Capitolo 53

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-Ok,  posso dire che sei perdonato.
Antony sorrise e mi fece scendere.

Io, Antony e Matteo decidemmo di entrare nella casa che ci avrebbe accompagnato stanotte.
Io e Antony trovammo la nostra camera al piano di sopra, che era ancora più inquietante. La raggiungemmo e mi affacciai dalla finestra vedendo bene il lago dall'alto. Mi fermai a guardarlo fino a quando Antony non mi cinse la vita con le braccia facendomi tirare indietro con la testa.
-Tralasciando la pesca, questo posto è bello.
Commentò facendomi annuire.
-È stupendo, è stato bello staccarsi da quella città, ci sono troppi problemi.
Antony appoggiò il mento sulla mia spalla e mi lasciò un leggero bacio sul collo.
-Davvero troppi.
Aggiunse lui.
Guardai di nuovo dalla finestra notando la macchina di Lorenzo parcheggiare.
-Sono tornati, andiamo a cucinare!
Esclamai prendendo Antony per mano e trascinandolo di sotto.

-Che avete comprato?
Domandai appena raggiungemmo la cucina.
-Oh, un po' di cose, cucineremo tutti, niente storie!
Disse Sofia lanciando uno sguardo verso Lorenzo e Matteo.
-Noi andiamo a fare il barbecue voi cucinate le patate!
E detto questo, Matteo afferrò i ragazzi per un polso e corse di fuori con una busta della spesa in mano.
-Ovviamente a noi ci hanno appioppato dentro casa.
Commentò Sofia cercando qualcosa in una busta.
-Eh va bene, facciamo il purè dai.
Dissi io non tanto sicura di quello che sarebbe venuto fuori.

ANTONY POVS

-Come sta andando qui?
Domandai mentre entravo in casa, io e i ragazzi stavamo aspettando che la carne cuocesse così mi avevano mandato a controllare.
-Oh bene, Sofia è scomparsa.
Rispose Greta irritata mentre schiacciava qualcosa dentro la pentola.
Mi avvicinai a lei e la abbracciai da dietro lasciandole dei baci sulla guancia.
-Che stai facendo?
-Sto schiacciando le patate.
Quando notai con che cosa lo stava facendo aggrottai la fronte e sciolsi l'abbraccio.
-Ma... che cos'è quello?
Greta smise e si voltò a guardarmi.
-Beh... non avevamo nient'altro così abbiamo usato la spazzola per pulire il bagno.
Disse come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Ma dai Greta, che schifo!
Greta trattenne una risata.
-Ma guarda che è pulita.
-Ma fa schifo comunque!
Esclamai facendomi sfuggire una risata. Greta sorrise e riprese a macinare le patate.
-Che cos'hai contro le spazzole per pulire il water?
Scossi la testa ridendo.
-Tu non stai bene.
Lei mi guardò inarcando un sopracciglio.
-Lo so, e ne vado fiera.
Allungai il braccio provando ad afferrare la pentola ma lei la allontanò.
-Dammi quella cosa!
Greta rise divertita e iniziò ad allontanarsi da me. Mi fece la linguaccia provocando un mio sorriso.
-No.
Rispose mentre schiacciava, non so come, quelle patate.
-Dai Greta.
A ogni mio passo lei ne faceva uno all'indietro non smettendo un secondo di ridere.
-Davvero? Ti diverti?
-Mh, sì.
Aumentai il passo e riuscii ad afferrarla per la vita. La strinsi più forte e la feci girare insieme a me.
-Io non mangerò quello schifo.
Affermai stingendola più forte.
-Lasciami.
Disse trattenendo una risata.
-No.
Greta si dimenò e la feci girare un'altra volta e stavolta fece cascare la pentola a terra.
-Antony!
Si liberò dalle mie braccia e si voltò a guardarmi.
-Guarda che hai fatto! Adesso chi la sente Sofia?!
Iniziai a ridere e guardai il purè di patate per terra.
-Ragazzi che cos'era quel rumore?
Sentimmo la voce di Sofia e ci scambiammo uno sguardo preoccupato.
-Vieni con me, corri.
Dissi afferrandola per un polso e tirandola verso la porta secondaria che ci portò nel retro della casa.

Ritornammo al lago e quando ci fermammo per riprendere fiato scoppiai a ridere. Greta mi guardò sorridendo.
-Non c'era bisogno di scappare da Sofia, sai? Quella che ti uccide adesso sono io.
Distolsi lo sguardo sbuffando una risata.
-E che vorresti farmi?
La provocai.
Greta si avvicinò di più a me e mi prese le mani, il suo labbro inferiore si incastrò tra i suoi denti e questo mi fece fremere.
-Ho quella voglia di sbatterti che non hai idea.
Esclamai facendola sorridere compiaciuta.
-Ti giuro certe volte sei così dolce mentre altre... sei semplicemente Antony.
Risi e mi strofinai la nuca con il palmo della mano.
-Beh, è una dote.
Greta mi lasciò un bacio sulla punta del naso e si allontanò.
-Non dovevi menarmi tu?
Lei rise, la sua risata mi fotteva il cervello ogni volta.
-Ci penserò stasera, adesso rientriamo.
E prese a camminare verso casa.
-Allora non vedo l'ora che arrivi stasera.
Affermai prima di iniziare a seguirla.

GRETA POVS

Rientrammo in casa e potei notare una Sofia furiosa che ripuliva il nostro casino. Alzò gli occhi e mi fulminò con lo sguardo.
-Io non c'entro niente.
Mi affrettai a dire alzando le mani.
-Dove sta quel coglione del tuo ragazzo?
Chiese allungando lo sguardo dietro di me. Mi voltai e non trovai nessuno, la cosa non mi stupì.
-Avrà raggiunto gli altri.
Intuii voltandomi di nuovo verso la bionda.
-Bene, adesso mi sente.
Affermò iniziando a camminare di fuori.
-Non fargli troppo male!

Dopo un po' cenammo e risalii in fretta in camera. Ero stanca, il sole quest'oggi mi aveva messo davvero tanto sonno. Mi sedetti sul letto e notai che Antony aveva lasciato il telefono sul comodino, lo notai perché stava squillando. Mi avvicinai e lessi il nome sulla schermata 'Francesca'.
Non era corretto rispondere, ma ero davvero tentata. Avvicinai il dito pronta a riattaccare ma alla fine decisi di rispondere.
-Antony, dove cazzo sei?
Mi urlò nell'orecchio.
-Non sono Antony.
Mormorai a denti stretti.
-Oh, ciao Greta.
Disse con la sua voce da gallina.
-Che cosa vuoi?
-Antony non te lo ha detto?
Tirai un lungo sospiro.
-Sì, so tutto, ma adesso io e Antony siamo impegnati quindi lascialo in pace, ok? Penso che adesso tu non abbia bisogno di lui visto che sei al primo mese di gravidanza.
La sentii sbuffare.
-Senti Greta...
-No io non sento proprio niente, se questo cazzo di bambino è una scusa per avvicinarti a lui io non lo permetterò, ok? Quindi vedi quello che devi fare.
Lei rise amaramente.
-Sta tranquilla non te lo rubo.
E detto questo riattaccò.

Lanciai il telefono sul letto e mi portai le braccia al petto.
-Greta?
Antony entrò in camera e notò la mia espressione.
-Che hai? Con chi stavi parlando?
Scossi la testa e mi alzai iniziando a togliere le coperte dal letto.
-Ha telefonato Francesca, dopo richiamala, ti stava cercando.
Antony sbuffò roteando gli occhi.
-Che palle, ti pare che non doveva rovinare qualcosa.
Alzai la testa verso di lui.
-Perché, che ha rovinato?
Chiesi avvicinandomi a lui.
-Adesso sei di cattivo umore.
Gli accarezzai la guancia provando a sorridere.
-Non sono di cattivo umore.
Antony sorrise.
-Davvero?
Gli cinsi la vita e appoggiai la testa sul suo petto chiudendo poi gli occhi e ascoltando il battito del suo cuore.
-Adesso no.


#spazioautrice
Scusate l'ora ma oggi è stato un casino.
Comunque se la storia vi piace lasciate tanti commenti perché come sapete amo leggerli, e anche le stelline💫
Bye❤️
~OvunqueconFede

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora