Capitolo 22

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Le lezioni finirono e tornai a casa. Dopo pranzo salii in camera e mi preparai per andare in garage.
Mentre mi aggiustavo i capelli davanti allo specchio entrò mia madre.
-Ciao Greta, come va?
Mi voltai verso di lei provando a sorridere.
-Bene.
-Sono contenta che tu sia felice, spero che grazie a questo ragazzo il tuo odio verso di noi sia scomparso.
Chinai la testa di lato confusa.
-C-che?
-Greta, quando ci siamo trasferiti tu ci odiavi, volevi restare a New York ma poi alla fine ti sei trovata bene, no? Hai conosciuto quel ragazzo.
Arrossii e abbassai lo sguardo per poi cambiare discorso in fretta.
-Mi dispiace per essere stata così ingiusta con voi, mi avete aiutato tanto, avete sostituito i miei genitori in questi anni, scusatemi se vi ho trattato male.
Mia madre sorrise e scosse la testa.
-Non fa niente, è normale, comunque non ero venuta qui per parlare di questo.
Mi informò lei poggiando dolcemente una mano sulla mia spalla.
-Quel ragazzo di cui parlavamo, è di sotto e io mi sbrigherei perché sta parlando con tuo padre.
Sbarrai gli occhi e mi precipitai di sotto.

L'ultima volta che Mad aveva parlato con mio padre, lui lo aveva minacciato. Non volevo che succedesse la stessa cosa con Antony.
Raggiunsi il piano terra dove loro stavano parlando.
-Ehi, Antony che ci fai qui?
Chiesi io facendolo voltare verso di me.
-Ho una bellissima notizia, mia sorella si è svegliata!
Non lo avevo mai visto così felice, questo fece sorridere anche me.
-Sono passato a prenderti prima di andare in ospedale, voglio che tu la conosca.
Mi sorrise lui mentre mio padre ci guardava male.
-Ok, allora andiamo.
Esclamai io tirandolo per un polso e portandolo di fuori.

Ci dirigemmo verso l'ospedale ma durante il tragitto la curiosità e la preoccupazione parlarono per me.
-Che cosa ti ha detto mio padre?
Chiesi ad Antony mentre ci fermavamo al semaforo aspettando che scattasse il verde per noi pedoni. Antony si grattò la testa imbarazzato, e rosso in faccia rispose:
-Niente.
Lo studiai accigliata.
-Antony, dai.
Lui si morse il labbro.
-Lo vuoi sapere davvero?
Notai che era comparso il verde, così presi a camminare.
-Sì.
Risposi continuando a tenere gli occhi su di lui che si passò una mano in mezzo al ciuffo castano.
-Ok, lui mi ha chiesto se stavamo insieme e gli ho risposto di sì, poi ha saltato tutti gli avvertimenti normali del tipo "trattala bene" e mi ha semplicemente consigliato di usare il preservativo.
Mi sentii avvampare e non ebbi nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia.
-Oddio ti prego no, non lo ha detto veramente.
Antony rise portandosi le mani in tasca.
-Ehm sì.
-Che vergogna... e tu che gli hai risposto?
Antony guardò avanti notando che eravamo arrivati.
-Ne... parliamo dopo eh.
Rispose agitato ma anche impaziente.

Arrivammo nella stanza di sua sorella dove c'erano i genitori di Antony e proprio lei. Vederlo sorridere mi riempiva il cuore di goia. Si mise a parlare con Serena, sua sorella, aveva 14 anni e voleva davvero bene a suo fratello.
La portò vicino a me sorridendo.
-Lei è Greta.
Mi presentò Antony.
-Ciao, piacere.
Sorrisi porgendo la mano a quella ragazza, aveva gli stessi occhi di Antony, invece i suoi capelli erano di un biondo scuro.
-Piacere mio, quindi sei la ragazza di mio fratello?
Mi sorrise Serena.
Io e Antony ci scambiammo uno sguardo imbarazzato.
-Sì.
Risposi grattandomi la testa. Prima che potesse aggiungere altro, la ragazza venne chiamata dal medico per accertarsi di alcune cose, così ci fecero uscire.
-Sono così contenta per te.
Commentai io guardando Antony.
-Lei è una persona fantastica e volevo che ne conoscesse una ancora più fantastica.
Mi sorrise lui mentre poggiava le mani sui miei fianchi e io gli cingevo il collo con le braccia. Sorrisi avvicinandomi al suo volto.
-Diventeremo tanto amiche io e tua sorella, parleremo male di te tutto il giorno.
Affermai ridendo e provocando anche la sua risata.
-Sei una stronza.
Disse lui prima di baciarmi.

ANTONY POVS

Lasciammo l'ospedale per raggiungere il garage. C'erano già tutti e ci scusammo per il nostro ritardo raggiungendo ognuno il proprio posto.
-Guarda e impara.
Dissi rivolgendomi ad Enzo che era seduto vicino a Sofia.
Finalmente ripresi a suonare, mi era mancato farlo.
Tirare quelle bacchette su quei piatti era uno sfogo per me e riuscire a creare un ritmo era una soddisfazione. Poi alzare lo sguardo e trovare il suo non so che cos'era, amore? Stavo suonando una canzone che aveva scritto lei prima che andassi via, c'era la mia frase e Greta si girò a cantarla.

"Okay you're pretty,
your face is a work of art,
your smile could light up New York city after dark."

Wow, solo wow. La musica era il modo più bello per esprimere i sentimenti, con la musica si riusciva a dire quello che non si sapeva spiegare a parole.
Menomale che Lorenzo aveva formato questa band e che lei fosse entrata, senza la musica non ci saremmo mai conosciuti.

-Siete fantastici!
Esclamò il rosso appena la musica cessò. Greta mi sorrise e si avvicinò a me per poi sedersi sulle mie gambe.
-Dobbiamo partecipare di nuovo a qualche altro concorso.
Propose Sofia, euforica come al solito.
-È vero, Sofi dovresti trovare degli altri provini e sicuramente andrà meglio.
Commentò Greta per poi voltarsi verso di me e sorridere.

#spazioautrice
Ciao scusate se questi ultimi capitoli sono un po' privi di contenuto, è che ultimamente ho poca ispirazione.
Spero torni in fretta, come sempre lasciate tante stelline e commenti e ci rivediamo alla prossima.❤️
~OvunqueconFede

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora