Capitolo 51

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Key si fa da parte per lasciarmi entrare, appena entro lui oltrepassa la porta, la chiude lasciando me e il mio esecutore nella stessa stanza.
L'uomo è seduto nella sua bellissima poltroncina girevole di cuoio, di fronte alla sua scrivania color ebano.
Mi scruta con i suoi occhi socchiusi, come se fosse una talpa che cerca di vedere qualcosa oltre al suo naso.
I suoi occhi scuri potrebbero diventare da un momento all'altro dei buchi neri che, se solo potessero, potrebbero inghiottirmi in un sol boccone.
Le labbra sono davvero fini, quasi inesistenti nel suo viso bianco come un cadavere.
Di capelli non ne ha tanti visto che sono molto corti, ma sono talmente immersi nel gel che sembrano quasi un unico grande capello.
Dubito che un coltello li dividerebbe, magari sono fatti di metallo.
Solo una cosa noto di strano, una cosa che non si nota nelle foto.
Nei libri sembra molto alto, e siccome è seduto non posso confermare se sia così o meno, ma veniva mostrato anche come una persona con un corpo da uomo... nel senso... con una corporatura non troppo grossa ma neanche tanto mingherlina.
Invece nella realtà è uno stecco, le braccia e il collo sono due ossicini in confronto alle mie braccia e al mio collo.
A quanto pare anche qui nel mondo dei maghi c'è la moda di truccare le foto...
Beh, almeno so che Hyoma non sembra una donna per colpa di sua madre, mi dispiace per lui.

-Signorina Degurè. Finalmente le posso parlare.- dice lui alzandosi, confermando il fatto che è veramente alto come fanno vedere, forse anche di più.
Sto parlando con un palo della luce, non vedo l'ora di dirlo ai miei amici.
-Devo ammettere che è da quando ha messo piede qui dentro che le volevo parlare.
Ma, come può ben vedere dalla mia scrivania piena di cartacce, non ne ho avuto il tempo.-
Magari se avessi tolto venti o anche dieci minuti dalla tua pausa pranzo avresti avuto il tempo, ma il riposo è sacro.
-So bene che non è venuta qui perché è Rihito che l'ha richiesto, ma lo stesso Alan Tenshi.
È stato lui, assieme alla sua sorellina Anna Tenshi, a raccomandarti a Rihito.-
Dove vuole arrivare?
Non capisco... se sa tutte queste cose vuol dire che non si è mai fidato di me, però sta dirigendo la colpa su quei due angioletti.
Che abbia delle controversie con loro?
-Non capisco. Dove vuole arrivare?- gli chiedo chiaramente, non voglio sentire tutto il discorsone che si è preparato.
-Il signor Tenshi non ha mai avuto a cuore il mio modus operandi.
Mi dica... è venuta qui con l'intento di spifferare tutto?
So bene che mio figlio ti ha fatto vedere le fialette e che solo dopo ha capito che tu non sapevi della loro esistenza.-
Alan è un angelo.
Gli angeli vengono venerati come Dei dagli Angel Enchaustin.
Gli Angel Enchaustin sono la razza più odiata dai maghi.
Posso crederci che Alan non vede di buon occhio quel che fa Huan Cruz.
Ecco perché mi voleva aiutare... perché così avrei aiutato i suoi seguaci e indirettamente anche lui.
Astuto il tipo...
-Anche se fosse... perché essere così sospettosi?
Se non fa nulla di sbagliato non ha motivo di nascondersi di fronte a lui.-

-Bel modo per cercare di prendere informazioni, ma non funziona.-
Peccato che io le sappia già le sue preziose informazioni... ma meglio che questo non lo sappia.

-Non sto cercando di prendere informazioni, io sono venuta qui con il solo scopo di capire come funziona questo esercito.
Come fanno queste persone a non aver paura di nulla e ad essere sempre pronte a tutto?
Volevo diventare io stessa un soldato di questo esercito, ma mi è stato detto di cominciare come una semplice assistente.
Chieda conferma al mio superiore, il dottor. Rihito, se non mi crede.-
Non ho detto una gran bugia, del resto è vero che sono qui con l'intento di capire come mai i soldati e compagnia si comportano in modo strano.

-Quindi mi sta dicendo che tutti i disastri naturali non sono stati causati da lei?
Mi sta dicendo che Alan non le ha mai detto di fare tutto questo?
Devo ammettere che mi ha aiutato a migliorare le nuove reclute, ma non credo che fosse questo il suo intento.
Potrebbe dirmi pure che non è lei a causare tutto questo, ma non le crederei dato che sono iniziate da quando lei è qui.
Non è molto brava nel passare inosservata.-

-Le posso assicurare che non ho causato io tutti questi disastri.-

-Ma almeno sa da chi sono stati causati?-

-Certo, ma non mi crederebbe se glielo dicessi.-
"A cosa diamine stai giocando, Denise?
Ascolta quel che ti dico..."
Nonostante i suoi ordini d consigli, la ignoro completamente.
Sono in preda alla rabbia.
-In tutta la mia carriera ho sentito le cose più assurde che nessun mago può immaginare.
Mi dica tutto.-

-I demoni- dico sicura di me -la causa di tutto quel che sta succedendo è a causa dei demoni irrequieti.-
"Denise, smettila subito!"

Ha gli occhi più grandi di lui, è davvero scioccato dalla mia risposta.
Di tutte le stupidate che ha sentito, la mia è di sicuro la più assurda.
Poi però, torna di nuovo serio, anzi, sembra divertito.
-Ammettere così fieramente che ci sono dei demoni qui non è una cosa da maghi.
La sua identità sta vacillando sempre di più, signorina Degurè Denise.
Ma dubito che questo sia il suo vero nome...-

-Ha dubbi sulla mia identità? Questo vuol dire che sa anche chi potrei essere. Oppure sta dando solo giudizi alla cieca?-
Il fatto che gli stia rispondendo a tono potrebbe significare che gli sto dando ragione, ma non riesco a stare zitta, è troppo insopportabile.

-Sa, signorina... lei non è molto intelligente, e nemmeno sana.
Il fatto che mi abbia appena detto che può parlare con i demoni può significare solo due cose.
Uno: è completamente impazzita.
Due: si sta arrampicando sugli specchi.
Le do il tempo di dirmi lei cosa devo pensare tra le due idee, ma se non risponde toccherà a me decidere.-

Ricky mi sta dicendo cosa rispondere, ma io non l'ascolto.
La rabbia si è impossessata di me e influenza persino la mia risposta finale.
-Mi mancava tanto la camicia di forza... sono felice di poterla di nuovo indossare.-

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