-Greta...
-Antony, vattene.
Cercai di mantenere la calma e lasciai la stanza iniziando a salire le scale.
Quando raggiunsi la mia camera sentii di sotto la porta sbattere, Antony era uscito. Mi sedetti sul letto e scoppiai a piangere. Sofia entrò in stanza e mi abbracciò prima che me ne potessi rendere conto.
-Ne vuoi parlare?
Scossi la testa singhiozzando.
Ecco appunto, non ne andava mai bene una.ANTONY POVS
Tirai un pungo sul muro della mia camera ma il dolore che mi procurò non era niente in confronto alla rabbia che provavo.
Mi tolsi la maglietta e indossai i pantaloncini del pigiama. Mi sedetti sul letto appoggiandomi con la schiena al muro. Fissai davanti a me mentre i miei occhi divennero presto lucidi. Tirai su col naso quando sentii la porta aprirsi.
Serena si affacciò e mi guardò dispiaciuta.
-Come stai?
Non risposi e continuai a guardare avanti a me stringendo i pugni per impedire di fare uscire delle lacrime.
-Ne vuoi parlare?
Scossi la testa mordendomi il labbro inferiore fino a farmi male. Tirai un sospiro tremolante e mi coprii la faccia vergognandomi di quelle lacrime poco virili.
-Devo sempre rovinare tutto.
Sentii Serena sospirare e avvicinarsi a me.
-Che hai fatto?
-Mi dispiace Ser, non voglio parlarne.
Mi sdraiai lungo il letto e le diedi le spalle.
-D'accordo.
E detto questo se ne andò delusa.Chiusi gli occhi sperando di addormentarmi, ma qualsiasi pensiero tornava a lei.
Greta.
Greta.
Greta.
Non ce la facevo, non volevo perderla un'altra volta. Sperai tanto in una sua telefonata ma non arrivò, così mi limitai ad aspettare che si calmassero le acque.
-Ehi Antony.
La voce di mio cugino mi fece rilassare e calmare in un certo senso. Mi girai verso di lui e provai a sorridere.
-Ciao Theo.
-Perché stai piangendo?
Mi passai una mano sulla faccia togliendo resti di lacrime.
-Perché sono triste.
-Ma poco tempo fa eri felice perché ti sei fidanzato con...
-Theo, va via.
Sbottai distogliendo lo sguardo.
-Sei hai litigato con Greta non dovresti stare qui a piangere.
Sospirai e buttai la faccia nel cuscino.
-Va via ho detto!
La mia voce soffocata contro il cuscino lo fece sbuffare e uscire dalla porta. Non so come ma riuscii ad addormentarmi.Il giorno dopo rimasi incollato al letto con l'intenzione di non muovere un muscolo. Non mi andava di alzarmi ed affrontare quella giornata senza di lei. Bussarono alla porta e questo mi fece sbuffare.
-Chi è?
Chiesi allungando un braccio lungo la coperta mentre con l'altra mano mi massaggiavo i capelli scompigliati. Sentii la porta aprirsi e questo mi fece innervosire, ma quando lei si affacciò mi passò tutto.
-Greta.
Lei si fermò in mezzo alla stanza e si morse il labbro imbarazzata.
-Ieri non ti ho fatto parlare, anche se non c'è molto da dire... qualcosa dovremo risolverlo.
Mi tirai su con la schiena e la invitai a sedersi sul letto.
Greta scosse in fretta la testa.
-No resto in piedi, grazie.
Sorrisi e inarcai un sopracciglio.
-Perché? Sei stata tante di quelle volte nel mio stesso letto Greta, non dovresti sentirti a disagio.
Lei roteò gli occhi e incrociò le braccia.
-Non fai ridere.
-Non volevo far ridere.Greta cedette e alla fine si sedette sul bordo del letto. Chiuse i pungi e drizzò la schiena tesa.
-Ascolta, io ci ho pensato e non voglio perderti di nuovo.
Lei alzò lo sguardo ma cercai di evitare i suoi occhi marroni che mi fottevano ogni volta.
-Greta alla fine io non l'ho fatto apposta, io amo te lo sai, non ha senso lasciarci.
-E come vorresti fare?
Sentii il suo corpo iniziare a rilassarsi.
-Io passerò del tempo con Francesca, la aiuterò, e quando nascerà il bambino troveremo un modo, ma io voglio te, Greta.
Greta abbozzò un sorriso e incrociò le mani.
-Anch'io non voglio perderti e ci ho pianto per questo, ho pianto tutta la notte.
Scossi la testa dispiaciuto.
-Mi dispiace tanto, Greta.
Mi avvicinai di più a lei che sospirò frustrata.
-Ci avevo pensato anch'io a questo e per me va bene, però quando nascerà il bambino non so quanto potrà essere facile sapere che i genitori siete tu e Francesca.
-Piccola, adesso non pensarci, va bene?
Le lasciai un bacio sulla guancia per poi incastrare le braccia in torno alla sua vita.
-D'accordo.
Greta provò a sorridere e questo mi fece sentire meglio. Sorrisi e le lasciai dei baci sul collo, lei si scansò infastidita.
-Che c'è?
Domandai, e lei trattenne una risata.
-Tuo cugino mi ha accompagnata fino a qui e probabilmente adesso è fuori la porta, quindi vedi quello che devi fare.Risi e mi alzai dal letto.
-È fuori dalla porta? Va bene.
Mi avvicinai in fretta alla porta e la chiusi a chiave. Mi voltai verso Greta e lei rise scuotendo la testa.
-Sei un idiota.
Commentò mentre mi avvicinavo a lei.
-Tu dici?
Domandai facendola sdraiare con me sopra. Greta si aggrappò alla mia schiena e sorrise.
-Sì.
La baciai e non persi tempo a chiederle l'accesso con la lingua.
-Antony.
Greta ansimò il mio nome quando ci staccammo.
-Che c'è?
La vidi trattenere una risata.
-Mi dispiace ma... è quel periodo del mese e ho le mie cose.
Greta rise e non potei trattenere una risata anch'io.
-Posso mandarti a quel paese?
Lei mi accarezzò la nuca lasciando che dei brividi percorressero la mia schiena.
-Direi di sì.
Feci spallucce e continuai a sorridere.
-Va bene dai, ti amo comunque.La baciai di nuovo e restammo così tutta la mattina fino a quando il mio telefono non squillò disturbando i nostri discorsi poco seri mischiati a dei baci e delle carezze.
Mi allungai verso il comodino e afferrai il cellulare notando il nome di Lorenzo.
-Allora come stai?
Domandò appena risposi.
Guardai Greta che era appoggiata con il gomito al mio cuscino e premeva la mano sulla sua guancia, un sorriso spontaneo spuntò sulle mie labbra.
-Benissimo.
Lo sentii tirare un sospiro di sollievo.
-Meno male, io e gli altri eravamo tutti preoccupati per voi.
-Abbiamo accordato delle cose e ora siamo più tranquilli.
Greta sorrise e le accarezzai la guancia mentre Lorenzo continuava a parlare dall'altro capo del telefono.
-Domani avevamo intenzione di fare una bella gita al lago, vi va? Tanto per distrarvi.
Sbuffai una risata.
-Solo a te vengono in mente queste cose, comunque sì, ci saremo.
-D'accordo, allora a domani.
Riattaccai e notai che Greta mi fissava con gli occhi socchiusi.
-Che c'è?
Domandai mentre posavo il telefono.
-Decidi le cose anche per me, da quando?
Roteai gli occhi e mi morsi il labbro.
-Perché avevi da fare domani?
Greta allargò la bocca e ci pensò su ma non ne uscì niente.
-Beh... io avrei potuto...
-Sì, certo.
Greta provò a dire qualcos'altro ma la baciai non dandole il tempo di difendersi. Mi accarezzò il petto mentre la tiravo verso di me.
-Domani andiamo a pesca.
Esclamai ridendo quando ci staccammo.
-A pesca?
-Sì, a pesca.#spazioautrice
Alla fine non sono tanti cattiva dai.
Lasciate tanti commenti che mi piace leggerli e lasciate anche tante stelline se vi piace, bye✨❤️
~OvunqueconFede
STAI LEGGENDO
Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di Francesco
FanfictionGreta Menchi e Antony Di Francesco. "Quei due potranno odiarsi, evitarsi, dichiararsi guerra, far finta di girarsi dall'altra parte per mostrare indifferenza, ma quando i loro sguardi si incroceranno, anche per caso, con quegli occhi si sfioreranno...