Capitolo 15

1.6K 114 2
                                    

Il giorno dopo mi svegliai per terra nella stanza della sera prima. L'unica differenza era che stavo abbracciando un cuscino.
Mi voltai e sbattei la faccia contro un altro cuscino. Alzai la testa e trovai Antony che dormiva profondamente.
Sorrisi inconsciamente e lo osservai, aveva i capelli spettinati che gli ricadevano sulla fronte e le labbra leggermente socchiuse mi fecero venire voglia di baciarlo. Scacciai quel pensiero e mi misi a sedere guardandomi in torno: Theo era ancora accollato sul letto e dormiva beatamente. Lorenzo e Sofia dormivano, anche loro per terra, come Matteo, nelle posizioni più strane possibili.
-Ragazzi... svegliatevi, oggi dobbiamo suonare.
Tentai di svegliarli ma niente.

Mi alzai e decisi di andare di sotto prendendo un tè caldo per il mio mal di testa.
Mi sedetti intenta a soffiare nella mia tazza, ma la allontanai da me, visto che era ancora troppo bollente.
Mi misi a giocare con le maniche di quella felpa, che mi teneva davvero caldo e mi faceva sentire vicina ad Antony, nonostante il nostro odio.
-Ah sei qui, Menchi.
La sua voce sovrastò i miei pensieri.
Antony scese le scale e raggiunse il tavolo del buffet prendendo delle fette biscottate. Lo seguii con lo sguardo mentre la testa mi faceva sempre più male. Si sedette al mio tavolo e me ne porse una.
-Vuoi?
Scossi la testa debolmente.
-No, grazie.
Risposi per poi bere un sorso del mio tè, questo fece risalire tutta la vodka di ieri nella mia gola.
-Va tutto bene? Sei pallida.
Chiese Antony studiamomi. Di istinto lo afferrai per un polso.
-Devo vomitare.
Antony spalancò gli occhi e sospirò.
-Oh, non ci posso credere.

Mi alzai e lo tirai verso il primo bagno che ci capitò, affondai la testa nel water e iniziai a vomitare mentre Antony mi reggeva i capelli. Vomitai pure l'anima, ma dopo mi sentii meglio. Spostai la testa sul bidè e mi lavai la faccia. Antony mi lasciò i capelli e io mi rilassai quanto potevo, seduta ancora per terra.
-Sei un disastro.
Commentò il ragazzo appoggiandosi al muro.
-Grazie.
Mormorai passandomi una mano tra i capelli.
-Sta tranquillo comunque, non ti ho sporcato la felpa, ma devo cambiarmi.
Lo informai io sempre con lo stesso tono.
-Allora alzati che tra un po' dovremo andare al concorso.
Mi ordinò lui nel modo più gentile possibile. Gemei appoggiando la testa al muro.
-Non ce la faccio.
Antony sospirò spazientito. Si abbassò e prima che potessi fare qualsiasi cosa, mi prese in braccio. Sentii le sue braccia stringermi la schiena e le gambe e questo mi fece cambiare in fretta colore sulle guance.
-Che... stai facendo?
Chiesi io imbarazzata. Antony mi guardò e fece un lungo respiro.
-Non vuoi alzarti, ti ho alzata io.
Rispose come se fosse la cosa più normale del mondo. Continuò a fissarmi e non smetteva un secondo di sorridere.
-Ah beh, allora se ce la fai portami in ascensore.
Dissi sorridendo.
Lui iniziò a camminare e gli misi un braccio in torno al collo.
-Credevo pesassi di più.
Commentò lui mentre chiamava l'ascensore.
-Potresti anche lasciarmi adesso.
Dissi io mentre le porte si aprivano.
-No.
Rispose Antony entrando.
-Che devi fare?
Chiesi alzando gli occhi al cielo.
-Niente, perché pensi sempre che debba fare qualche cazzata?
Domandò lui irritato.
-Perché sei un coglione.
Risposi asciutta. Provocai la sua risata mentre i suoi occhi marroni guardavano intensamente i miei, sentii un brivido lungo la schiena, quella risata era una cosa stupenda, quasi indescrivibile.
-Guarda che posso sempre farti cadere, Menchi.
Risi anch'io, raggiungemmo la camera e scesi dalle braccia di Antony. Presi i vestiti ed entrai a farmi la doccia.

ANTONY POVS

Mi sdraiai sul letto e notai che il mio telefono era strapieno di notifiche.
Controllai i messaggi ed erano tutti dei ragazzi.

"Dove cazzo siete?"
"Coglione è tardissimo."
"Spero per te che avrai una buona scusa per questo ritardo."
"Spero che state facendo ritardo perché state scopando."
"Ti giustifico solo questo, sappilo."

Erano tutti di Lorenzo e mi fecero davvero ridere.

"Idiota non abbiamo fatto niente, scusaci il ritardo, adesso arriviamo"
Gli risposi io muovendo velocemente le dita sulla tastiera.
"Falso allarme, c'è una fila assurda, farete in tempo"
Rispose dopo un po' lui.

Mi alzai dal letto sospirando rumorosamente.
-Hai fatto, Greta?
Urlai io per farmi sentire.
-Sì, eccomi.
Mi avvicinai alla porta d'ingresso e Greta uscì dal bagno. Si avvicinò in fretta allo specchio a figura intera e iniziò a pettinarsi. Io non sapevo se lo facesse a posta a mettersi quel completino con le calze che avrebbe fatto arrapare chiunque. Come al solito rimasi imbambolato a fissarla, con la bocca spalancata, da vero idiota. Lei se ne accorse e si voltò a guardarmi preoccupata.
-Che c'è?
Chiese continuando ad aggiustare quei meravigliosi capelli neri.
Balbettai qualcosa che nemmeno io riuscii a capire, dai Antony, compra una vocale. Greta smise di pettinarsi e si guardò insicura.
-Che c'è? Ci sto male? Dici che non va bene? Cos'è che...
-Sei bellissima.
La interruppi io con più sincerità possibile. Greta ritirò le labbra e si rilassò per poi sorridere. Prese la borsa e si avvicinò a me, mi lasciò un bacio sulla guancia per poi sussurrarmi un "buona fortuna" e uscire dalla camera.
Buona fortuna, davvero?
Adesso sì che avrei avuto fortuna.

Prendemmo un taxi e raggiungemmo gli altri. Io e Lorenzo entrammo per primi per montare gli strumenti.
-Sei pronto?
Chiese il rosso mentre mi sedevo alla batteria.
-Pronto? Prontissimo, sono nato pronto!
Risposi sprizzando gioia da tutti i pori. Lorenzo mi squadrò alzando le sopracciglia mentre tirava fuori la sua chitarra.
-Che ti prende? Perché sei così felice?
Chiese divertito.
-Niente, perché pensi che ci sia qualcosa?
Chiesi euforico. Lui abbassò lo sguardo e rise.
-Innamorato perso.
Mormorò tra i denti, quasi avesse paura di farsi sentire.
-Cosa?
Chiesi io così contento da fare schifo. Lorenzo alzò la testa e sorrise lievemente.
-Sei innamorato di Greta, perché non lo ammetti e basta?
Studiai le mie bacchette e un lieve sorriso si formò sul mio volto.
-È vero.
Risposi lasciando Lorenzo confuso.
-C-cosa?
Balbettò incredulo.
-Sono innamorato di lei.
Affermai mentre Greta entrava insieme a Sofia.

Finalmente lo avevo ammesso a me stesso, era come liberarsi di un peso. Ma adesso dovevo pensare solo all'audizione, nient'altro.
-Ok, siamo tutti pronti?
Ci chiesero i giudici che erano davanti a noi.
-Sì.
Rispose Greta per tutti. Appoggiò la mano sul microfono e si girò a guardarmi per poi sorridere.

Iniziammo a suonare 'Take me home'. Cercai di concentrarmi sulla mia parte, senza dare peso a tutto quello che mi circondava, compresi i suoi occhi, i suoi fottuitissimi occhi marroni. Ma era praticamente impossibile non guardarla durante il ritornello, ed ecco che cadevamo entrambi a fissarci intensamente. Senza pensarci tirai fuori tutto quello che sentivo, convinto che nessuno sentisse niente.
-Ti amo.
Sussurrai guardando Greta, non ero nemmeno io sicuro di tutto ciò, ma forse lo dissi perché ero convinto che lei non capisse. Però Greta sbagliò l'ultimo pezzo e si fermò di colpo allargando la bocca.
-Greta?
Chiese Lorenzo preoccupato.
-Che succede Greta? Perché ti sei fermata?
Chiesi io mentre lei mi guardava ancora a bocca spalancata. Greta scosse la testa.
-Scusate.
Disse prima di uscire.

Che le era preso? Non poteva aver capito... no. Mi alzai e la inseguii sotto lo sguardo confuso di tutti. La vidi correre fuori dall'edificio, aumentai il passo e riuscii ad afferrarla per un polso. Si voltò verso di me e mi guardò come fosse spaventata.
-Va tutto bene?
Chiesi io rilassandomi ma non mollando la presa.
-No.
Rispose sinceramente lei.
-Che hai? Non ricordavi le parole?
Greta si avvicinò di più a me e il mio cuore saltò un battito.
-Smettila di far finta di niente, Antony, io so leggere il labiale.
Spalancai gli occhi mentre iniziavo a imprecare in silenzio. Greta chinò la testa dispiaciuta.
-Ti prego, se è uno scherzo non è divertente.
Uno scherzo? Davvero?
Le mollai il polso con uno strattone.
-Pensi davvero che stessi scherzando?!
Sbottai infastidito.
-Io... non lo so, sono in confusione più totale
Rispose lei con un filo di voce. Cominciai a fissarla sempre più con ribrezzo.
-Ah, tu sei in confusione? Pensa io Greta, credi che io abbia dimenticato quel bacio?! No, per niente, ma da quando è tornato il tuo ragazzo non hai le palle per parlarne!
Sputai acido tutto quello che sentivo dentro. Lei si morse il labbro non sapendo come rispondere. Abbassò la testa facendosi cadere delle ciocche davanti agli occhi.
-Mi dispiace...
Sussurrò facendomi ancora più arrabbiare.
-Greta, io sto impazzendo per colpa tua. Quindi adesso guardami negli occhi, e dimmi che non provi niente per me, allora io me ne andrò e continueremo ad odiarci.
Greta alzò la testa intimidita.
-Dimmi la verità, che cosa provi per me?
Chiesi di nuovo. Lei scosse la testa sul punto di piangere e scappò via.
Rimasi per un secondo lì mentre lei si allontanava sempre più da me, strinsi i pugni per la rabbia e me tornai dai ragazzi.

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora