Capitolo 26

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Trovai lo sguardo preoccupato, ma anche divertito, di Antony che era ancora in fondo alle scale, scossi la testa esasperata e raggiunsi la camera di Serena.

-Che è successo stavolta?
Chiesi mentre ci sedevamo tutte e tre in cerchio. Sofia iniziò a parlare senza smettere mai, ma in compenso feci molta amicizia con Serena. Dopo esserci abbuffate per più di un ora con patatine e aver parlato male di quel povero Lorenzo, decisi di alzarmi.
-Vado al bagno.
Avvertii prima di uscire. In realtà avevo bisogno di riposare la testa dalle chiacchiere continue di Sofia.
La porta della camera di Antony si aprì e uscì proprio lui che, appena mi vide per il corridoio, tirò un sospiro di sollievo e se la chiuse alle spalle. Allargò le braccia esasperato facendomi ridere.
-Come sta andando da voi?
Chiesi avvicinandomi a lui con le mani dietro la schiena.
-È insopportabile.
Commentò irritato e scuotendo la testa. Inarcai un sopracciglio.
-Mh, vuoi fare a scambio?
-No no no, per carità, sono sicuro che Sofia è molto peggio di Lorenzo!
Esclamò lui provocando una mia risata. Antony sorrise e mi guardò a lungo.
-Sei bellissima quando ridi.
Smisi di farlo ma mantenni il sorriso e lo guardai in quei suoi occhi, di cui mi ero perdutamente innamorata. Antony si grattò la testa imbarazzato.
-Sai, credo che Matteo e mia sorella sappiano cavarsela anche da soli, ti voglio portare in un posto, vieni?
Mi porse la mano e la afferrai senza esitare.

Antony iniziò a camminare e feci lo stesso. Ci avvicinammo alle scale che ci avrebbero portato al piano di sotto e lui si affacciò.
-Perfetto, stanno dormendo.
Affermò riferendosi probabilmente ai suoi genitori.
Prese a scendere le scale seguito da me. Aprì la porta e mi portò di fuori. Avevo solo una canottiera e dei pantaloncini, ma nonostante la tarda ora, non faceva freddo. Con scatto felpato superammo il viottolo e lui aumentò il passo.
-È lontano?
Gli chiesi cercando di stare al suo passo.
-Un po' sperduto, ma è ok.
Rispose semplicemente.
-Che vuol dire?
Chiesi confusa ma anche irritata. Lo vidi sorridere ma non ricevetti risposta.
-Sei uno stronzo.
Mormorai mettendo il broncio. Lui si voltò e mi sorrise.
-E tu sei bellissima.
E come al solito non trovai risposta da dargli.

Dopo un po' di camminata, notai che quella era la via per andare a scuola, ma Antony svoltò l'angolo e lì non riconobbi proprio niente.
Tralasciando il fatto che era buio pesto, dato che c'erano solo due lampioni che trasmettevano luce fioca. Il pavimento non era più marciapiede, ma terra, il sentiero era circondato da cespugli e alberi in fiore e non riuscivo a vedere la fine. Mi aggrappai al braccio di Antony perché quel posto mi terrorizzava.
-Lo sai, non è il posto migliore dove portare una ragazza.
Antony rise.
-Sta tranquilla, non è qui.
Mi tranquillizzò prendendomi un'altra volta per mano e continuando a camminare lungo quel sentiero oscuro.
Dopo poco si fermò e il sentiero si illuminò leggermente di più mentre salivamo delle scale in pietra. Mi portò sotto una specie di faro, il problema era che era formato solamente da ferro battuto, non era terminato. Antony ci girò in torno e raggiunse una scala a pioli, non tanto affidabile, ma ci mise un piede sopra.
-Ma si può salire?
Chiesi osservandolo.
-No, ma per me sì.
E dopo questo iniziò a salire e decisi di seguirlo.

Fortunatamente raggiungemmo una parte in piano, non era la cima, non andammo così in alto. Antony si alzò e mi aiutò a salire. Si avvicinò alla ringhiera e ci appoggiò i gomiti guardando il panorama che mi mozzò il fiato. Mi avvicinai a lui e potei vedere tutta San Francisco illuminata da luci, era uno spettacolo stupendo.
-Wow.
Fu l'unica cosa che riuscii a dire.
-Chissà quante volte sei passata per quelle vie trovandole monotone, invece adesso sembra tutto così bello.
Affermò lui continuando a guardare quel fantastico panorama dalle luci accese, sembravano quasi quelle lucine che metti sull'albero di Natale, ma sulla città facevano un effetto migliore.
-Sai, col tramonto è ancora più bello.
Aggiunse togliendo i gomiti dalla ringhiera e appoggiandoci le mani.
-Non ti facevo così romantico.
Ammisi sorridendogli.
-Cosa? Io non sono romantico!
Si difese facendomi ridere.
-Va bene, farò finta di crederci.
Sorrise e continuò a guardare il panorama.
-Mi sono sempre piaciuti i posti isolati, quelli con troppa gente li odio. Preferisco stare qui, oppure al promontorio, il che penserai che è strano. Persone "popolari" come me di solito sono in centro o nelle parti dove c'è più gente, per farsi vedere e far parlare di se, ma per me non è così. Sì, ho un po' trascurato questo posto ma stasera ho deciso di portarci una persona per me importante, e tanto anche.
Disse lui guardandomi e facendomi sorridere. Prima che potessi dire qualsiasi cosa continuò a parlare.
-Lo sai, a molta gente una canzone può ricordare una persona o un momento, invece a me i luoghi fanno questo effetto, e questo è uno di quelli.
Lo vidi sorridere e per un attimo i suoi occhi mi sembrarono più lucidi.
-Ma, i luoghi non devono essere sempre mozzafiato per trasmetterti emozioni, possono essere anche... che ne so... un retro di un locale o una spiaggia desolata?
Affermò riferendosi a due posti dove ci eravamo scambiati quei baci: proibiti, rubati ma anche emozionanti e intensi.
Mi avvicinai a lui e gli accarezzai il braccio costringendolo a farlo voltare verso di me. Sfiorai le sue labbra chiudendo gli occhi e aspirando il suo profumo. Lo sentii sorridere e questo mi condizionò.
-Posso far diventare questo posto ancora più speciale?
Chiesi sorridendo, sentii le sue mani sfiorarmi i fianchi.
-Tu sei qui, già lo è diventato.
Rispose facendomi sentire davvero importante per lui.
Spezzai quella poca distanza poggiando delicatamente le mie labbra sulle sue.
Quella serata era iniziata male ma aveva avuto un finale stupendo.
Pensai, mentre le nostre lingue danzavano e le mie mani si facevano un giro in mezzo ai suoi capelli. Ci staccammo e poggiai le braccia sul suo petto mentre lui mi strinse a se. Incastrai la testa nell'incavo del suo collo e restammo così per parecchio tempo sussurrandoci parole dolci e rubandoci dei baci sul collo o sulle labbra.

Decidemmo di tornare a casa anche perché dovevamo dormire lì, sperai con tutto il cuore che quei due avessero fatto pace. Infatti fu così perché erano tutti insieme in camera di Antony.
-Ce l'abbiamo fatta!
Esclamò Serena che era seduta a gambe incrociate sulla sedia girevole della scrivania.
-Già, siamo una bella squadra.
Affermò Matteo sorridendo alla ragazza.
-Meno male, non vi sopportavo più! Esclamai facendo ridere Lorenzo e Sofia.
-Dobbiamo rifarla questa cosa, e stavolta senza dividerci.
Disse Sofia che era beatamente appoggiata al petto di Lorenzo.
-Potremo farlo domani.
Disse Antony sedendosi per terra, cosa che feci anch'io.
-Per me va bene.
Disse Matteo facendo arrivare le conferme di tutti.
Alla fine ci addormentammo e il giorno dopo saltammo scuola perché nessuno aveva intenzione di alzarsi.

#spazioautrice
Ehi risposta sincera che ne pensate?
Comunque volevo dirvi che potete ancora votarmi per gli Italianfanfictionawards 2016, trovate tutto nel precedente capitolo.
E un'altra cosa dal prossimo capitolo iniziano i problemi.😏
Lasciate tante stelline e commenti e ci vediamo alla prossima.❤️
~OvunqueconFede

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora