Capitolo 19

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-Greta!
Una voce familiare, ma anche sconosciuta, mi fece aprire gli occhi. Il ragazzo di prima, Enzo, mi raggiunse.
-Che ci fai qui? Mi hai seguita?!
Non volevo che nessuno vedesse quel posto.
-Sì, perché non mi vuoi che ti ho fatto?
Chiese lui allargando le braccia esasperato. Lo fissai e un po' mi faceva pena.
-Senti, io non ho nulla contro di te ma... la batteria è sempre stata occupata da una persona per me speciale.
Enzo incrociò le braccia chinando la testa di lato.
-E lui dov'è adesso?
Chiese gentilmente riuscendo a farmi rilassare con la sua calma voce dall'accento straniero. Non so di dove era, dopo glielo avrei chiesto.
-Lui se n'è andato, perché è un idiota.
Enzo si sedette a terra proponendomi di fare lo stesso.
-Beh se per te è così importante, perché lo hai lasciato andare?
Scossi la testa e guardai da un'altra parte.
-Tanto mi ha già dimenticata, in questo momento starà con altre mille ragazze e io sarò l'ultimo dei suoi problemi.
Affermai con un buco nello stomaco.
-Non è vero che mi ama, ma sai che c'è? Può farsi tutte le ragazze che vuole, a me non interessa.
Dissi mentre le lacrime tentavano di uscire.
-Ehi, ti conosco da poco ma già ho imparato che non sai fingere bene.
Commentò lui provando a sorridere.
Mi alzai e lo salutai non dandogli il tempo di rispondere. Mi dispiaceva trattarlo così, ma stavo male, davvero.

Tornai a casa e provai a chiamare per l'ennesima volta Antony, ma niente. Gli inviai un messaggio.

"Bastardo, ti giuro che se continui così vengo lì e ti tiro un calcio nelle palle."
Come al solito visualizzò e non rispose.
"Antony, perché fai così?"
Nessuna risposta.
"Manchi a tutti qui..."
"Ai ragazzi."
"A Sofia."
"A me."
Antony visualizzò e si scollegò.
Mi sdraiai sul letto fissando quella chat, che mi faceva sentire così impotente.

Passarono i giorni, non andavo più dai ragazzi, avevamo litigato, fantastico, non poteva andare meglio di così. Ero a scuola pronta per tornare a casa quando mi sentii stringere per un braccio. Mi voltai ed era Enzo.
-Che vuoi?
-Sofia e gli altri vogliono parlarti.
Mi avvertì il ragazzo spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sbuffai e lo seguii.
-Greta.
Sofia mi raggiunse.
-Ci dispiace per aver preso Enzo senza chiederti niente, ma non puoi essere incazzata con noi per sempre.
Distolsi lo sguardo irritata e lei continuò a parlare.
-Dai Greta ti prego, non puoi non fare più niente solo perché Antony se ne è andato.
Mi voltai verso di lei.
-Sai che c'è Sofia? Per una volta avrei voluto una vita felice, invece deve andare sempre tutto storto!
Sofia si accigliò e cercò di comprendere quello che avevo detto.
-Ma che stai dicendo?
-Lascia stare, non mi va di fare la vittima.
Dissi prima di andarmene, ma lei mi bloccò per un polso.
-Non dire cazzate Greta, che succede?
Guardai alle sue spalle notando che i tre ragazzi ci stavano ascoltando dispiaciuti.
La tirai più lontano possibile e le raccontai la mia storia, quella che sapevano così in pochi, compreso Antony. Sofia mi guardò con gli occhi colmi di tristezza.
-Mi dispiace, scusa.
Disse lei sentendosi colpevole.
-Non è colpa tua.
Dissi prima di abbracciarla.
-Mi dispiace, ti prometto che andrà tutto bene.
Affermò la bionda cercando di sorridere e trasmettendomi sicurezza.

4:00 am del 6 Marzo. Tre mesi che Antony se ne era andato, non rispondendo nemmeno a un messaggio e nemmeno a una chiamata. Stavo pensando a lui in quell'ora insana della notte, o della mattina boh. Quell'idiota si era degnato solo di un messaggio del "Buon Natale" e "Buon Anno". Quello mi aveva fatta innervosire ancora di più, il problema era che mi mancava da morire.
Ero una cretina se continuavo a scrivergli "buongiorno" e "buona notte", il problema era che lui era il mio primo pensiero la mattina e l'ultimo la sera.
Perché mi ero ridotta così? Perché per tutto questo tempo ci eravamo odiati invece di ammettere i nostri veri sentimenti? Vorrei tornare indietro soltanto un momento per cambiare le cose e non farlo partire.

Ugly Heart.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora