Capitolo 29

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ANTONY POVS

Soffrire. Quella ragazza mi faceva soltanto soffrire. Da quando era entrata nella mia vita aveva fatto solo quello, ma era colpa mia in parte, una grande parte. Però perché non voleva ascoltarmi? L'avevo persa per sempre?
-Dove cazzo sta quello stronzo di Enzo? Devo riempirlo di botte!
Esclamai entrando in garage e sbattendo violentemente la porta.
-Non c'è.
Rispose Matteo mentre aggiustava il suo basso.
-Ah, non si presenta quell'infame.
Mormorai tra i denti.
-Ma invece di pensare ad Enzo pensa a quello che hai fatto, idiota, Greta sta malissimo!
Disse Sofia di tutta risposta.
-Anche io sto male, potrebbe anche rispondermi comunque!
Sofia si avvicinò a me.
-Quale parte di "sta male" non ti è chiara?
-Oggi sei particolarmente simpatica, cara.
La schernii io avvicinandomi alla batteria. Lo avevo notato subito che Greta mancava, ma non lo feci notare.

Passammo il pomeriggio a parlare, o almeno loro, io non ne avevo voglia. Sofia se ne andò poco dopo.
-Antony.
Lorenzo richiamò la mia attenzione mentre ero concentrato sul cellulare.
-Sappiamo che stai male, ti va di restare a casa mia stasera? Pizza, birra e film, come i vecchi tempi.
Propose il rosso coinvolgendo, ovviamente, anche Matteo. Provai a sorridere e annuii.
-Sì, ne ho proprio bisogno.
Mi alzai e gli strinsi la mano come facevamo di solito, per poi lasciargli una pacca sulla schiena.

Ci ritrovammo sul divano a chiacchierare qualche ora dopo.
-Voi sapete qual è la verità, no?
Chiesi mentre bevevo un goccio di birra.
-Sì, me lo ricordo. Quando abbiamo conosciuto Greta e tu dicevi di odiarla io ti dissi scherzando: "ma se ti metteresti con lei solo per scoparla." Poi quando ti ci sei messo veramente ho rimesso in mezzo questa frase e abbiamo iniziato a scherzare, Enzo deve averci sentito in quel momento.
Rispose Matteo facendomi annuire.
-Ma lei non vuole ascoltarmi.
-Sì ma una parte di questa storia è vera, quindi fa bene ad essere arrabbiata con te.
Commentò il rosso.

La serata passò, incasinammo tutta la camera di Lorenzo perché ci eravamo presi a lanciare pizza, però per quella serata non avevo pensato a lei, ma le cose dovevano cambiare. Mi ero troppo ammosciato ultimamente, non sarei rimasto con le mani in mano, se Greta non voleva parlarmi, bene, non sarei stato tutta la vita dietro di lei, il mare era pieno di pesci.

GRETA POVS

Tirai un respiro profondo mentre legavo i miei capelli biondi in una coda.
Erano passati quattro giorni ed era ora di tornare a scuola. Mi ero svegliata la mattina presto con l'ansia, così non sapendo che fare avevo tirato fuori tutti i vestiti dall'armadio, ma non me ne piaceva nessuno. Alla fine dopo ore di indecisioni riuscii a vestirmi e a scendere di sotto, salutai i miei genitori e camminai verso scuola.

Mi ero psicologicamente preparata a tutto, che poi quale tutto? Io volevo solo evitare Antony.
Mi fermai al posto dove di solito la mattina io e i ragazzi ci incontravamo.
-Greta!
La voce di Sofia mi fece sorridere e la vidi camminare a passo veloce verso di me con Matteo e Lorenzo dietro.
-Ehi ci sei mancata!
Esclamò Lorenzo allargando le braccia prima che lo abbracciassi, cosa che feci anche con Matteo.
-Anche voi.

Sofia mi afferrò per un braccio e iniziammo a camminare verso l'ingresso.
-Ehm sai Greta, in questi giorni le cose sono un po' cambiate.
Mi informò con un po' di preoccupazione nella voce. Varcammo la soglia mentre la guardavo confusa.
-Che vuol dire?
-Beh, ecco...
Non terminò la frase perché si fermò di colpo a guardare un punto davanti a lei, guardai nella sua stessa direzione e il mio cuore saltò più di un battito quando riconobbi quella persona.

Era lui, nel bel mezzo del corridoio, appoggiato al muro con una gamba piegata. Indossava una felpa grigia con un cappuccio che in quel momento gli copriva la testa. Aveva degli skinny neri, come al solito, e delle vans grigie. Alzò la testa e incontrai quegli occhi marroni che appena mi videro diventarono confusi. Si staccò dal muro e iniziò a camminare verso di me mentre la mia ansia saliva. Strinse la manica dello zaino che teneva solo nella spalla sinistra.
Mi raggiunse e mi tirai indietro mentre il mio battito accelerava sempre di più.
-Chi non muore si rivede.
Esclamò Antony con un ghigno divertito su quelle labbra, che mi mancavano da morire.
-Già.
Dissi semplicemente.
-Molto maturo da parte tua saltare la scuola e le prove per non incontrarmi.
Disse lui mettendo le mani nelle tasche della felpa.
-Molto maturo da parte tua fare queste battutine nonostante il tuo torto.
Risposi io provocandolo. Antony abbozzò un sorriso forzato.
-Vedo che questo vizio di rispondermi non te lo togli.
-Chi sei tu per non poterti rispondere male?
-Io non stavo dicendo questo...
-Allora levati.
Sputai prima di spingerlo lontano da me e riprendere a camminare con Sofia accanto.
-Allora cos'è che è cambiato? Che è un idiota lo sapevo già.
Domandai a Sofia. La bionda si guardò dietro le spalle.
-Io ti volevo parlare di... ehm penso che dovresti girarti per capire.
Feci come mi aveva detto per vedere Antony tenere contro il muro una ragazza. Era alta e magra, aveva dei lunghi capelli ricci e castani, portava un quintale di rossetto sulle labbra e non riuscii a vedere tanto, solo che Antony gli stava sussurrando qualcosa all'orecchio.
-Si chiama Francesca.
Mi informò Sofia mentre guardavo i due ragazzi scambiarsi sorrisi.
-Fa il 4*C... e credo che si stiano frequentando.
Deglutii lentamente concentrandomi su Sofia.
-E fidati, quella è proprio una troia.
Allargai la bocca ma non ne uscì niente.
-Oggi vado a tingermi i capelli.
Cambiai discorso e Sofia chinò la testa confusa.
-Ah... wow, sei sicura di star bene?
Domandò accigliata.
-Sto benissimo.
Mentii non dando a vedere le mie reali emozioni.

Mi avviai verso la classe evitando tutte le monotone battute come "oh ma allora sei viva".
Trovai il mio banco e mi sedetti buttando la testa sullo zaino.
Non dovevo piangere, dovevo essere forte.
Un rumore proveniente dalla porta mi fece alzare di poco la testa da dove ero appoggiata. Notai Antony sulla soglia, ci fissammo per qualche secondo intenso ma fui la prima a cedere a quel gioco di sguardi. Non disse nulla e raggiunse il suo banco, come ci eravamo ridotti così?

ANTONY POVS

Ero appoggiato al muro del corridoio concentrato verso il pavimento dove vedevo mille piedi muoversi in fretta di ragazzi che correvano verso le aule. La mia testa era così piena di pensieri che dovevo riordinarli per capirci qualcosa.
Sentii la voce di Sofia in lontananza e questo mi fece alzare la testa, ma l'unica che vidi fu lei. Era lei, era lì, erano cinque giorni che non la vedevo e l'ultima immagine che avevo era di lei che mi urlava contro che ero uno stronzo. Vederla lì mi fece saltare mille battiti e rendere il mio respiro più affannoso. Era la prima volta che la vedevo con i capelli legati così da mettere meglio in risalto la sua faccia. Era bellissima, come sempre.
Mi staccai dal muro e camminai verso di lei non staccando i miei occhi da quelle splendide iridi nere.
-Chi non muore si rivede.
Esclamai notando meglio i suoi particolari del viso. La nostra conversazione fu fulminea e non risolvemmo niente, avrei preferito di gran lunga un pugno in faccia, ma non lo diedi a vedere.

Notai Francesca appoggiata contro il muro che mi faceva cenno di andare verso di lei. Lanciai un ultimo sguardo dietro di me potendo notare che Greta e Sofia avevano ripreso a camminare.
-Chi era quella?
Chiese Francesca quando la raggiunsi. La schiacciai contro il muro e sorrisi.
-Nessuno, perché?
Mentii guardando le sue labbra rosso ciliegia.
-Sicuro? Mi sembrava di averla già vista da qualche parte.
Mi avvicinai al suo orecchio e notai che Greta ci stava guardando, ma cercai di ignorarla.
-Sei gelosa?
Sussurrai alla riccia provocando un suo sorriso compiaciuto.
-Dovrei?
Risi facendo attraversare al mio fiato la sua pelle.
-Allora, hai deciso di uscire con me sì o no?
Cambiai discorso io allontanandomi dal suo orecchio e guardandola di nuovo in faccia.
-Mh devo vedere, ora mi fai andare in classe?
Mi allontanai da lei e alzai le mani facendola passare mentre guardavo ogni parte del suo corpo soffermandomi su alcune curve e tenendo perennemente il labbro inferiore tra i denti.

Anch'io raggiunsi la mia classe e vidi solo Greta che aveva la testa sullo zaino, ma appena feci rumore per farmi notare la alzó incrociando il suo sguardo con il mio. Restammo così per secondi che parvero infiniti ma alla fine lei tornò alla posizione di prima e io raggiunsi il mio banco.
Mi dovevo riabituare a ignorarla, ma era un grande problema, davvero.

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora