Capitolo 49

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-Ti avevo detto che con Francesca c'era stato solo qualche bacio, giusto?
Deglutii lentamente.
-Sì.
Antony strinse i suoi capelli e alzò lo sguardo finalmente guardandomi negli occhi.
-Beh, non è stato così.
Lo fissai per qualche secondo sbattendo le palpebre incredula.
-Tu cosa?!
Alzai il tono di voce ed Antony si fece più piccolo.
-Greta io...
Mi passai disperata una mano tra i capelli.
-Mi dispiace, ma adesso calmati e ragiona cazzo, me lo sono ricordato solo ora, ti prego.
Mi implorò lui poggiando una mano sulla mia spalla.
Quel suo tocco mi fece correre dei brividi lungo la schiena. Mi liberai in fretta da quella presa.
-Adesso lasciami stare.
Dissi prima di uscire.

Raggiunsi la spiaggia e iniziai a camminare liberando la mia mente da tutti pensieri. Ok non sapevo che pensare stavolta. Ma non ne accadeva nemmeno una buona, mai. O forse ero io che esageravo? Non lo so, ma il solo pensiero di Francesca e lui mi faceva malissimo.
-Greta!
La sua voce interruppe il mio flusso di pensieri. Sentii i suoi passi veloci contro la sabbia e poi la sua mano afferrarmi il polso.
-Non voglio litigare Greta, ormai è successo e te l'ho detto, non ha senso arrabbiarsi.
Sospirai e mi voltai verso di lui.
-Non sono arrabbiata, ma prova a metterti nei miei panni, ok? Ho appena saputo che sei stato a letto con un'altra ragazza quando ci eravamo lasciati.
-Ecco appunto, quando ci eravamo lasciati.
Distolsi lo sguardo dal suo.
-Ok, va bene ma... io sto male Antony. Non so che pensare.
Lui allargò le braccia esasperato.
-Pensa che non è colpa mia, ma dell'alcol. Io amo te Greta, lo sai benissimo.
Tirai un lungo sospiro.
-D'accordo, però lasciami sola adesso.
E detto questo ripresi a camminare lungo la spiaggia.

ANTONY POVS

Osservai Greta andare via e lasciarmi lì da solo. Non ci voleva proprio, davvero. La vacanza stava andando a gonfie vele ma io avevo la necessità di dirle la verità.

Rientrai nella camera di albergo e mi buttai a peso morto sul letto. Controllai il mio telefono notando tantissime chiamate perse di Serena e... Francesca, che voleva adesso?
Ci mancava solo che mi chiamasse. Bloccai nuovamente il cellulare posandolo sul comodino. Poggiai il mento sul cuscino stringendolo di più a me.
Dovevo fare qualcosa di dolce per farmi perdonare, anche se alla fine non lo avevo fatto a posta.
Decisi di alzarmi e di inventarmi qualcosa al più presto. La mia mente iniziò ad elaborare qualcosa di carino e romanico così uscii dalla stanza e andai a comprare delle candele.
Era l'unica cosa che mi era venuta in mente.

Rientrai in camera sperando di non trovare Greta, ma probabilmente ce l'aveva ancora con me per rientrare così presto.
Iniziai a piazzare le candele in tutta la stanza, partendo dal piccolo corridoio che veniva dopo la porta di ingresso. Dopo aver finito inviai un messaggio a Greta.

"Ehi, hai intenzione di tornare o vuoi dormire di fuori? Aspetta non fraintendermi, torna."

Quando Greta visualizzò decisi di accendere le candele e spegnere le luci. Aspettai impaziente il suo rientro e quando sentii dei passi fuori dalla porta mi affrettai a sedermi sul letto. Sentii il rumore della serratura che si susseguì a quello della porta.
-Antony?
La sua voce preoccupata mi fece alzare dal letto, iniziai a guardarla senza che lei se ne accorgesse e sorrisi inconsciamente.
Il suo viso era illuminato solo dalle candele, ovviamente. Si guardava in giro disorientata ma allo stesso tempo stava trattenendo un sorriso.
-Mi dispiace.
Esclamai uscendo allo scoperto. Greta mi fissò e i suoi occhi marroni riflessero la luce fioca delle candele. Quegli occhi mi uccidevano ad ogni sguardo.
-Sono un coglione lo so. Non so che altro fare te lo giuro.
Lei abbozzò un sorriso sincero che mi scaldò il cuore.
-Sarà anche una cosa semplice questa, ma mi ha fatta sorridere.
-Ci speravo.
Dissi incrociando le mani. Lei scosse la testa continuando a sorridere.
-Ti amo Antony, non riesco a restare arrabbiata con te.
Sorrisi anch'io e mi avvicinai di più a lei.
Lasciai che le mie labbra incontrassero le sue mentre lei intrecciava le braccia in torno alla mia vita. Greta non ci mise tanto a sfilarmi la canottiera che indossavo e questo mi fece sorridere. La sollevai per i fianchi e la sdraiai lungo il materasso.
La nostra notte passò in fretta tra dei 'ti amo' sussurrati, mani intrecciate, corpi uniti e leggeri baci lungo tutto il nostro corpo.

Il giorno dopo fu il telefono a svegliarmi da quel beato sonno mentre abbracciavo Greta. Sbuffai e mi strofinai gli occhi prima di tirarmi su ed afferrare il cellulare. Risposi senza nemmeno guardare chi fosse, ma riconobbi subito la voce di Francesca.
-Brutto stronzo, ce l'hai fatta a rispondermi!
Mi urlò nell'orecchio facendomi svegliare del tutto.
-Ma che problemi hai?!
Replicai cercando di non svegliare Greta.
-È successo un casino ed è tutta colpa tua!
Socchiusi gli occhi e mi passai una mano sulla faccia assonata fino ad arrivare al mio petto nudo.
-Che ho fatto? Io sono in vacanza e sto tanto bene così.
La sentii ridere amaramente.
-Mi dispiace rovinarti la vacanza mio caro, ma io sono incinta, incinta di te!
Mi strozzai con la mia stessa saliva e iniziai a tossire rischiando di far svegliare Greta.
-Io? Cosa? Come?

Mi alzai dal letto indossando in fretta le mutande e cercando dei vestiti puliti.
-Sì, ho fatto due conti, e sei per forza tu. Io ti uccido Antony, ti uccido!
Lanciai un ultimo sguardo verso Greta che dormiva e uscii dalla stanza.
-Non è possibile, e adesso che facciamo?
Domandai disperato mentre camminavo a passo veloce lungo il corridoio dell'hotel.
-Ah intanto tu torni qua, poi non ne ho idea.
-Non posso tornare a San Francisco, Francesca!
-Tu invece torni! Questo è anche il tuo fottuitissimo figlio, e se pensi che io lo accudisca da sola, hai capito malissimo!
Mi urlò arrabbiata. Tirai un lungo sospiro.
-Tu lo sai che io sto insieme a Greta, vero?
La sentii sbuffare una risata.
-Lo so, lo so. Cazzi tuoi. Sbrigati a tornare.
E detto questo riattaccó.

Entrai in ascensore e mi fermai davanti allo specchio passandomi diverse volte le mani davanti alla faccia.
E adesso che facevo?
Come lo dicevo a Greta?
Ero morto.


#spazioautrice
Oops! (Hi!) no ok basta.
Me lo avete scritto in 50, lo avevano capito tutti che Francesca era incinta lol.
Comunque lasciate tante stelline e commenti, perché amo leggerli e ci rivediamo alla prossima❤️
~OvunqueconFede

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora