Capitolo 41

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-Che intendi?
Chiese, ma prima che potesse ragionare l'avevo già presa in braccio.
-Mettimi giù!
Mi urlò dimenandosi inutilmente. La ignorai e la portai nell'unico posto dove potevamo stare in pace, il faro.
Certo, quel posto era speciale per entrambi, ma sapevo che lì Greta si sarebbe calmata e mi avrebbe ascoltato.

Infatti fu proprio così, perché appena arrivammo scese dalle mie braccia e salì insieme a me nel posto dell'ultima volta. Potei notare che il sole stava tramontando e sorrisi a quello spettacolo, amavo i tramonti. Amavo come il sole si nascondeva dietro il mare lasciando un'ultima sua traccia di rosso nel cielo.
-Te lo avevo detto che col tramonto era ancora più bello.
Affermai notando che Greta era incantata a guardare davanti a se.
I suoi occhi marroni si illuminarono per il riflesso del sole e questo mi fece sorridere, amavo quegli occhi. Scacciai tutti quei pensieri e mi feci serio, se David era tornato non si poteva stare tranquilli per niente.
-Greta.
La richiamai.
-Che c'è?
-Ok non so da come iniziare ma... lo zio di Connor è uno psicopatico.
Lei si voltò verso di me e vidi la sua espressione diventare più confusa possibile.
-Che?
Esclamò incredula.
-Sì, vedi lui non ha bussato 2 volte a casa tua senza motivo, anzi, perché non me lo hai detto?!
Greta era davvero tanto confusa e la cosa non migliorò.
-Perché ci eravamo appena lasciati e se permetti non lo ritenevo importante.
Rispose irritata e incrociando le braccia al petto.
-Ah certo, quindi uno sconosciuto bussa a casa tua e tu "non lo ritieni importante"?!
Sbottai io alzando il tono di voce.
Greta tirò un sospiro esasperato e scosse la testa.
-Ma vaffanculo Antony, tu e le tue stronzate sullo zio di Connor.
Disse prima di avvicinarsi alle scale e iniziare a scendere lasciandomi lì solo.
Perché finivamo sempre per litigare?Perché non potevamo parlare normalmente?
Però se David fino ad adesso non aveva fatto nulla, allora non c'era da preoccuparsi, potevo benissimo non parlare di questo a Greta.

-Non le hai detto nulla? Brutta testa di cazzo che non sei altro!
Mi sgridò Lorenzo dopo aver finito di raccontargli cosa fosse successo ieri insieme a Greta.
Mi feci più piccolo e distolsi lo sguardo dal suo.
-Senti io non credo sia...
-Tu non credi cosa, Antony? Per un attimo metti da parte il tuo orgoglio e ragiona, Greta è in pericolo, lo sappiamo tutti, Serena è viva per miracolo e non penso che possa succedere di nuovo!
Affermò lui, e altro non potei fare che annuire.
-Ma perché non glielo dite voi? Noi finiamo sempre per litigare!
Mi difesi io riferendomi a tutti quelli presenti nel garage, quindi i ragazzi e Sofia.
-Perché noi non sappiamo tutta la storia e poi è a te che mira, quindi parla con Greta, sono sicura che se parli cordialmente ti ascolterà.
Disse Sofia avvicinandosi a Lorenzo. Scambiai lo sguardo da l'uno all'altro e annuii nuovamente.
-Ok, adesso ci riprovo.

GRETA POVS

-Grazie per avermi riaccompagnata a casa Conn.
Esclamai io guardando il ragazzo dagli occhi azzurri.
Mi avvicinai alla porta di casa e cercai le chiavi nella borsa.
-Di niente, mi piace uscire con te Greta, sei una persona fantastica e sono felice quando sono con te.
Trovai le chiavi e lo guardai per poi sorridere.
-Grazie, anche a me piace uscire con te.
Affermai mentre lui si avvicinava di più a me e mi fissava le labbra.
Si avvicinò lentamente mentre i miei occhi affogavano in quelle pozze azzurre. Le nostre labbra erano vicine, e mancava davvero poco per trasformare quella piccola distanza in un bacio.
-Greta, devo parlarti!
Antony. Che cazzo ci faceva Antony lì?! Connor si fermò di colpo e lo vidi serrare la mascella per poi guardarsi dietro le spalle.

Vidi Antony sulle scale del pianerottolo che rideva sotto i baffi.
-È urgente... ho interrotto qualcosa per caso?
Chiese divertito. Maledetto stronzo...
-No, ma dai, ci stavamo solo guardando negli occhi!
Esclamò Connor sarcastico e Antony sembrò irritato.
-Allora non ho interrotto niente, fantastico. Ora togliti, finocchio.
Disse lui scansando Connor e prendendomi per un polso, spingendomi poi dentro casa.

Si chiuse la porta alle spalle e lo guardai storto.
-Ma che fai? E soprattuto, che cosa vuoi adesso?
Chiesi irritata facendolo sbuffare.
-Voglio che tu mi stia a sentire.
Affermò chiudendo le mani in un pugno.
-Sentire che cosa? Le tue storie sullo zio di Connor? Ma per favore!
Dissi prima di iniziare a salire le scale.
-Vattene e lasciami in pace.
E detto questo mi chiusi in camera mia.

Mi sedetti sul letto illuminato dai raggi del sole che attraversavano i buchi della serranda leggermente aperta. Non mi preoccupai di chiudere la porta a chiave, infatti quando Antony entrò non mi sorpresi.
Si sedette accanto a me e decisi di appoggiare il telefono sul cuscino al mio fianco per poi girarmi a guardarlo.
-Sentiamo, che devi dirmi?
Chiesi sospirando.
-Vedi Greta, quando mi hai conosciuto Serena era in coma, giusto?
Annuii socchiudendo gli occhi confusa.
-Beh, quell'incidente... non è stato casuale, mia sorella è stata investita da un autobus e lo guidava David: lo zio di Connor.
A quella affermazione spalancai gli occhi e lo guardai incredula.
-David ce la sempre avuta con la mia famiglia per anni, e sai perché? Per una cazzata. Lui prima era il migliore amico di mio padre, poi hanno litigato ed è completamente impazzito.
Il suo racconto mi stava spaventando sempre di più.
-Dopo aver tormentato i miei genitori se ne è andato, ma poi è tornato quando sono nato io.
Affermò iniziando a battere una mano sul ginocchio.
-Ma che c'entro io in tutto questo?
Domandai confusa.
-Fammi finire magari.
Rispose irritato facendomi alzare le mani in segno di scuse.
-Per anni nostro padre ha protetto me e Serena da David, ma in realtà lui voleva far del male solo a me, e tutt'ora lo vuole. Io gli ricordo mio padre, per questo ha sempre cercato di ferirmi, ma con scarsi risultati. Poi quando ci ha rinunciato ha deciso di colpire la persona più importante per me: Serena.
Lo fissai dispiaciuta, ma ancora non capivo cosa c'entrassi io.
-Greta, mi dispiace averti messo in tutta questa merda, ma evidentemente David ha saputo che noi siamo stati insieme e adesso ti farà del male, lui colpirà le persone a me più care, e tu sei una di quelle.
Lo fissai per qualche secondo non riuscendo a parlare.
-Lui ha saputo dove abiti, ma tu non gli hai risposto per fortuna. Poi quando lo hai visto a casa di Connor forse non ti ha riconosciuta perché hai tinto i capelli, ma se adesso ci ha visti di nuovo insieme significa che sta pianificando qualcosa, e io non lascerò che succeda.
Il mio cuore iniziò a battere più forte e mi si formò un groppo alla gola.
-Antony io... non so che dirti.
Non volevo mostrarmi debole di fronte a lui, ma mi aveva appena detto che uno psicopatico voleva farmi del male, come potevo stare?
Delle lacrime di terrore mi attraversarono il volto prima che me ne rendessi conto.
-Mi dispiace non averti ascoltato subito.
Ammisi mentre mi guardava dispiaciuto.
-Greta...
Prima che potesse terminare la frase lo abbracciai, affondai la testa nel suo petto mentre le mie lacrime non avevano intenzione di fermarsi. Sentii la sua mano accarezzarmi lentamente la schiena e questo mi fece sentire al sicuro.
-Io non permetterò che ti faccia del male, te lo prometto. Troverò quello stronzo e lo terrò lontano da te.
Tirai su col naso e appoggiai il mento sulla sua spalla.
-Grazie... per avermi messo così tanta paura.
Affermai cercando di sdrammatizzare. Antony mi strinse ancora di più a se.
-Greta, non avere paura, lui non ti farà niente, ti proteggerò.

Sorrisi lievemente a quelle parole e rimanemmo abbracciati per un bel po', quando ci staccammo mi persi a guardare i suoi occhi, prima che lui parlasse.
-Scusa, odio litigare con te.
Confessò avvicinando la sua mano alla mia guancia e accarezzandola.
-Anche a me, sai certe volte te ne direi di tutti i colori, ma non posso fare a meno di te, amici o non, io ti voglio nella mia vita.

ANTONY POVS

Io ti amo, ti amo Greta, porca puttana non voglio essere tuo amico.
Non sarei mai riuscito a dirglielo, dovevo smetterla di tenere tutto dentro, ma l'unica cosa che feci fu annuire.
-Senti io non so se Connor sa di suo zio o meno, però non lo so... evita di stare a casa sua.
Azzardai a dire sperando che non si arrabbiasse.
-Sì, certo lo so, grazie ancora.
Parlare con lei senza litigare mi riscaldava il cuore.
-Ora vado, ti prometto che andrà tutto bene.
Affermai accarezzandole il braccio scendendo fino al palmo della sua mano. Greta abbozzò un sorriso e abbassò la testa.
-Ok, ci vediamo domani.
Mi salutò prima che potessi alzarmi e raggiungere la porta della sua camera.

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora