Capitolo 42

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Il giorno dopo venni svegliato da Lorenzo e Matteo che avevano raggiunto la mia camera, impazienti di sapere se avessi parlato con Greta.

-Sì, le ho detto tutto, abbiamo fatto anche pace e oggi andrò da David.
I ragazzi si scambiarono uno sguardo preoccupato.
-Cosa? Tu non andrai da nessuna parte, Antony, lui vuole far del male principalmente a te.
Esclamò Lorenzo mentre iniziavo a vestirmi.
-Allora preferisco che prenda me piuttosto che Greta.
Infilai le scarpe e cercai una camicia nell'armadio.
-Antony, devi stargli lontano, magari ci stiamo sbagliando e lui non farà niente.
Disse Matteo mettendo le mani nelle tasche dei suoi skinny.
Mi voltai verso di loro cominciando a innervosirmi.
-Non farà niente? Ormai lo conosco e se ha cercato Greta a casa sua significa che sta per succedere qualcosa.
Affermai abbottonando l'ultimo bottone della camicia.
-Allora chiamiamo la polizia, ma se lo picchi il torto sarà soltanto tuo.
Disse Lorenzo mentre raggiungevo la soglia della porta della mia camera.
-Paggi, lui ha quasi ucciso Serena, e io adesso ucciderò lui.

GRETA POVS

Il mio telefono squillò interrompendo la mia chat con Connor. Risposi a quello che era Lorenzo.
-Ehi, che c'è?
-Greta, Antony sta andando da David fermalo prima che faccia qualche casino.
Affermò con tono nervoso. Mi alzai di colpo iniziando a scendere le scale di casa.
-E come posso fare?
Chiesi preoccupata.
-Ma che domande sono Greta? Tu sei il suo punto debole, appena ti vedrà si fermerà.

A quella affermazione sorrisi e mi avviai verso casa di Antony, lo vidi uscire e lo inseguii per poi riuscire a prenderlo per un braccio. Si voltò e sbuffò.
-Ti ha chiamato Lorenzo, non è vero?
Intuì incrociando le braccia al petto.
-Perché lo pensi?
Domandai inarcando un sopracciglio.
Antony sorrise e si avvicinò a me sistemandomi una ciocca rosa dietro l'orecchio.
-Perché sei tutta spettinata, Menchi, e tu non esci mai spettinata.
A quell'affermazione mi portai istintivamente le mani alla testa cercando di sistemare il più possibile. Antony rise divertito beccandosi una mia occhiataccia.
-Non andare da David, lascialo in pace e lui lo farà con noi.
Antony scosse la testa.
-Sei così ingenua, non lo conosci per niente.
-Non andarci ti prego.
Lo implorai afferrando inconsciamente la sua mano.
-Facciamo un giro piuttosto.
Proposi facendogli cenno con la testa, Antony sorrise lievemente e mi seguì.

-Se ti succede qualcosa non me lo perdonerò mai.
Disse lui mettendo le mani in tasca, prima che potessi rispondergli mi scontrai con Connor.
-Ehi.
Ci salutò lui spostando lo sguardo confuso dall'uno all'altro.
-Ma voi... uscite di nuovo insieme?
Io e Antony ci scambiammo uno sguardo imbarazzato.
-Cosa? No!
Rispondemmo all'unisono. Connor alzò le mani in segno di scuse.
-Ok, ok, Greta ci sentiamo dopo.
E detto questo ci lasciò nuovamente soli.

Mi voltai verso Antony che mi guardava trattenendo una risata.
-Andiamo forza.
Lo invitai io iniziando a camminare, ma mi accorsi subito che non si stava muovendo.
Mi girai e notai che mi stava fissando sorridendo.
-Ti muovi?
Antony sbatté le palpebre come se si fosse appena svegliato da un sogno. Camminò svelto verso di me e ripresi a camminare anch'io.
-A che pensavi?
Domandai curiosa.
-Che dovevo prepararmi a tutto questo, dovevo prepararmi a sopportare che tu avresti iniziato a frequentare altri ragazzi. Perché in fondo lo sapevo, diciamocelo, tutti ci proverebbero con te, Greta, tu sei... fantastica e Connor, come qualsiasi altro ragazzo, se ne è accorto.
Mi fermai a guardarlo e sorrisi inconsciamente.
-Beh... grazie.
Fu l'unica cosa che riuscii a dire.
-Ehm mi sono appena ricordato che devo andare a calcio, però non ti lascio sola, quindi adesso ti riaccompagno a casa.
Esclamò iniziando a camminare dalla parte opposta.
-Cosa? Adesso farai tutto il tempo così?
Chiesi mentre lo raggiungevo.
-Non permetterò mai che ti accada qualcosa, quindi sì.
Affermò sorridendo. Alzai gli occhi al cielo.
-Antony so cavarmela da sola.
Lui infilò le mani in tasca continuando a camminare.
-Lo so, ma da lui non si sa cosa aspettarsi, quindi se devi uscire non andare mai da sola.
Disse prima che raggiungessimo il viottolo di casa mia.

Sbuffai e lo guardai incrociando le braccia al petto.
-E va bene.
-Me lo prometti?
Domandò inarcando un sopracciglio. Sospirai e tentennai un po' prima di rispondere.
-Te le prometto, papino.
Lo schernii provocando un suo sorriso.
-Non fai ridere, Menchi.
Mi morsi il labbro per trattenere una risata.
-Non volevo far ridere.
Mi mancavano quei momenti, mi mancava lui... e tanto anche.

ANTONY POVS

Andai agli allenamenti e il mio allenatore mi fermò per il corridoio dello spogliatoio.
-Oggi è il primo giorno di una nuova stagione e tu sei in ritardo.
Mi sgridò squadrandomi da capo a piedi.
-Mi scusi, ho dovuto accompagnare una mia amica a...
-Non me ne importa niente! Domani inizia il campionato, purtroppo non giochiamo in casa quindi saremo anche svantaggiati, perciò impegnati!
Ordinò indicandomi gli spogliatoi.
-Aspetti che? Quindi dormiremo fuori casa? No, io non posso.
L'allenatore roteò gli occhi esasperato.
-E perché non puoi?
-Perché devo stare qui, devo proteggere una persona.
Lui sospirò e ignorò la mia affermazione.
-Antony, va a cambiarti.
E detto questo lasciò il corridoio.

Finiti gli allenamenti tornai a casa distrutto. Lorenzo mi chiese di uscire ma risposi di no, così vennero lui e Sofia a casa mia. Entrarono nella mia camera preoccupati che fosse successo qualcosa, ma in realtà dovevo solo riabituarmi agli allenamenti.
-Come va? Ti disturbiamo?
Chiese il rosso sedendosi sulla sedia della scrivania.
-No mi serviva un po' di compagnia, sono in ansia.
Affermai mentre seguivo con lo sguardo Sofia, che dopo vari giri per la camera di sedette sul bordo del letto vicino a me.
-Perché?
Chiese lei.
-Perché domani parto e non posso proteggere Greta.
Affermai muovendo il ginocchio nervoso.
-Ma ci siamo noi, non devi preoccuparti.
Disse Lorenzo, e la cosa mi fece innervosire ancora di più.
-No, ho un idea, la porterò con me.
Sofia e Lorenzo si scambiarono uno sguardo divertito.
-Credo che la cosa ti stia sfuggendo di mano.
Replicò la bionda.
-Non voglio che le accada niente.
Ammisi nuovamente.
-Sì ok, ma credo che adesso non c'entri più David, tu vuoi passare più tempo con lei adesso che avete fatto pace, e stai usando questa scusa. Non fraintendere, la trovo una cosa troppo carina.
Disse Sofia facendomi arrossire.
-No no no, qui nessuno capisce la gravità della cosa!
Esclamai mentre mi alzavo dal letto e cercavo il telefono per avvertire Greta che domani mattina sarebbe partita con me.
-E va bene, non capiremo allora.
Sospirò Sofia alzandosi dal letto e facendo cenno a Lorenzo di andare.

Mi portai il cellulare all'orecchio dopo aver digitato il nome di Greta, i ragazzi uscirono e mi lasciarono di nuovo solo, fino a quando dall'altro capo del telefono udii la sua voce.
-Greta, domani parti con me, niente storie, mi accompagnerai a una partita di calcio.

#spazioautrice
Ehi, ok ho notato che non ci state capendo più niente con i giorni in cui pubblico, ed è normale.
Ho deciso che pubblicherò un giorno sì e un giorno no così ho più tempo, almeno spero.
Quuuuindi lasciate tante stelline e anche commenti,perché amo leggerli, e ci rivediamo alla prossima bye❤️
~OvunqueconFede

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora