Capitolo 14

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Ricky è nella mia mente, quindi dovrei sognare me e lei in quella orribile stanzetta.
Invece no.

-Hai fatto una brutta scelta- dice Alan.
Non è vestito con il suo solito camice da dottore come al solito.
Ha un abito elegante completamente bianco, apparte un foulard nero.
Un'altra differenza rispetto all'ultima volta che l'ho visto è che ora ha un paio d'ali nella sua schiena.

Ricky aveva ragione: Alan è davvero un angelo.

-Una brutta scelta? Perché?- chiedo ridacchiando, voglio fargli capire che non ho paura -Pensi che rimanere rinchiusa in una stanza sia un ottima scelta?-

-Seguire i consigli di un demone... pensi che ti porterà alla salvezza?- chiede -quel demone vuole solo divorarti, non le interessa aiutarti. Faresti meglio a venire con me, io ti riporterò verso la luce.-

Devo ammettere che il suo modo di parlare mi fa un pò ridere, ma non posso permettermi di ridere in una situazione come questa.
Cosa dovrei dirgli?
Sinceramente non amo collaborare con un demone, però Ricky mi sta aiutando molto e non mi ha mai fatto brutti scherzi.
E se fosse Alan a essere il cattivo?
Tutti i racconti che parlano di angeli li ritraggono come persone buone e giuste, persone che non conoscono il male e che trovano la positività anche nelle cose più brutte.
Ma se così non fosse?
Che intenzioni ha quell'angelo?
Forse è meglio cambiare argomento per il momento.

-Per caso c'è un party nella mia mente? Perché vi stabilite tutti qui?- chiedo ironicamente.
Lui mi spiega che non è come dico, lui è sulla terra, comunica con me attraverso un potere che glielo permette.
E subito mi chiedo: dov'è finita Ricky?
Lo chiedo ad Alan, e tutto svanisce.

Le voci di Angeline e Finnian mi fanno tornare alla realtà, mi stanno chiamando.
Il cielo è di un azzurrino chiaro, dovrebbero essere le cinque o le sei di mattina.
I due fratelli mi spiegano che durante la notte dicevo cose senza un significato, non capivano una parola.
Dico che devono stare tanquilli, che sto bene.
Ricky è ancora nella mia mente, dice che sapeva che Alan stava parlando con me, ma non poteva far niente per aiutarmi, non riusciva nemmeno a parlarmi.
Spero vivamente che non riaccada... perché altrimenti non saprei come difendermi.

-Il conte Bardroy ha detto che continuando per questa strada arriveremo sicuramente alla capitale.- dice Finnian, penso che sia molto più contento di Angeline e me, vedo il luccichio dei suoi occhi.
Un po' lo capisco... dopotutto gli è sempre stato proibito di uscire, è naturale che voglia scoprire di più.

Chiede alla sorella cosa vorrebbe fare prima di tutto arrivata nella capitale, lei risponde -vorrei dare un'occhiata ai negozi, di sicuro sono molto più forniti di quelli del paesino dove governa il nostro padrone. Vorrei tanto andarci... ovviamente se la signorina Denise me lo permette.-

Per fortuna si sono ricordati della mia presenza, dopotutto temporaneamente sono io la loro padrona, non possono andare dove vogliono e quando vogliono.
Questa situazione mi piace.
Ma non sono come quel conte io, voglio che si divertano... e poi ho bisogno di fare le mie cose da sola senza avere altre persone intorno.

È quasi sera ormai, in lontananza si vedono delle luci, moltissime luci.
Sono sicura: siamo arrivati alla capitale.

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