì Matteo ritornando nel posto vicino al mio. Vaffanculo Tiberia, tu e il tuo tempismo di merda.
Subito dopo comparse Theo alle sue spalle con un pacchetto di patatine in mano. Anche gli sportelli davanti si aprirono facendo tornare Lorenzo al posto del guidatore e Sofia accanto a lui.
-Oh Greta ti sei svegliata, tieni, vi abbiamo preso la colazione.
Disse quest'ultima porgendoci un sacchetto contenente due cornetti. Greta lo prese e me ne passò uno non guardandomi in faccia.
Finalmente arrivammo a Miami.

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora