Capitolo 39

1.2K 97 10
                                    

ANTONY POVS

-Davvero bella questa canzone.
Commentò Lorenzo appena finì di leggere il mio nuovo testo.
-Grazie.
Risposi sedendomi su l'unica sedia del suo garage.
-A che ti sei ispirato?
Chiese incrociando le braccia al petto. Alzai le spalle indifferente.
-A nessuno.
Risposi, ma dalla sua faccia notai che non ci credeva.
-Va bene, senti vado a prendere la chitarra così intanto proviamo io e te.
Mi avvertì prima di salire le scale e raggiungere il piano di sopra.

Iniziai a sistemare dei fili per la batteria quando la porta si aprì di colpo facendomi voltare e incontrare lo sguardo preoccupato di Greta.      
-Ehi, cia...
-Alzati la maglietta.
Mi interruppe lasciandomi perplesso. La fissai sbattendo le palpebre un paio di volte prima di realizzare.
-Ma che...
-Alzati la maglietta!
Ripeté prima di indicarmi.
-Ma perché Greta?
Ribattei confuso. Lei alzò gli occhi al cielo per poi guardarmi di nuovo.
-Ti prego,  alzati la maglietta.
Continuai a fissarla confuso ma alla fine decisi di accontentarla alzandomi la maglietta fino ai pettorali.
Greta spalancò la bocca e mi fissò. Abbassai lo sguardo per vedere che succedeva e notai un succhiotto in mezzo al petto. Mi ci passai un dito sopra incredulo, poi tornai a guardare Greta.
-Che cazzo... tu come lo sapevi? Come hai...
Non riuscii a compiere una frase sensata. Greta mi guardò come se fosse ovvio.
-Ieri sera Antony, non ricordi?
La fissai cercando di ricordare ma niente, zero assoluto.

Sentii Lorenzo scendere le scale e questo mi fece abbassare la maglietta e voltarmi.
-Ciao Greta.
La salutò il rosso.
-Come mai qui così presto?
Le chiese mentre tirava fuori la sua chitarra dall'apposita custodia.
-Devo parlare con Antony.
Rispose prima di afferrarmi per un polso e trascinarmi verso la porta. Mi voltai un'ultima volta verso Lorenzo che sorrideva malizioso, gli lanciai un'occhiataccia e uscii insieme a Greta.

-Allora, abbiamo fatto un casino, non è vero?
Chiesi esasperato portando le mani in tasca. Greta non rispose subito, aspettò di sedersi in una panchina di un parco prima di parlare.
-Tu che dici?
Disse incrociando le mani nervosa.
-Che cazzo, ma perché non ricordiamo niente!
Sbuffai appoggiandomi allo schienale della panchina. Vidi Greta agitarsi e questo mi lasciò un secondo confuso.
-Greta... tu ricordi?
La vidi arrossire ed evitare il mio sguardo.
-Sì ma quello che ho fatto è troppo imbarazzante, non lo dirò mai.
Mi avvicinai di più a lei per trovare il suo contatto visivo.
-Allora che mi hai chiamato a fare?
Lei alzò la testa e finalmente trovai quei profondi occhi marroni.
-Per vedere se anche tu ricordassi qualcosa, ma non è così quindi ciao.
Fece per alzarsi ma la tirai per un braccio facendola risedere.
-Dai ti prego, dimmi cos'è successo.
La implorai curioso. Greta sospirò e si girò a guardarmi.
-Ok, io... ti ho fatto quel succhiotto perché... mi ero messa in testa di provocarti e ti ho anche... leccato...
La vidi arrossire e pronunciare quelle parole con difficoltà. Aspettai che continuasse ma non riuscii a trattenere delle risate. Greta avvampò e la cosa non migliorò.
-Non ridere, tu mi hai baciata e saremo andati oltre se non fosse stato per Francesca e Connor!
Continuai a ridere mentre lei mi guardava male.
-Sì ma io non ho fatto niente di male, tu hai fatto la cagna e mi dispiace non ricordarlo.
Affermai ridendo, Greta mi fulminò, anzi, se si potesse uccidere con lo sguardo, lei lo avrebbe già fatto.
-Vedi? Non avrei mai dovuto dirtelo, vaffanculo!
Esclamò indignata prima di alzarsi e andarsene.

Mi alzai anch'io sbuffando e la inseguii. La afferrai per un braccio prima che potesse scappare via e la feci voltare verso di me.
-Sai, non capisco che cosa ci trovino le ragazze in te, sei proprio un idiota!
Esclamò furiosa liberandosi da me con uno strattone.
-Beh allora credo che devi farti anche tu questa domanda.
Risposi io alzando il tono di voce e facendola fermare. Si voltò verso di me e mi guardò di nuovo male.
-Tu non sai quanto cavolo ti odio, Antony Di Francesco, ma dimmi, ti diverti a vedermi incazzata?!
Sbraitò lei avvicinandosi di nuovo a me. Mi morsi il labbro per trattenere un sorriso.
-Sì, perché sei bellissima quando sei incazzata.
La sua espressione barcollò e vidi anche lei trattenere un sorriso.
Mi avvicinai di più e la guardai dall'alto, certe volte mi sembrava così piccola e indifesa per la nostra poca differenza di altezza e avrei voluto tanto abbracciarla.
-Lo sai che... gli ubriachi fanno quello che da sobri non riuscirebbero mai a fare?
Greta mi fulminò di nuovo e cominciai a pentirmi per averlo detto.
-Appunto, tu vuoi solo andare a letto, quindi tutto si ricollega.
Esclamò portando poi le braccia al petto.
-Che cosa? Ancora con questa storia? Lo vuoi capire che...
Non mi lasciò finire che già se ne era andata e stavolta non riuscii a fermarla.

Sentii di nuovo un peso al cuore, quello che sentivo sempre ma ogni volta non riuscivo a descrivere, quello che era provocato solo e solamente da lei.

GRETA POVS

Chi me lo avevo fatto fare di andare a parlare con lui?
Era meglio se fossi restata a casa, e poi se lui avesse visto il succhiotto ben venga, avrei fatto finta di niente.
Ma ormai non aveva senso piangersi addosso, quel che era fatto era fatto.
Il mio telefono vibrò e interruppe i miei pensieri. Lessi il messaggio che era da parte di Connor.

"Ciao Greta, ti chiedo scusa per le cazzate che forse ho sparato ieri sera, ero ubriaco non voglio che tu ti faccia una brutta impressione su di me, io non sono così. Ti va di vederci? Così per fare due chiacchiere, passa a casa mia però, io non posso uscire :)"

Sorrisi a quel messaggio e risposi in fretta accettando l'invito.
Lui sì che era un ragazzo serio, si era preoccupato subito della mia impressione su di lui e mi aveva chiesto scusa, era davvero carino.

Mi avviai verso casa di Connor e stranamente ricordai la via. Suonai come l'ultima volta a quel cancello enorme e mi misi ad ammirare la villa da fuori. Era davvero bella e grande, chissà come sarebbe stata dentro.
Il cancello si aprì ed entrai raggiungendo la porta dove notai un ragazzo, avrà avuto 16 anni, assomigliava tanto a Connor, solo che lui era molto più biondo.
-Cerchi qualcuno?
Mi chiese mentre spalancava la grande porta bianca.
-Sì, Connor.
Il ragazzo mi fissò per qualche secondo e poi mi fece cenno di entrare.
-Mio fratello è in palestra, vieni, ti accompagno.
Affermò prima di chiudersi la porta alle spalle. Ma come? Avevano una palestra dentro casa?
Mi guardai in torno notando una grande sala d'ingresso. Mi misi ad ammirarla notando un grande lampadario di vetro in cima alla stanza.

-Vieni.
Mi incitò il ragazzo di prima, che adesso era appoggiato alla ringhiera delle lunghe scale in marmo. Lo raggiunsi e salimmo di sopra dove il mio occhio si perse lungo una grande quantità di porte. Ci fermammo davanti a una delle prime.
-È qui.
E detto questo mi aprì la porta lasciandomi sola sulla soglia.

Entrai esitando, notando una grande stanza dalle pareti blu piena di attrezzi, da palestra, appunto.
-Connor?
Lo chiamai io iniziando a camminare e a guardarmi in torno.
-Ehi.
Me lo ritrovai davanti e quasi mi spaventai per non essermi accorta di lui.
Aveva i capelli bagnati e in torno al collo un asciugamano che gli ricadeva sulla canottiera blu.
-Non credevo arrivassi così presto.
Ammise lui iniziando poi a camminare verso la porta.
-Sì, ero già per strada, per questo ho fatto subito.
-Ok, vieni di sotto ti offro qualcosa.
Scendemmo le scale e Connor mi indicò quella che era la sala.
-Aspettami lì, io vado a mettermi qualcosa di decente e a prendere qualcosa da mangiare.
Annuii e raggiunsi la sala, la prima cosa che notai fu una grandissima finestra dove si poteva vedere il giardino. Ai lati della finestra c'era un enorme libreria, mi avvicinai ad essa notando dei libri vecchissimi che fino a adesso avevo visto solo nelle biblioteche più antiche. Mi sedetti su una poltrona e ammirai il giardino notando che era ben curato.

Un rumore mi fece distogliere lo sguardo e incontrare gli occhi di un uomo che avevo già visto. Era in piedi davanti alla poltrona di fronte a me e mi stava fissando con le mani dietro la schiena. Era lo zio di Connor, quello che aveva bussato due volte a casa mia e mi inquietava parecchio.

#spazioautrice
Eccomi qua, scusatemi tanto, ho il capitolo pronto per domani giuro😪❤️
Cosa succederà? Secondo voi cosa nasconde lo zio di Connor?😏
Vi voglio bene grazie di tutto i commenti e le letture anche per l'altra storia, grazie mille❤️
Lasciate tante stelline e commenti e ci rivediamo alla prossima❤️
~OvunqueconFede

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora